Non dai le generalità al barista? Non avrai la tua pinta di birra ghiacciata…
Una delle misure più sofferte – e non scherziamo – che il governo di Boris Johnson ha dovuto prendere avviando il lock down è stata la chiusura dei pub. Diversi politici di spicco avevano persino partecipato a bevute di requiem che si sono tenute in bar super-affollati nelle ultime ore prima che scattasse l’ora “X”, quella della chiusura, per protestare contro l’iniziativa. I numeri della diffusione della malattia, che ha colpito lo stesso Primo ministro britannico, hanno convinto gli inglesi a rinunciare al rito della birra sorseggiata tra amici e adesso, nell’Inghilterra post-Covid19, i pub si apprestano a riaprire con nuove, stringenti, regole. Quella del No name, no pint non piace a tutti…
No name, no pint
No name, no pint è la misura principale studiata dal governo per tutelare la popolazione dal rischio di una seconda ondata. Dato che i pub potrebbero rivelarsi focolai eccezionali, se non si comunicheranno le proprie generalità al barista per consentire di risalire alla linea dei contagi in caso un avventore si riveli positivo, non si potrà avere l’agognata pinta di birra.
La proposta sta facendo rumoreggiare tanto i gestori, che non vogliono tramutarsi in poliziotti, quanto i clienti, ma andrà digerita se i pub inglesi vogliono tornare a sollevare le serrande a partire dal prossimo 4 luglio, come preannunciato dal premier Johnson.
Leggi anche: La Germania nell’incubo lockdown, chiusa la città del mattatoio
Oltre alla regola del No name, no pint, non si potrà più bere al bancone. Pub, ristoranti e parrucchieri dovranno tenere un registro dei clienti per 21 giorni per aiutare le operazioni di tracciamento del servizio sanitario pubblico Nell’Inghilterra di William Shakespeare e dei teatri sotto le stelle ancora vietati spettacoli teatrali e concerti. Nel pacchetto delle riaperture per il mese di luglio il governo ha però stabilito che la distanza minima tra persone si riduce da 2 metri a un metro.
La Scozia rinuncia ai pub al chiuso
A sorpresa, la Scozia ha deciso di adottare una linea più dura di alleggerimento del lockdown, penalizzando proprio i suoi noti e amati pub. Lo ha annunciato oggi la first minister locale, Nicola Sturgeon, indicando un diverso percorso per i locali pubblici che prevede la riapertura di pub e ristoranti dal 6 luglio limitata a chi dispone di spazi all’aperto, mentre il via libera ai negozi non essenziali (già in vigore da giugno in Inghilterra) è stato rinviato al 13 luglio così come la possibilità di incontrarsi in casa fra due nuclei familiari diversi verrà concessa solo a partire dal 15 dello stesso mese. Sturgeon, leader indipendentista dell’Snp, ha ammesso che si tratta di un percorso “più lento rispetto all’Inghilterra, ma giusto date le circostanze” locali. Ha poi confermato che la Scozia – come il Galles e l’Irlanda del Nord – mantiene per ora l’indicazione generalizzata del distanziamento di 2 metri