L’intervista alla Ceo Irene Pugliatti. La società lavora con organizzazioni private e pubbliche. «Un nostro grande obiettivo è quello di rivolgerci alle società quotate»
«Per quasi dieci anni è stata una costruzione di un mercato che non esisteva». Stando ai numeri forniti dall’azienda, oggi Eligo organizza 45mila votazioni online in Italia per conto di 3.500 enti pubblici e privati, con il coinvolgimento di 18 milioni di votanti, pari a una media di oltre 7 elezioni al giorno. Abbiamo intervistato la Ceo Irene Pugliatti, che guida l’azienda di famiglia fondata nel 2005. Parliamo di voto non cartaceo, ma digitale, tema che in Italia si è guadagnato una visibilità a singhiozzo, soprattutto a ridosso delle urne, quando centinaia di migliaia di persone fanno fatica a recarsi al seggio (spesso perché fuorisede). Eligo non si occupa però di votazioni politiche (come le ultime Regionali, per fare un esempio), ma offre uno scenario interessante su quanto il digitale possa facilitare momenti democratici all’interno di organizzazioni private e pubbliche.
Nel caso di Eligo non c’è il voto da remoto. «Durante le votazioni predisponiamo tablet e connessioni sicure VPN all’interno di seggi fisici». In Emilia-Romagna e in Sicilia l’azienda si è occupata dell’elezione dei rappresentanti di quartiere in alcuni comuni; in molti altri casi il voto digitale è stato utilizzato dalle amministrazioni per mettere al voto progetti di rigenerazione urbana per esempio. «In questi anni abbiamo stravolto il modo in cui le persone sono abituate a votare, contribuendo alla normalizzazione del voto elettronico e online», ha sottolineato l’amministratrice delegata.
Un altro ambito nel quale Eligo è specializzato è quello del settore privato. Nelle aziende al di sopra di un certo numero di dipendenti sono obbligatorie le rappresentanze sindacali, figure elette in diversi casi attraverso il voto digitale. «Un nostro grande obiettivo è quello di rivolgerci alle società quotate». Trattandosi di voti a cui poi seguono decisioni e passaggi interni, è fondamentale che il sistema garantisca sicurezza e segretezza. «Nel momento in cui una persona esprime il voto, questa informazione viene scissa su database separati secondo meccanismi di crittografia».
Di recente Eligo ha presentato la nuova versione del proprio sistema di voto digitale. Secondo il Global Voting System Market Report di Prospect Research, entro il 2027 il voto online varrà in Europa 285 milioni di euro, con l’Italia che passerà dai 20,52 milioni del 2017 ai 33,23 del 2027. Il nostro paese, con un tasso di crescita medio del 4,9%, è allineato alla media europea (5,5%) e degli USA (5,4%). Le più virtuose sono UK e Francia, rispettivamente con +6,4% e +5,2%.