«Se Milano è veloce è veloce anche il virus. Ormai è come Lodi a marzo». Tracing fuori controllo: «sono diventati troppi: ogni caso porta a 50 interviste, della durata di due o tre ore ciascuna»
Il coprifuoco potrebbe non bastare per Milano e un lockdown sarebbe comunque imminente: è quanto prevede Antonio Giampiero Russo, responsabile Epidemiologia dell’Agenzia di tutela della salute del capoluogo lombardo. Russo azzarda l’ipotesi di un lockdown a Milano di due settimane «proseguendo con eventuali altri brevi lockdown a ‘fisarmonica’». Questo perché, sostiene il responsabile, «è inevitabile con un Rt a 2,35. È chiaro che questa volta siamo più consapevoli, le restrizioni potrebbero durare per un tempo minore. La verità è che occorre agire sulla coscienza sociale. I casi a Milano ci dicono che il virus si è riattivato questa estate, con le persone che sono andate ovunque in Spagna, Grecia e Croazia e hanno riportato il virus in casa. Oggi Milano è come era Lodi a marzo».
Lockdown a Milano? Virus troppo veloce
«Certamente – dice ancora Russo – si fanno più tamponi, cerchiamo meglio il virus, ma è anche vero che il virus è cresciuto di più, soprattutto nelle fasce giovani, quelle che hanno figli a scuola e contatti professionali. Se Milano è veloce, è veloce anche il virus». Rispetto all’impatto sul sistema sanitario «tutte le epidemie corrispondono storicamente a momenti in cui le società hanno dovuto rivedere la propria organizzazione. Ma in questo momento va detto che non è pensabile lasciare stabilmente aperte tante terapie intensive, troppo costose, perché stabilmente abbiamo bisogno di altri tipi di interventi. Dobbiamo piuttosto diventare capaci ad aprire e chiudere rapidamente, come hanno fatto in Cina»”. Inoltre «sono diventati troppi i tracing: ogni caso porta a 50 interviste, della durata di due o tre ore ciascuna. Occorre una forza lavoro che non abbiamo. Però va detto che la coscienza sociale sta aumentando».
Gli ultimi numeri
Quanto ai numeri che hanno convinto il presidente di Regione, Attilio Fontana, a fare di testa sua e ignorare quanto chiesto da Matteo Salvini (contrario al coprifuoco), sono assai foschi: ieri 4.125 nuovi positivi in Lombardia, con 36.416 tamponi effettuati, quasi la metà dalla città metropolitana di Milano, dove ci sono 1.858 casi, di cui 753 a Milano città. La Lombardia ha adottato «pesanti, ma necessarie misure», che «resteranno in vigore per tre settimane e saranno sospese o prolungate in relazione alla diffusione del virus», ha scritto su Facebook Fontana. Quegli stessi numeri, però, secondo gli esperti, starebbero concretizzando l’ipotesi un lockdown a Milano.