L’obiettivo a lungo termine è affrancare Pechino dalla dipendenza rispetto all’estero in un settore strategico come quello dei chip. Per questo la Cina ha annunciato il lancio di un fondo da 47,5 miliardi di dollari, destinato a sostenere le industrie nazionali per sviluppare tecnologie e semiconduttori tali da rendere l’economia autonoma. Ne ha scritto Bloomberg, dove si legge che il veicolo finanziario è il più grande in assoluto per questo verticale.
Perché Pechino lancia un fondo multimiliardario sui chip?
Con la guerra commerciale in corso da anni tra le due sponde del Pacifico, il leader Xi Jinping ha reagito così alle limitazioni sulle esportazioni di tecnologie e know how imposte dagli Stati Uniti e dai Paesi alleati verso la Cina. Il principale azionista di questo veicolo da 47,5 miliardi di dollari è il Ministero delle finanze cinese.
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La situazione odierna è figlia anche di quanto accaduto durante la pandemia. Il freno ai commerci ha messo in difficoltà intere filiere, dall’automotive all’elettronica. Così gli Stati Uniti hanno deciso di investire miliardi nella localizzazione spinta di intere produzioni industriali sul suolo americano. Dipendere meno dalle linee produttive globali significa guadagnare terreno nella sfida dell’AI (e non solo).
Perché Pechino non può acquistare da Nvidia?
Pechino da anni investe sul verticale. Il programma Made in China 2025, annunciato nel 2015, punta proprio a far crescere vari tipi di industrie, dal biotech fino appunto al settore dei chip. Rispetto a questo ambito gli Stati Uniti sono in vantaggio: la Casa Bianca è infatti riuscita a impedire che Pechino si rifornisca da Nvidia, società USA che produce tra i semiconduttori più performanti sul mercato.
L’altro tema – o forse il tema – centrale quando si parla della dittatura comunista e semiconduttori è il ruolo di Taiwan, da oltre mezzo secolo ritenuta come provincia ribelle. Lo Stato è un alleato storico degli Stati Uniti, nonché sede di alcune delle più importanti multinazionali legate alla tecnologia in questione (TSMC). Nel caso in cui Xi Jinping dovesse dare il via all’operazione militare per riannettere Taiwan, le conseguenze per l’economia mondiale dei chip sarebbero tanto imprevedibili quanto drammatiche. Negli scorsi giorni si sono peraltro intensificati i test militari cinesi attorno all’isola.