Continua l’intervista a Camil Demetrescu professore associato dell’universita’ “La Sapienza” di Roma, ricercatore e coordinatore nazionale della Cyberchallenge per capire le opportunità formative e professionali offerte dal programma nazionale di formazione e addestramento alla Cybersecurity.
Nella prima parte dell’intervista (che potete leggere qui) è stata chiarita la finalità e il focus dei corsi ed anche la diversa considerazione che si dovrebbe avere verso la sicurezza informatica che oggi rappresenta un pilastro della trasformazione digitale. È importante anche spiegare cosa può accadere dopo l’esperienza unica e peculiare della Cyberchallenge offerta dall’Accademia Nazionale, che quest’anno partecipa con 8 atenei coinvolti per circa 160 posizioni e a cui si può accedere iscrivendosi entro il 20 gennaio.
L’esperienza della Cyberchallenge fa curriculum e/o permette di essere scelti dalle aziende anche se non si arriva primi?
Sì certo. Le sessioni di addestramento sono partecipate da grandi aziende, e si sviluppano contatti che tra l’altro permettono ai ragazzi/e di imparare e capire il modo di lavorare delle aziende, attraverso casi lavorativi similari a quelli reali. I partecipanti entrano in contatto con le aziende ed alcuni di loro sono stati assunti direttamente anche se la maggior parte continua gli studi per concretizzare la laurea ed eventualmente proseguire con il dottorato. Naturalmente le aziende in una visione di medio periodo, investono nel programma e sono interessate a contribuire alla crescita tecnica di questi talenti, ma anche allo sviluppo delle loro potenzialità per poterli assumere a tempo debito, e contribuiscono a formarli mediante stage o percorsi di apprendistato.
Cosa succede al termine del cyberchallenge? Esiste un follow-up?
La cyberchallenge è un punto di partenza tanto che quest’anno è stata abbassata a 16 anni la soglia di accesso al programma per intercettare un talento prima che decida cosa fare da grande. Vorremmo che si istituisse un cammino, verso una readyness nazionale, costituito anche dalla nascita di nuove lauree di tipo magistrale con corsi sempre più numerosi e specializzati alla sicurezza informatica. Gli stage presso le aziende ed i tirocini che sono proposti sono parte di questa roadmap. Alcuni tentativi si stanno portando avanti anche nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro per garantire esperienze correlate alla sicurezza informatica.
A titolo di esempio alcuni ragazzi della precedente edizione del Cyberchallgence stanno continuando nelle competition internazionali e sono supportati dal CINI. Lentamente si sta creando una comunità di livello nazionale che poi si confronta a livello internazionale. Uno degli obiettivi degli organizzatori del cyberchallenge, è anche creare continuità fra i partecipanti della prima edizione e quelli delle edizioni successive che si concretizza nella fase di addestramento, in cui i “senior” dell’edizione 2017 insegnano agli “junior” del 2018. Infine è in costruzione un database che possa costituire un serbatoio di competenze da cui le grandi aziende possano attingere con la certezza della preparazione acquisita dai candidati. Comunque noi professori siamo sempre a disposizione dei ragazzi per consigliarli sulle opportunità che vengono offerte, per aiutarli a valutare correttamente e per indicare posizioni adeguate alla loro preparazione. Con le aziende che partecipano al programma siamo molto trasparenti nel chiarire che l’investimento sia a medio termine perché la fucina di talenti richiede il tempo di terminazione degli studi, poi naturalmente qualche realtà partecipa per il ritorno di visibilità a breve termine, ma tutte hanno chiaro il fine più nobile.
I ragazzi della passata edizione dopo la competition Europea che strada hanno intrapreso?
La maggior parte ha continuato a studiare ed alcuni sono addirittura interessati ad arrivare al dottorato, uno solo ha preferito l’assunzione. Tuttavia un solo un anno di corso è poco per una valutazione di campionamento appropriata e rappresentativa. Alcuni ragazzi della precedente edizione sono stati anche chiamati a fare formazione presso alcune aziende italiane, in occasione di alcuni importanti attacchi informatici, come il Wannacry, per spiegarne le caratteristiche ma fra loro stanno anche pensando di fondare una start-up, quindi gli sviluppi sono molteplici e variegati ma tutti di ottimo livello qualitativo.