La startup britannica chiude un round di 64 milioni per un sistema di intelligenza artificiale che apprende come il sistema immunitario umano a individuare i “malfunzionamenti” degli organismi informatici
Darktrace è una startup britannica impegnata nel settore della sicurezza informatica ed ha appena chiuso un nuovo round di investimenti per potenziare le proprie attività di ricerca e sviluppo. 64 milioni di dollari sono arrivati da una cordata scapeggiate da KKR, Summit Partners, Teneleven Ventures e Softbank.
I suoi ricercatori hanno sviluppato un nuovo approccio alla cyber-defense che mima il comportamento del sistema immunitario umano di fronte alle minacce virali e capace di autoapprendere.
L’azienda che ha già un alto valore di mercato, (400 milioni di dollari) dice di voler impegnare questi soldi per espandere anche le sue sedi da Cambridge e San Francisco verso altri paesi. Da Cambridge infatti arrivano molti dei suoi impiegati e consulenti, concentrati sul core business dell’azienda: l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per bloccare i ransomware che attaccano sempre più di frequente piccole e grandi imprese.
Basate sul machine learning, l’autoapprendimento e il riconoscimento in tempo reale delle minacce interne ed esterne in reti chiuse e aperte le soluzioni di Darktrace dovrebbe garantire un elevato livello di sicurezza agendo in maniera proattiva per identificare comportamenti potenzialmente dannosi sulla base delle irregolarità riscontrate per distinguerle da cambiamenti legittimi.
Un approccio “biologico” ai virus informatici
L’approccio nuovo di Darktrace si chiama Enterprise Immune System e si basa sull’auto-apprendimento e su un approccio matematico pioneristico, che lo rende in grado di rilevare le minacce nel momento in cui queste si manifestano nella rete, collegando tra loro una serie di anomalie e rilevando così comportamenti atipici che possono rappresentare una minaccia. Proprio come il sistema immunitario umano.
Secondo Dave Palmer, CTO di Darktrace: “Viviamo nell’era d’oro della criminalità informatica. Casi di ransomware sono in continuo aumento. La legislazione in questo ambito può fare ben poco e le aziende spesso si vedono costrette a pagare un riscatto per preservare la loro integrità e la continuità lavorativa.“