Tre varianti dello smartphone pensato per i gamer. Con in comune un design che richiama i PC, e la vocazione a diventare piattaforma principe per il mobile gaming
Il nuovo capitolo del mobile gaming in casa Asus passa dal numero 5: il 4 si salta sempre in Cina, per scaramanzia, dunque ecco spiegato il nuovo nome dello smartphone pensato per chi gioca, che quest’anno punta ad affinare una piattaforma hardware che nel tempo si è andata perfezionando fino a rendere già il modello precedente un prodotto ben riuscito a tutto tondo, che farebbe felice qualunque utente. Ma, inutile negarlo, se con lo smartphone ci giocate questo è un prodotto assolutamente all’altezza delle vostre aspettative: quest’anno poi Asus non ha voluto praticamente fare compromessi nel disegnare la scheda tecnica, gettando le basi per la definitiva affermazione di questo smartphone nella propria nicchia. E, forse, non solo.
Lezione imparata
Già con la terza versione, Asus aveva fatto capire di aver capito quale fosse la strada giusta da seguire: per esempio dotando uno smartphone dalle dimensioni generose di uno schermo all’altezza, di una batteria capiente, di un comparto fotocamere adeguato. Quest’anno fa lo stesso: così il processore a bordo è il recente Snapdragon 888 di Qualcomm, al momento il più potente SoC disponibile per il mondo Android (e non solo) che supporta ovviamente anche il 5G e garantisce – anche grazie alla nuova GPU integrata e la memoria LPDDR5 montata – prestazioni assolutamente all’altezza delle esigenze odierne e per tutta la durata media della vita di un telefono. Ah, per chi non si accontenta: esiste una versione che monta 18GB di RAM, una valore fin qui mai raggiunto altrove e che probabilmente ha più senso per il marketing che per il telefono stesso.
Lo schermo è senz’altro una nota interessante da commentare: AMOLED Samsung da 6,78 pollici di diagonale, refresh variabile fino a 144Hz (il ROG Phone era stato tra i primi a far debuttare questo tipo di soluzione) con tempo di risposta di appena 1ms e frequenza di campionamento del touch fissata a 300Hz con latenza inferiore ai 25ms. Rispetto allo scorso anno si è fatto un lavoro aggiuntivo sulla qualità del display montato: il Delta-E è inferiore al valore di 1, garantendo rispetto alla fedeltà cromatica dei colori rappresentati, così come sono stati introdotti quegli algoritmi di elaborazione delle immagini che permettono di migliorare la resa in termini di gamma dinamica anche ai contenuti che non sono HDR nativi. Bene anche la scelta dello schermo Gorilla Glass Victus, al momento il più resistente su piazza.
Altro aspetto peculiare su cui si concentra Asus è la batteria: quest’anno è da 6.000mAh, quindi sempre parecchio generosa, ma come la concorrenza l’azienda taiwanese ha puntato anche su un miglioramento delle performance tramite il software e non solo per migliorare l’autonomia della singola ricarica. Il ROG Phone 5 può essere configurato per stabilire il limite massimo della ricarica della batteria, così da poter sperare di allungarne la vita utile, scegliere la velocità con cui la batteria viene ricarica, persino indicare in quali intervalli il telefono deve attingere alla corrente e quando invece limitarsi a non perdere carica se collegato all’alimentazione. Bene anche il dato di targa del caricabatterie fornito: 65W, di fatto il valore massimo in circolazione, che dovrebbe garantire ottima velocità anche per gli splash-n-go di pochi minuti attaccati alla presa.
Anche il gamer vuole la sua parte
Fin qui dunque la scheda tecnica da primo della classe, che mette lo smartphone alla pari con le ammiraglie di quasi ogni altro marchio. Ora però bisogna parlare di ciò che rende questo smartphone un vero gaming phone: e tanto vale cominciare da quegli aspetti di design, prima che funzionali, che lo rendono davvero particolare. Per esempio il display posteriore montato dalle versioni Pro e Ultimate: lo chiamano ROG Vision, ricorda quanto si è visto sui laptop per esempio nella linea Zephyrus, e permette di mostrare animazioni o messaggi di stato per offrire un’esperienza il più possibile personalizzata all’utente-tipo di questo smartphone. Unica differenza tra i due modelli è il tipo di tecnologia impiegata: un display a colori per il Pro, monocromatico per la Ultimate.
Veniamo alle cose serie. Cominciamo dal nuovo audio stereo, ottimizzato da Dirac e costruito sulla base di due speaker posti ai due lati dello smartphone, dotati di 7 magneti ciascuno per migliorare le performance sonore per volume e qualità, anche grazie alla presenza a bordo di un DAC e un connettore jack da 3,5mm che torna quest’anno dopo essere sparito nel 2020. Tramite apposita app, l’utente può personalizzare l’esperienza sonora: e lo stesso si può fare con le performance generali, ancora come già avviene sui laptop ROG per cui si può selezionare un’apposita combinazione di performance, consumi e pressione sonora determinata dalla velocità di rotazione delle ventole per adattarli alle proprie esigenze.
Non mancano ovviamente altri dettagli studiati per i gamer: sulle versioni Pro e Ultimate ci sono due nuovi trigger (basati su tecnologia ultrasonica) che aggiungono le funzioni tipiche di L2/R2 a l’interfaccia classica di uno smarpthone, così come la nuova versione dell’AeroActive Cooler aggiunge due pulsanti fisici per migliorare l’input oltre al raffreddamento dello smartphone. Smartphone che poi all’interno è stato progettato già tenendo in mente il tipo di stress a cui sarà sottoposto: il SoC Snapdragon 888 è piazzato proprio al centro del posteriore, così da non finire sotto dove di solito si piazzano le dita dell’utente, e in più il dissipatore a camera di vapore viene integrato da strati su strati di grafite per allargare al massimo la superficie utile per disperdere il calore. Così come la batteria è stata divisa in due sotto-unità da 3.000mAh ciascuna, per ridurre il surriscaldamento durante l’alimentazione via cavo e migliorare al contempo la velocità di ricarica.
Sono tanti piccoli dettagli che sono pensati squisitamente per chi col telefono ci gioca, e ci gioca parecchio: parliamo di un movimento in crescita, soprattutto in Asia ma anche qui da noi, che Asus vuole cavalcare e in cui vuole garantirsi un primato. Se poi il telefono da gamer è anche un buon telefono in assoluto – per esempio la camera posteriore principale è una 64 megapixel basata su sensore Sony IMX686, un ottimo sensore – tanto meglio.
Quanto costa, quando arriva il ROG Phone 5
Tre versioni quest’anno per il ROG Phone 5, con in comune la scheda tecnica e differenze relative a colorazioni e altri dettagli estetici. Iniziamo dal modello base, il ROG Phone 5, che sarà disponibile in Phantom Black e Storm White, in tre tagli di memoria (8/128GB, 12/256GB, 16/256GB) e che potrà essere prenotato tramite il sito di Asus: le prime cifre anticipate da Asus dicono che ci vorranno 999 euro per la versione 16/256, mentre si scende a 899 per la 12/256 ed a 799 per la 8/128. ROG Phone 5 sarà in vendita sul sito Asus e sarà disponibile anche negli store Unieuro.
Per chi non si accontenta, e vuole le versioni Pro o Ultimate, ecco di quanto si alleggerirà il vostro portafogli. Per la versione Pro, nel taglio 16/512GB e in colorazione Phantom Black, ad aprile dovrete avere pronti 1.199 euro – che pochi non sono, ma parliamo di un telefono decisamente superdotato. Si sale a 1.299 per la Ultimate, che monta ben 18GB di RAM, e che verrà venduta in una confezione speciale con una serie di accessori e in una inedita colorazione bianco non-lucido. Queste due versioni dello smartphone, almeno per ora, dovrebbero essere disponibili solo sul sito Asus.
Restano da dire due cose. La prima è che tutti coloro che acquisteranno un ROG Phone 5 otterranno anche 3 mesi gratis su Stadia Pro, il cloud gaming di Google, che male non fanno. Infine, a breve arriveranno anche tutti gli accessori che Asus ha mostrato durante il lancio dello smartphone: per esempio l’AeroActive Coler, che costerà 60 euro, o il gamepad ROG Kunai 3 che di euro ne costerà 120. Accessori irrinunciabili per chi fa sul serio col mobile gaming.