Largo due metri e mezzo trasporterà sangue, medicinali o vaccini in aree del mondo difficili da raggiungere
Costosi e ipertecnologici. I droni hanno sicuramente cambiato il modo di fare riprese, trasportare cose, raggiungere posti dove sarebbe impossibile arrivare con altri mezzi. Possono anche essere utilizzati per le consegne a domicilio, come sta testando Amazon. L’unico problema è che quando vengono utilizzati in condizioni difficili, come ad esempio in alta montagna o in zone a rischio, la possibilità che non tornino indietro dopo aver terminato il proprio compito è molto alta. Visti i costi di certi strumenti, uno scenario non proprio piacevole. Per questo Otherlab, un’azienda di San Francisco, sta sviluppando dei droni usa e getta.
Il drone che si auto-distrugge
I velivoli saranno di cartone e pensati appositamente per un viaggio “kamikaze”: quando il loro compito è finito e il carico trasportato giunto a destinazione, si possono tranquillamente distruggere. «Questi mezzi sono eccezionali quando si cerca di raggiungere zone in cui non si arriverebbe in nessun altro modo. – spiega Star Simpson, uno degli ingegneri che sta seguendo il progetto – Possono essere utilizzati quando non si ha bisogno di farli tornare indietro, o se non si vuole farlo perché sarebbe troppo impegnativo in termini di tempo e soldi».
Di cartone biodegradabile
Il prototipo di drone Otherlab è largo meno di un metro ed è fatto di cartone. Simpson ha spiegato che la versione finale da mettere in commercio potrebbe raggiungere i due metri e mezzo ed essere prodotta con un materiale più biodegradabile, come quelli già usati oggi per certi tipi di consegne. Il progetto ha già ricevuto dei finanziamenti da DARPA, la famosa agenzia di ricerca tecnologica militare.
L’obiettivo è quello di sviluppare velivoli “irrecuperabili” e anche sistemi elettronici che si autodistruggono.
Questi droni potranno essere lanciati in volo da mezzi di trasporto più grandi, come elicotteri o aerei, e saranno in grado di volare fino a 80 kilometri in ogni direzione. Potrebbero addirittura essere assemblati pochi attimi prima del lancio e il loro utilizzo potrebbe salvare delle vite, trasportando sangue, medicinali o vaccini in aree del pianeta difficili da raggiungere.