Lo abbiamo chiesto a Carina Rossa, membro del Consiglio direttivo della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes
I dati su Cyberbullismo aumentano ogni anno in Italia, dal +8% di casi nel 2016 rispetto agli anni precedenti (fonte Ansa) fino ad arrivare all’incidenza di 1 ragazzo su 10, tra gli 11 e i 13 anni e ad un +8,5% tra gli adolescenti tra i 14 e i 19 anni (dati Osservatorio Nazionale Adolescenza Onlus e Skuola.net su un campione di circa 8000 studenti).
Il 17 maggio del 2017 la camera ha anche approvato la legge sul contrasto al cyberbullismo che formalmente identificato il reato di “cyberbullismo”, definito secondo il testo come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o piu’ componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
La legge prevede diverse figure nella scuola e fra gli organi istituzionali per contrastare e prevenire il cyberbullismo e creare una banca dati per monitorare il fenomeno.
International Cyberbullying Observatory
In questo scenario si inserisce anche il progetto International Cyberbullying Observatory (ICO) studiato per rispondere all’appello più volte lanciato da Papa Francesco per il benessere dei ragazzi nel web. I dati raccolti sul fenomeno verranno presentati dal Comitato scientifico di ICO, nell’ambito del primo congresso mondiale sul rapporto tra minori e web, davanti a rappresentanti istituzionali e alle delegazioni di studenti di circa 30 Paesi, durante un evento specifico organizzato a Castel Gandolfo proprio durate questa primavera, (in collaborazione con iDea Congress, società specializzata nel fundraising e nell’organizzazione di congressi n.d.r.). L’iniziativa ha due anime costituenti: la Fondazione Scholas fondata da Papa Francesco per promuovere il diritto all’educazione grazie alle rete di oltre 440 mila scuole in tutto il mondo e la Fondazione Carolina, impegnata nella tutela dei minori sul web in memoria della prima vittima di cyberbullismo, Carolina Picchio, divenuta simbolo per tutti i ragazzi.
L’intervista
Abbiamo approfondito l’iniziativa con Carina Rossa, membro del Consiglio direttivo della Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes.
Startupitalia: quali sono i principali obiettivi dell’Osservatorio?
Carina Rossa: La Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes attraverso il programma “Scholas.cittadinanza” svolto in varie città del mondo, ha raccolto la preoccupazione dei ragazzi per ciò che riguarda il fenomeno del bullismo e cyberbullismo presente in modo sotterraneo dietro altri problemi (sistema educativo, pregiudizi, discriminazione, ecc.). L’inquietudine che suscita questa problematica è condivisa da tutti gli studenti di scuole pubbliche e private, appartenenti a diverse confessioni religiose e laiche. I ragazzi hanno chiesto pubblicamente ai governi e alla società di affrontare efficacemente questa problematica formando gli insegnanti e le autorità. La Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes, fedele al suo compito di “ascoltare e dare voce ai ragazzi” e di “ricostruire il Patto educativo” sente il dovere di intraprendere azioni di contrasto al Cyberbullismo coinvolgendo tutti gli attori. Questo è lo scopo principale dell’Osservatorio Internazionale che stiamo costituendo e che è composto da un consiglio di esperti e di ragazzi che porterà avanti nel corso degli anni un numero sempre più rilevante di progetti.
Startupitalia: Quali sono le iniziative concrete per raggiungere questi obiettivi e i tempi di attuazione?
C.R. Il primo passo dell’Osservatorio è la realizzazione una ricerca che fotograferà il fenomeno nel mondo con il coinvolgimento di 450.000 scuole. Questo consentirà di mettere a sistema dati ed esperienze comuni in grado di fornirci un quadro non intuitivo, ma realistico del contesto. Il secondo passo sarà costituito dall’organizzazione della “Settimana di Prevenzione del Cyberbullying”, che si realizzerà a Roma dal 10 al 16 giugno 2019. In questi sette giorni sono previsti un Ciclo di Conferenze Webinar, il Congresso Mondiale del Cyberbullying ed un Flashmob in Piazza San Pietro. Nel frattempo, il Comitato Scientifico composto da accademici del settore appartenenti a dodici università del mondo, sta mettendo a punto una ricerca di tipo quantitativo e qualitativo. Inoltre, l’Osservatorio ha cominciato a raccogliere buone prassi, materiali di prevenzioni e metodologie di intervento e di azione risolutiva, provenienti dai cinque continenti. Da giugno in poi l’Osservatorio continuerà con il lavoro di ricerca, sensibilizzazione e diffusione degli esiti della ricerca per la prevenzione ed intervento a livello mondiale.
Startupitalia: In quale ordine e grado scolastico saranno attuate e come procederete con le scuole in Italia?
C.R. L’ambito d’intervento dell’Osservatorio è quello dell’educazione formale e non formale. Per il comparto dell’educazione formale ci interessa ogni ordine e grado, privilegiando i più piccoli di età visto che il fenomeno si sta manifestando in età sempre più precoce. Ci aspettiamo il coinvolgimento dei ragazzi come soggetti attivi nell’Osservatorio e dei giovani universitari attraverso la ricerca. Tuttavia, siamo inclini al lavoro nell’ambito dell’educazione non formale, e cioè gli oratori, le associazioni sportive e gruppi artistici. In particolar modo e’ necessario intervenire sul mondo della famiglia e ldela formazione genitoriale.
L’ambito di attuazione sarà a livello mondiale ma in particolare con l’Italia, insieme alla Fondazione Carolina, si pensa alla formazione di tavoli tecnici di studio, confronto e sensibilizzazioni in diverse città italiane.
Startupitalia: Si può partecipare all’iniziativa come formatore? se si come fare e chi puo’ candidarsi?
C.R. Abbiamo lanciato una Call for Papers con lo scopo di raccogliere ricerche, buone prassi, esperienze e conoscere persone interessate a mettere in rete le loro competenze. I contributi devono essere inviati a: [email protected]
Startupitalia: Come si svolge invece l’indagine globale sull’esperienza digitale degli studenti?
C.R. Un gruppo lavora su una Meta Research in tema di norme nazionali e internazionali per la prevenzione e il contrasto del fenomeno. Il Comitato Scientifico produrrà un report aggregato sulle norme e un quadro comparativo su di esse. Un secondo gruppo di lavoro invece, si occupa di redigere un report sul fenomeno, una mappatura internazionale di pubblica utilità finora mancante. Un terzo gruppo sta realizzando una valutazione del fenomeno di tipo qualitativo attraverso l’analisi di narrative e un quarto gruppo analizza le buone prassi.
Startupitalia: Da chi è costituito il Comitato scientifico di ICO?
C.R. Il comitato è costituito da professori nazionali e internazionali afferenti ad alcune delle maggiori UNiversità: Claudia Prioste (Universidade Estadual Paulista UNESP, Brasile); Denise Stordeur (Universidad del Norte Santo Tomás de Aquino, Argentina); Mariana Clini Diana (Istituto Crecer, Brasile); Cristina Myers (Omnis Institute, Inghilterra); Angel Manuel Turbi Pinazo Universidad Católica de Valencia, Spagna); Giovanni Ziccardi (Università degli Studi di Milano, Italia); Paolo Ferri (Università Biccoca di Milano, Italia); Piermarco Aroldi (Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Italia); Emanuele Serrelli (Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Italia); Liliana Stordeur (Universidad del Norte Santo Tomás de Aquino, Argentina); Luciano Di Mele (Università Uninettuno, Italia). I direttori del Comitato sono: Italo Fiorin (Università Lumsa, Italia); Luca Bernardo (Asst Fatebenefratelli, Italia) mentre i coordinatori sono Ivano Zoppi (Fondazione Carolina) e me stessa per la Fondazione Pontificia Scholas Occurrentes.
Startupitalia: Cosa è previsto a valle dei risultati dell’indagine?
C.R. si vuole monitorare il fenomeno e continuare nella sensibilizzazione e diffusione, per la presa di coscienza di tutti gli attori della società incominciando da chi ha più responsabilità (ossia i gestori dei social network). Un obiettivo importante è la prevenzione e quindi si punta ad una diminuzione dei comportamenti violenti ed ad un aumento di atteggiamenti pro sociali. Sarebbe auspicabile che i mezzi di comunicazione siano utilizzati per fare vere esperienze di incontro e di fraternità in un mondo che ne ha davvero bisogno. Auspichiamo che le maggiori possibilità di comunicazione si possano tradurre in maggiore possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti.