Conclusa la due giorni del programma di selezione dei migliori talenti informatici del Paese organizzata per il secondo anno consecutivo dal Laboratorio Nazionale di Cybersecurity del CINI
Si è chiusa la seconda edizione della Cyberchallenge 2018 nazionale per la ricerca e formazione della prossima generazione di cyber defender. Paolo Prinetto, presidente CINI e direttore del Laboratorio Nazionale Cybersecurity ha sottolineato la crescita di questa iniziativa che in un solo anno, partendo dall’Università La Sapienza di Roma, ha esteso il coinvolgimento a otto Università partecipanti, con un aumento dei posti disponibili per i candidati e con la previsione in futuro di fornire un riconoscimento visibile e riconoscibile della partecipazione, una sorta di certificazione per i ragazzi partecipanti che li attesti come “CINI Certified Cyberdefencer”.
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Cyberchallenge 2018, un evento in crescita
Tra le iniziative di crescita, anche la possibilità di ospitare la gara europea Cyber, European Cyber Security Challenge, dove i vincitori di questa edizione della cyberchallegence andranno a contendersi un posto d’onore a Londra, come già avvenuto lo scorso anno in Spagna durante la quale, ricordiamo come la squadra italiana si sia classificata al terzo posto.
Un ringraziamento particolare è stato rivolto al Professor Camil Demetrescu che, in qualità di coordinatore nazionale della cyberchallenge, ha gestito tutta l’organizzazione e seguito le diverse squadre, supportato dal team c00kies@venice, Ca’ Foscari Venezia capitanata da Marco Squarcina ricercatore e coach per i ragazzi coinvolti, che insieme ai “cookies” ha realizzato la piattaforma esercitativa, “fatta in casa” ma perfettamente capace di supportare le prove di Capture the Flag Attacco/Difesa (CTF A/D) che sono state il fulcro della finale e si sono svolte nella meravigliosa cornice della sala dei gessi del Museo di Arte Classica dell’Università Sapienza di Roma, Facoltà di Lettere e Filosofia.
Proprio il Prof. Demetrescu ha ricordato la motivazione principale del programma, ovvero l’esigenza di competenze specializzate pari a 3,5 milioni di posti di lavoro entro il 2021, uno skill shortage che richiede la preparazione delle nuove generazioni per infondere motivazione, preparazione tecnica e una fondamentale cultura etica della cybersecurity.
Cos’è la Cyberchallenge
La Cyberchallenge 2018, pensata per “scovare” talenti nella fascia di giovani dai 16 a 22 anni, anche alla prima esperienza, li coinvolge mediante il gioco e la sfida intellettuale. Prima di entrare, i 1866 iscritti hanno sostenuto un pretest online che li ha ridotti a 644 unità destinate al test di ammissione per un totale di 160 selezionati per il programma.
Come prerequisiti solo saper programmare e la capacità di ragionamento senza nessuna esigenza di una esperienza pregressa di sicurezza informatica. Corsi e lezioni con approfondimenti verticali tematici su alcune discipline di sicurezza e allenamenti svolti con la collaborazione dell’IMT di Lucca, come una “Coverciano” della nazionale Cyber, per arrivare al CTF in cui sono stati selezionati i migliori e infine al CTF A/D che, nella giornata del 27 giugno, ha visto la competizione a squadre che per decretare il team vincente. Questo stesso team parteciperà alla competizione della European Challenge di Londra. Dopo questa esperienza le opportunità sono diverse ma i ragazzi non perdono la voglia di mettersi in gioco e ad esempio, fra i partecipanti della scorsa edizione è stato formato il team “mHacheroni” qualificato al 2ndo posto al DEF CON CTF ed ammesso alla finale di Las Vegas.
Ma se l’impegno dei ragazzi è stato formidabile, il successo dell’intera iniziativa si deve al lavoro di squadra operata dalla scuola, l’università, le aziende, il governo, e ai tanti volontari che hanno aiutato e sostenuto operativamente il programma.
La sinergia con le Istituzioni
Proprio il tema dell’azione sinergica di tutta la cybernazionale, di cui la Cyberchallenge 2018 rappresenta un tassello fondamentale, è stato il fulcro dell’intervento del Prof. Roberto Baldoni vice Direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza della Repubblica – DIS che, oltre a sottolineare l’importanza della squadra e delle forze del paese, ha evidenziato quanto siano i ragazzi a rappresentare una risorsa di qualità per il futuro. Un futuro che fin da oggi si sta costruendo operativamente a partire dalla nuova organizzazione operata dal decreto Gentiloni (DPCM del 17 Febbraio 2017) e giorno per giorno portata avanti, proprio dal suo ufficio del Nucleo Sicurezza Cibernetica, avendo ben chiara la strategia nazionale espressa nel piano nazionale per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica (ed. aggiornata al maggio 2017) che prevede 11 operational linee guida (Operational Guidelines – OGs) e 95 linee di effort (Line of Effort – LoEs) a cui si sta dando attuazione in modo progressivo e soprattutto operativo. Infatti, gli interventi sono volti a prevenire e proteggere il sistema Paese, infrastrutture critiche, asset nazionali, organizzazioni governative e militari, per fare in modo che una crisi nazionale cyber non costituisca una failure maggiore, cercando anche di supportare lo sviluppo di una industria nazionale cyber. In questo senso l’NSC si fa collante e abilitante per federare azioni, iniziative e tutti insieme raggiungere gli obiettivi strategici necessari a proteggere la crescita del Bel Paese.
Alla premiazione della Cyberchallenge 2018 è intervenuto anche il Prefetto Alessandro Pansa Direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza della Repubblica che ha dichiarato come la cybersecurity rappresenti un elemento fondamentale della sicurezza nazionale del Paese per la infrastrutture critiche e per la valutazione dello stato di emergenza in funzione di un evento critico cyber. Il Prefetto ha anche evidenziato l’importanza di un tessuto molto ampio di competenze per aumentare la consapevolezza, ma anche per operare fattivamente al di là dei mezzi tecnologici sofisticati o meno, poiché senza la competenza diffusa nelle entità istituzionali pubbliche e private non potremo crescere, come invece è necessario per competere a livello internazionale da un punto di vista politico economico. Infatti, in un sistema interconnesso sebbene esistano delle eccellenze, non esistono barriere o frontiere e allora la difesa deve essere alla base, deve permeare la società, anche per impedire che la cultura delle fake news possa minare la stabilità, influenzare la popolazione durante le elezioni e in generale essere uno strumento di propagando politica come già lo è oggi in ambito commerciale. La conoscenza e la sicurezza informatica quindi, come baluardo per la difesa da meccanismi manipolatori per saper discernere, capire, e difendersi.
Alla richiesta al Prefetto di quali siano a suo avviso le azioni efficaci per poter accompagnare questi talenti a permeare il paese con le loro competenze e con il loro entusiasmo, Alessandro Pansa ha specificato come sia la collaborazione fra l’Università e le aziende il motore principale dello scambio vicendevole fra i talenti e la società, grazie al quale i ragazzi possono crescere nel mondo del lavoro e in cambio contribuire all’aumento della consapevolezza in tema di sicurezza informatica.
Nel corso della giornata sono Intervenuti anche i rappresentanti di alcune delle aziende sponsor del programma: Aizoon, Almaviva, Cisco, Eni, Generali, IBM, che hanno sottolineato l’importanza al sostegno del programma nazionale dando cenni anche di come tale interesse si concretizzi nei servizi, ed asset delle rispettive realtà.
I capitani delle tre squadre finaliste, Giovanni Schiavon del Politecnico di Milano, Andrea Biondo dell’Universita’ di Padova e Nicolo’ Mazzucato, dell’Universita’ Ca’ Foscari di Venezia hanno presenteato una breve sintesi del loro lavoro evidenziando gli elementi di maggiore sfida e interesse durante la CTF A/D. infine, i tre team finalisti sono stati premiati alla presenza di tutti i rappresentanti dell’università, del Dis e delle aziende sponsor.
A testimonianza ulteriore del valore attribuito ai talenti dopo la premiazione si è svolta la “recruitment fair” per permettere ai ragazzi di conoscere e farsi conoscere, perché se lo skill shortage deve assottigliarsi, si può partire proprio da qui.
La giornata finale della Cyberchallenge 2018 ha dato ampio spazio ai ragazzi vincitori e alla cultura dell’Hacking Etico di cui vi parleremo a breve in un altro articolo.