Oscurato sui social – ma non del tutto – il video è una intervista a Judy Mikovitz
Il 7 maggio la pagina Facebook “Il Grande Inganno” ha pubblicato sottotitolato in italiano un servizio di 26 minuti: Plandemic. Chi oggi naviga su questa pagina che richiama, spesso con toni urlati, contenuti e video contro i vaccini e il 5G può ancora visualizzare questo servizio. La piattaforma di Mark Zuckerberg – che da anni ha cambiato idea sul proprio ruolo nella lotta contro le fake news – ha aggiunto una schermata in cui sentenzia: “Informazione falsa. Verificato da fact-checker indipendenti”. Eppure il filmato resta online: si può vedere e rivedere, condividere e commentare. Sono spariti i sottotitoli ed è stato improvvisato un doppiaggio in italiano del servizio realizzato in lingua inglese. Ma oltre alle responsabilità delle piattaforme e dei social network nella diffusione di notizie con contenuti falsi e manipolati, cosa insegna il caso Plandemic?
Chi è Judy Mikovits, protagonista di Plandemic
Plandemic è costruito attorno alla figura di Judy Mikovits, 62 anni, ricercatrice controversa intervistata dal regista Mikki Willis, proprietario della casa di produzione Elevate con sede in California. Science Mag ha ricostruito la storia professionale della donna: nel 1988 ha iniziato la sua carriera dentro il National Cancer Institute e nel 1991 ha ottenuto un PhD in biochimica alla George Washington University; la sua carriera non ha registrato grossi risultati di ricerca fino a che, nel 2009, Mikovitz ha iniziato a far parlare di sè in quanto coautrice di un paper pubblicato su Science nel quale si spiegava come un retrovirus dei topi fosse la causa di alcune malattie. La tesi è stata ritrattata e smentita dalla rivista stessa pochi anni dopo.
Anthony Fauci e il Presidente USA Bush nel 2005
Nel servizio fake Plandemic la donna fa anche riferimento al suo arresto, motivando la sua detenzione come una reazione da parte del sistema per farla tacere in quanto colpevole di voler rivelare scomode verità su vaccini e scienza. Come ha spiegato il New York Times in un articolo che smonta i contenuti di questo lungo video divenuto subito virale con milioni di visite negli USA e in tutto il mondo, Mikovits è stata accusata di furto (accusa poi ritirata). Nel bislacco doppiaggio della pagina Facebook che ha ripubblicato in italiano il contenuto, la donna spiega che «se ora non fermiamo questa cosa perderemo la repubblica, la libertà e l’umanità». Il regista che l’ha intervistata fa riferimento anche a Plague of corruption, il libro scritto dalla donna.
I nuovi nemici
Tra le figure prese di mira nel video ci sono Antony Fauci, il numero 1 della task force della Casa Bianca impegnato contro il coronavirus e il nuovo “Soros” dell’estrema destra in tutto il mondo, il cofondatore di Microsoft Bill Gates. Contro quest’ultimo Mikovits dice – sempre nel doppiaggio in italiano – che «non è eletto» e sta distruggendo «milioni di persone» per via del fatto che ha chiesto che tutta la popolazione mondiale venga vaccinata. Nella continua lotta tra USA e Cina sull’origine del virus e sulle colpe rispettive – Pechino crede che sia colpa di Washington, mentre Trump continua da giorni a lanciare attacchi contro la negligenza della Cina – ebbene, la donna spiega che il virus sarebbe anche il frutto di un’attività di laboratorio. «Non uso la parola creato. Si può dire che è accaduto naturalmente con l’aiuto del laboratorio», ha detto.
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«I vaccini aumentano il contagio»
Nello strampalato doppiaggio del video rilanciato su Facebook dopo essere stato giudicato inattendibile dai fact-checher – eppure, lo ribadiamo, mantenuto online – si sente dire che «i vaccini influenzali aumentano del 36% la percentuale di Covid 19». Pure sulle mascherine la donna ha da obiettare visto che in passato ha sostenuto che questo tipo di presidio sanitario – fondamentale per proteggere se stessi e gli altri – andrebbe addirittura ad “attivare” il coronavirus. Secondo Science Mag Jury Mikovits rientrerebbe anche nel tenebroso dibattito intorno al delicatissimo tema dell’autismo.
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The Atlantic e BuffFeed News hanno affrontato in questi giorni i motivi del successo di questi contenuti, soprattutto alla luce delle reazioni dei media e delle piattaforme che, non del tutto, hanno oscurato Plandemic. Una volta che un video viene rimosso ci sarebbe una sorta di nuovo appeal come ha detto Renee Di Resta, dell’Osservatorio Internet di Stanford. «Lo si vede spesso in situazioni di crisi, dove c’è un pubblico curioso e morboso e dove si pensa di combattere una battaglia contro la censura». Il motivo per cui funzionano video simili è anche perché c’è la narrazione della talpa che svela i segreti. «Sarà trattata come una talpa – ha detto DiResta a BuzzFeed News – e questo perché la narrazione della talpa funziona davvero».