In occasione del Safer Internet Day il Miur ha lanciato la campagna dei “Super Errori” e Skuola.net ha diffuso i dati sul comportamento degli adolescenti in rete: il 13% fa sexting, mentre il 6% resta sveglio anche la notte per chattare
«Ma che te metti a contà i like?? Sei proprio ‘na poraccia!». Il pensiero è quello di Tempestata. Capelli dritti, occhi sgranati, smartphone in mano. La sua “ex best friend” Jessica le chiede perché non le abbia messo “like” alla foto su Facebook. Tempestata è quella che twitta tutto, quella che «io manco le penso le cose e già le devo scrive», con il verbo tagliato, siamo a Roma. Tempestata non riesce a non condividere pensieri, indirizzi e segreti sul web: e poi ha il telefono che squilla in continuazione, e viene “tempestata” di notifiche. E’ una caricatura – ma nemmeno poi tanto – del comportamento di molti ragazzi d’oggi. Ed è uno dei 7 personaggi inventati dal Ministero dell’Istruzione per sensibilizzare gli adolescenti ad un uso consapevole della rete. I 7 “Super Errori” sono andati in scena questa mattina al Teatro Palladium di Roma in occasione del Safer Internet Day, la giornata dedicata alla sicurezza sul web promossa dalla Commissione Europea. In questa cornice sono stati diffusi i risultati del sondaggio realizzato da Skuola.net e dall’Università di Firenze sui comportamenti in rete della “Generazione Z”, ovvero i teenager nati tra il 1996 e il 2010. In platea, questa mattina, c’erano proprio loro: i ragazzi delle scuole romane. L’evento, durante il quale il Trio Medusa e il ministro Stefania Giannini hanno lanciato il nuovo spot contro il cyberbullismo che sarà presto sui canali televisivi, è stato organizzato da Generazioni Connesse, la piattaforma per la sicurezza in rete finanziata dalla Commissione Ue e coordinata dal Miur.
Supereroi contro gli abusi della rete
La campagna dei “Super Errori” è stata lanciata lo scorso autunno, ma oggi i ragazzi hanno potuto vedere i personaggi “interpretati” in carne e ossa dagli attori dell’associazione Teatro in Movimento. Sul palco c’era Chat Woman, quella che se non gli rispondi subito su Whatsapp va in panico, perché non ha altra relazione al di là della chat. Un comportamento, quello di comunicare attraverso i social, molto diffuso: secondo i dati che Skuola ha raccolto da un campione di 5 mila ragazzi, il 74% dei giovani usa chat e Facebook per comunicare, e non per condividere contenuti. Il che significa che molte relazioni si sono spostate interamente online. Dal sondaggio sui comportamenti in rete è emerso che solo il 7% dei giovani non usa la chat di Facebook, mentre è in aumento il numero di ragazzi che chattano di notte, soprattutto tra le ragazze, andando a alimentare il fenomeno del “vamping”. Oggi il 17% circa sostiene di connettersi tra le 5 e le 10 ore al giorno, e 1 su 5 ammette di connettersi anche a scuola.
Che piattaforme usano quando sono connessi? Al primo posto c’è WhatsApp, usato quotidianamente da quasi il 90% degli intervistati
mentre Facebook si piazza secondo (64%), seguito da Instagram (61%) e Youtube (58%).
Il 13% ha già fatto Sexting
Poi c’è l’“Incredibile Url”, che condivide le canzoni di David Bowie anche se non sa chi sia, che clicca su qualsiasi link gli capiti sotto gli occhi senza fare attenzione. «In realtà i giovani sono più svegli di un tempo da questo punto di vista – spiega Daniele Grassucci di Skuola, intervenendo sul palco – solo 1 su 6 clicca sui link se non sa che cos’è, mentre la percentuale scende a 1 su 3 nel caso in cui il link sia stato inviato da un amico». L’errore numero 4 è il “Postatore Nero”, quello che perseguita le persone su internet, perché dietro allo schermo del pc si sente più forte.
Circa l’8% degli intervistati di Skuola ha dichiarato di essersi comportato intenzionalmente da bullo online: una percentuale altissima
se pensiamo ai rischi a cui gesti del genere possono portare. Non meno grave l’errore della “Ragazza Visibile”, cioè quella che ha messo i suoi scatti intimi in rete o li ha inviati alla persona sbagliata, e ora ha si pente. La platea sembra particolarmente sensibile al tema: sempre secondo Skuola, il 13% dei ragazzi ha inviato foto intime tramite messaggi privati, il cosiddetto sexting. Un fenomeno che non lascia fuori nemmeno i più piccoli: 1 ragazzo su 10 ha meno di 14 anni.
La sindrome del Selfie
«La sindrome dell’autoscatto è un disturbo della personalità il cui sintomo è un deficit della capacità di valutarsi» dice “Silver Selfie” balzando sul palco. Ammette che «nel mio telefono il 50% delle foto è un autoscatto e un altro 30% è riempito da autoscatti allo specchio». Questa volta l’attore parla con accento milanese, ma i ragazzi a Roma ridono lo stesso: forse in questo personaggio si riconoscono proprio tutti. «Secondo me noi ci facciamo i selfie perché ci sentiamo una cifra soli» chiosa il personaggio facendosi un “selfie solitudine”. Il 60% dei ragazzi ammette di scattare selfie, e il successo a macchia d’olio di Instagram si può ben collegare alla diffusione degli autoscatti: solo 1 su 4 dichiara di non amare la pubblicazione massiva di selfie.