Dopo il “no” incassato dall’ABI, i rappresentanti della categoria si appellano al premier per uno stop di 15 giorni
Una chiusura di 15 giorni per mettere al riparo dal rischio infezione da Coronavirus chi lavora nelle banche, dietro lo sportello. È questo l’appello che i sindacati hanno indirizzato al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, affinché decida di escluderli dalle deroghe previste dal decreto #iorestoacasa.
© ABI
Banche, cosa chiedono i sindacati
“In questi giorni così delicati per il Paese – scrivono in una lettera congiunta Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin – giorni di decisioni anche difficili prese al fine di tutelare nella misura massima la salute e la sicurezza di tutte le cittadine e i cittadini non possiamo non apprezzare l’impegno del Suo Governo nella gestione di questa così delicata ed inaspettata contingenza”.
“Come Organizzazioni Sindacali – prosegue la lettera – abbiamo gestito sino ad ora l’emergenza di concerto con ABI, sollecitando in misura massima il pieno utilizzo degli strumenti di lavoro alternativi come lo smart working, tuttavia ad oggi, considerate anche le decisioni assunte ai vari livelli anche circa l’interpretazione della mobilità abbiamo diverse e forti perplessità circa l’impatto che queste decisioni potrebbero avere rispetto al contenimento o l’incentivazione dei contagi”.
Leggi anche: Coronavirus, ABI: telefonate prima di andare in banca
“Nella giornata del 12 Marzo – ricordano i sindacati del settore delle banche – ci siamo unitariamente rivolti al Ministro dell’Interno denunciando la massiccia affluenza di clientela presso gli sportelli bancari, anche per svolgere operazioni non urgenti, segnalando le code di anziani che come a tutti noto tra le categorie più fragile e a maggior rischio di contagio. A tal punto, pur rientrando il settore bancario nel novero dei “servizi pubblici essenziali” ad oggi la situazione in tutte le agenzie bancarie risulta di assoluta emergenza, non solo per il numero di contagi che via via riscontriamo fra le lavoratrici e lavoratori ma per l’afflusso continuo di clientela che giornalmente le agenzie si trovano a dover gestire”.
La querelle con ABI
“ABI ha raccolto il nostro appello, invitando con comunicato stampa del 15 Marzo tutta la clientela a recarsi in filiale solo se necessario ed indispensabile. Nell’incontro in videoconferenza del 16 Marzo finalizzato a stilare un Protocollo di settore in materia di salute e sicurezza abbiamo altresì richiesto la chiusura per 15 giorni di tutti gli sportelli bancari su tutto il territorio nazionale, questo per massimizzare gli effetti di distanziamento sociale al fine di arginare il diffondersi dell’epidemia da Covid- 19 e tutelare massimamente lavoratrici, lavoratori e clientela evitando che le filiali si trasformino in luoghi di contagio e propagazione del virus. All’esito della consultazione del Comitato Esecutivo del 18 Marzo ABI ha respinto la nostra richiesta invocando il rispetto della normativa in materia di servizi pubblici essenziali. Riteniamo dunque necessario e non più procrastinabile rivolgerci direttamente a Lei rispetto alla perplessità e al dissenso che unitariamente manifestiamo rispetto alla interpretazione del DPCM 11 Marzo 2020″.
© ABI
“Chiediamo pertanto al Suo Ufficio di procedere con l’adozione di un provvedimento straordinario in accoglimento della richiesta già formulata ad ABI, ovvero la chiusura per 15 giorni di tutti gli sportelli bancari su tutto il territorio nazionale. In qualità di Segretari Generali delle categorie produttive del credito, siamo totalmente a disposizione nel contribuire a favorire la piena applicazione delle disposizioni governative e chiediamo a Lei ed al Suo Governo convinti però che in questa particolare fase la salute e la sicurezza del Paese sia di assoluta priorità. Questo a tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici dei lavoratori e della clientela tutta”.
ABI contraria alla chiusura
Questa, invece, la replica dell’Associazione Banche Italiane alle richieste dei sindacati: “il personale presente – nel rispetto di tutte le prescrizioni igieniche sanitarie – assicurerà alla clientela l’erogazione dei servizi essenziali che non possono essere soddisfatti attraverso i canali “remoti” e gli sportelli automatici, attraverso anche l’attenta gestione del relativo accesso fisico alla filiale”. ABI si limita a rinnovare l’invito “rivolto a tutti i cittadini a contribuire al massimo alla lotta al coronavirus evitando il rischio di contagio, utilizzando per le operazioni bancarie ‘i canali che non richiedono presenza fisica – disponibili da casa tramite computer e telefono – nonché i bancomat all’esterno delle filiali. Per le inderogabili esigenze che richiedono di recarsi comunque in filiale, l’invito è a telefonare prima alla propria banca per ricevere tutto il supporto necessario”. Precauzione però che i sindacati non ritengono sufficiente. Ora starà a Giuseppe Conte decidere.