La stima della relazione tecnica del Governo parla di 92mila contagi entro il 18 marzo, dopodiché, se si seguiranno le regole, dovrebbe scemare
Mancherebbero 72 ore al picco dell’epidemia di Coronavirus previsto dal pool di scienziati cui si è affidato il Governo per prendere le decisioni che hanno, a poco a poco, bloccato il Paese. Il modello elaborato, infatti, vede la situazione sanitaria aggravarsi in maniera crescente fino al prossimo 18 marzo per poi iniziare una lenta diminuzione dei contagiati, almeno se tutti rispetteranno le misure del decreto #iorestoacasa.
© Ministero della Salute
Quando è previsto il picco dell’epidemia di Coronavirus
Nella relazione tecnica del terzo decreto sull’emergenza si legge: “Sulla base dei dati riportati sul sito del ministero della Salute sull’andamento dei contagi fino al 8 marzo u.s. e ipotizzando un andamento futuro dei contagi giornalieri come dal grafico seguente, elaborato considerando un raddoppio dei contagi in circa 3 giorni fino a metà marzo e successivamente un graduale calo dovuto alle misure di contenimento varate dal Governo. Questo andamento porterebbe ad un numero di soggetti contagiati complessivi pari a circa 92mila“.
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Insomma, se il modello predittivo cui si è affidato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per prendere le difficili decisioni di chiusura del Paese è affidabile – e a oggi parrebbe di sì -, il picco dell’epidemia è ormai dietro l’angolo: tra i 4.000 e i 4.500 nuovi contagi al giorno nelle prossime ore e un totale complessivo di 92mila soggetti positivi al Covid-19. Nella giornata di oggi, domenica 15 marzo, i contagiati in più rispetto a ieri sono stati 2.853 per un totale (che tiene conto dei guariti e dei decessi) di 24.747 casi.
Siamo dunque in linea con le previsioni degli scienziati sul picco dell’epidemia. Questo vuol dire che ci aspettano ore particolarmente intense e difficili ma anche che siamo vicini al giro di boa, dopodiché l’epidemia di Coronavirus dovrebbe iniziare a scemare lentamente, per sparire del tutto nella seconda parte di aprile. A patto, però, che tutti facciano i compiti a casa e continuino a non uscire e a comportarsi in senso responsabile. Si calcola che la maggior parte dei contagiati impieghi tra i 5 e i 14 giorni prima di manifestare i sintomi e che il periodo di quarantena possa in determinati casi superare i famosi 14 giorni, perciò è indispensabile restare in casa il più possibile, soprattutto se si ha avuto l’influenza.
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A proposito delle persone che non possono uscire, il Governo ha calcolato che, per ogni individuo che risulta infetto, almeno 4 in media debbano essere messi in quarantena. Questo vuol dire che entro il picco dell’epidemia saranno tra i 390 e i 400mila gli italiani con il divieto assoluto di uscire. L’equivalente di una città come Bologna.
Gli scienziati inglesi: la pandemia durerà 1 anno
Meno ottimista è il paper redatto dal Public Health England per il servizio sanitario nazionale britannico (Nhs) che pochi minuti fa ha riportato il Guardian. Il documento, che potrebbe essere alla base delle vociferate retromarce del premier Boris Johnson sul modo di affrontare l’emergenza (quarantena limitata agli ultra-70enni), stima che la pandemia perdurerà almeno un anno con l’80% della popolazione positiva al Covid-19 e non meno di 7,9 milioni di ospedalizzati.