Una nuova normalità a Wuhan, il primo focolaio del coronavirus
Code in autostrada. Ma questa volta non c’entra il traffico a cui siamo stati sempre abituati. All’arrivo in uno dei caselli autostradali di Wuhan la polizia e le autorità misurano la temperatura a ciascun automobilista e passeggero. La città focolaio da cui tutto è partito torna gradualmente alla normalità. Il profilo Twitter di China Daily ha pubblicato un video ripreso da un drone, grazie al quale è visibile la lunga scia di automobili pazientemente in attesa degli ennesimi controlli sanitari necessari per scongiurare quello che gli esperti chiamano il contagio di ritorno. Il coronavirus ha scosso la Cina e ora tocca al mondo intero, con effetti sull’economia e sui rapporti tra le persone.
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© Fonte: Profilo Twitter China Daily
Cina: qual è la nuova normalità?
Le cronache di questi giorni, mentre l’Italia e tutto l’Occidente sono ancora alle presa con numeri inquietanti su contagi e decessi, mostrano la città di Wuhan ripopolata dai suoi abitanti, con una vita che torna lentamente ai normali ritmi cui era abituata questa megalopoli da 11 milioni di persone. Quasi nessuno ne aveva sentito parlare prima di gennaio, fino alle prime notizie su un misterioso virus diffusosi, pare, in uno dei wet market della città.
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#DroneChina People stranded in other cities are returning back to Wuhan for work! Cars line up and wait to have temperature checks at the Wu'e high-speed toll station of #Wuhan. #BackToWork pic.twitter.com/HLmxHDaEgU
— China Daily (@ChinaDaily) March 26, 2020
La storia di Wuhan ci insegna che la normalità non sarà riconquistata da un giorno all’altro. La fila in autostrada è dovuta ai rientri di tante persone che, residenti in altre città vicine, sono potute tornare al lavoro dopo tanto tempo. Wuhan resta però isolata sul fronte dei collegamenti aerei, che riprenderanno soltanto l’8 aprile, anche se restano escluse le tratte da e per Pechino e quelle internazionali. La quarantena e l’isolamento possono dirsi terminati, ma il gigante asiatico non può permettersi di abbassare la guardia: fino a quando non sarà trovato un vaccino, il contagio di ritorno resta un’eventualità tutt’altro che remota.