Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta sono le uniche senza tagli nella distribuzione
La scorsa settimana la big del farmaco, la statunitense Pfizer, ha annunciato modifiche unilaterali al cronoprogramma di distribuzione del vaccino ai Paesi dell’Unione europea. Maturerà dunque un ritardo ascrivibile alla stessa Pfizer nella consegna del prodotto realizzato con la tedesca BioNTech essenziale, fanno sapere da Oltreoceano, per aumentare successivamente il ritmo della produzione. Tra i Paesi travolti da questa decisione anche il nostro che, anzi, essendo il più spedito in Europa nella somministrazione degli antidoti al Covid-19, potrebbe incorrere nelle conseguenze spiacevoli di dover attendere per effettuare la vaccinazione detta “di richiamo”.
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Quali sono le Regioni più penalizzate dal ritardo Pfizer
La situazione preoccupa in particolare i presidenti delle Regioni con i tagli più significativi: -53,8% del Friuli Venezia Giulia, le Province di Trento e Bolzano ne avranno rispettivamente il 60% e il 57,1% in meno, il Veneto il 52,5%, la Sardegna la metà, la Puglia e la Calabria il 38,4% in meno, la Toscana il 36%, Lombardia il 26,8% e il Lazio il 25%. Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d’Aosta sono le uniche senza tagli nella distribuzione.
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Le fiale in arrivo oggi, salvo imprevisti, dovrebbero permettere di non dover cambiare vaccino per il richiamo ricorrendo a Moderna, l’altro tipo di profilassi ora disponibile. Una soluzione “davvero sconsigliabile” per Domenico Arcuri, commissario all’emergenza Covid, secondo cui “è bene” anche rispettare “l’intervallo di tre settimane fra prima e seconda dose”.
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Da parte sua, Pfizer fa sapere ai Paesi membri dell’Ue che dovranno tenere duro fino a lunedì 25 gennaio, quando dovrebbero tornare regolari le consegne del prodotto Pfizer-BioNTech. Oggi all’Italia sono state consegnate 397.800 dosi, il 29% in meno rispetto al pattuito. Mentre l’Ema dovrebbe licenziare definitivamente il vaccino Oxford – AstraZeneca su cui ha puntato tutto il nostro governo il 29 gennaio.