Ci sono pro e contro di questi esami del sangue
Non si scandiscono più i mesi, ma le fasi. La Fase 1 è quella in cui tutta Italia sta vivendo da diverse settimane, ovvero da quando è entrato in vigore il lockdown. La Fase 2 potrebbe iniziare – non si sa ancora quando – con un’operazione sanitaria di massa che prevede test sierologici a tappeto per milioni di cittadini. Non si tratta dei tamponi, ma di rapidi esami del sangue che verrebbero eseguiti sulla maggior parte della popolazione per «determinare la diffusione del coronavirus e avere informazioni rilevantissime sull’immunità di gregge, quindi elaborare strategie fondate su dati solide per far ripartire il Paese», come ha dichiarato il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli.
Leggi anche: Conte risponde a von der Leyen: “Serve sforzo senza precedenti”
Test sierologici: a cosa servono?
I test sierologici sono esami del sangue che, per il Covid 19, identificano la presenza o meno di anticorpi suggerendo, dunque, se il contagio c’è già stato e se a questo è seguita l’immunizzazione. Secondo i medici questi strumenti rivestono una grande importanza per capire la diffusione della malattia sul territorio nazionale, ma c’è comunque il rischio dei falsi negativi: ovvero persone che, dopo aver contratto il coronavirus, non hanno ancora sviluppato gli anticorpi. Tra le Regioni più attive su questo fronte c’è il Veneto: il governatore Luca Zaia ha appoggiato un piano per mappare il contagio utilizzando questi test.
Leggi anche: Telemedicina, i servizi pensati per pazienti “no Covid19”
Pro e contro
Tra gli aspetti positivi dei test sierologici c’è quello della sicurezza. «Questi test – ha spiegato Ennio Tasciotti, già direttore del Centro di Medicina Biomimetica del Methodist Hospital di Huston – sono più sicuri e richiedono minori norme di sicurezza per chi li effettua. Il campione da analizzare non prevede il maneggiamento di materiale infetto da virus in forma attiva, in quanto il virus non è presente nel sangue». Inoltre c’è il capitolo costi: il kit per un singolo test arriva a costare anche 10 euro, addirittura 20 volte in meno rispetto ai test molecolari sui tamponi naso-faringei.
Leggi anche: Coronavirus | Come funziona l’app che vuole mappare il contagio in Lombardia
Prima di qualsiasi programmazione dei test sierologici a tappeto per la Fase 2, il Governo deve capire se l’affidabilità di questi esami è sufficiente come base per far uscire la gente di casa in sicurezza. In altre parole, il rischio contagio di ritorno non è affatto scongiurato. «Il problema – ha spiegato il virologo Roberto Burioni – è che non sappiamo ancora con certezza che tipo di difesa offrano tali anticorpi al soggetto, anche se è probabile che una protezione, anche limitata, venga garantita». Nel caso si avviasse il test di massa sarà importante aver raggiunto un livello di affidabilità sufficiente.