Ex vice primo ministro in Gran Bretagna. Dal 2018 fa parte della multinazionale di Menlo Park
Nick Clegg è entrato nell’allora gruppo Facebook, da pochi mesi ribattezzato in Meta, nel 2018. Fino ad allora è stato uno dei volti della politica britannica, dove ha militato nelle file del partito Liberal Democratico. La svolta è arrivata pochi anni fa, quando la multinazionale di Menlo Park ha individuato in lui una figura che poteva guidare le divisioni global affairs e comunicazione. Così gli ha assegnato l’incarico di vice president of global affairs di Facebook. Nelle ultime ore la società di Mark Zuckerberg ha comunicato che Clegg è stato promosso a presidente del medesimo reparto: secondo The Verge non si tratta di una scelta che andrà a modificare più di tanto il lavoro dell’ex politico. Lo andrà piuttosto a posizionare sullo scenario pubblico come volto di Meta. D’ora in avanti quando governi e istituzioni vorranno dialogare con Meta, Clegg sarà l’interlocutore di riferimento. Una mossa fatta nel tentativo di allontanare dai riflettori lo stesso Zuckerberg e la COO Sheryl Sandberg?
Sulla stampa di settore emerge una lettura chiara di questa promozione di Nick Clegg a presidente dei global affairs di Meta. Puntare sull’ex vice primo ministro britannico durante il governo Cameron, con conoscenze ed esperienza nell’ambito della politica, suona decisamente come mossa votata alla realpolitik. In un tornante delicato della propria storia, Meta vuole evitare che le nuove normative in ambito di dati e privacy vadano a colpire il business del prossimo metaverso. E per questo si affida a una figura addentro nei palazzi. Abbiamo visto negli scorsi giorni la confusione che si è creata di fronte a errata lettura di un documento inviato alla SEC americana, in cui Menlo Park parlava di potenziale fuga dal vecchio continente (vicenda che vi abbiamo spiegato in questo articolo). Non succederà nulla di tutto questo, ma è chiaro quanto Meta goda di una non ottima reputazione, anche tra i politici del vecchio continente.
«Negli ultimi tre anni, Nick ha gestito alcune delle questioni più complesse che la nostra azienda deve affrontare, tra cui la politica dei contenuti, le elezioni, l’istituzione del Comitato per il controllo e altro ancora – ha scritto Mark Zuckerberg in un post su Facebook -. Nick ora guiderà la nostra azienda su tutte le nostre questioni politiche, incluso il modo in cui interagiamo con i governi quando considerano l’adozione di nuove politiche e regolamenti, così come il modo in cui rendiamo pubblica la causa dei nostri prodotti e del nostro lavoro».
Mark Zuckerberg continuerà a essere l’amministratore delegato di Meta. Incarico che in molti gli hanno più volte suggerito di abbandonare per contribuire a dare una nuova immagine alla multinazionale, dopo gli ultimi burrascosi anni. Nick Clegg, come si legge su Axios, avrà la piena responsabilità per le decisioni politiche che riguarderanno la società; in più pare che la divisione legata alla comunicazione esprimerà un certo attivismo per reagire alle critiche da parte della stampa. Resta comunque difficile pensare che, di fronte a possibili nuove crisi, Zuckerberg possa sfilarsi così facilmente dall’attenzione mediatica.
Negli ultimi tempi in cui faceva politica Nick Clegg è stato un critico della Brexit, lo scossone che – insieme all’elezione di Donald Trump – ha definito l’anno politico del 2016. In questo articolo se ne ripercorre la biografia prima dello choc del voto sull’uscita dall’Unione Europea. Tra le vicende più importanti, ricordiamo le durissime critiche subite da Clegg da parte del sindacato degli studenti: una volta al governo, il suo voto a favore dell’aumento delle tasse universitarie si è rivelato l’esatto opposto di quanto promesso in campagna elettorale. Sui recenti sviluppi di Meta Nick Clegg si è espresso così con un tweet. Sul metaverso, ha scritto Clegg, «lavoreremo con esperti esterni all’azienda per assicurarci che sia progettato per la sicurezza, la privacy e l’inclusione fin dall’inizio».