«Trovate il tecnologo più intelligente dell’azienda e fatelo diventare amministratore delegato». Marc Andreessen ha le idee chiare su come si costruisce un’azienda di successo. Del resto è una delle icone della Silicon Valley, tra gli investitori ed esperti di innovazione più importanti del panorama startup d’Oltreoceano.
A LinkedIn preferisce X (dove ha più di 1,4 milioni di follower). Investe in società ad alto valore tecnologico da più di dieci anni con Andreessen Horowitz, fondo di Venture Capital che ha cofondato insieme a Ben Horowitz. Ne parliamo perché nei giorni scorsi è comparso il suo nome tra i Big che hanno partecipato al round Serie B da 6 miliardi di dollari di xAI, l’ultima creatura di Elon Musk valutata attualmente 24 miliardi.
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La vita di Marc Andreessen
Nato nel 1971 a Cedar Falls (Iowa) e cresciuto a New Lisbon (Wisconsin), Marc Andreessen è una delle icone del panorama startup americano. Certamente meno noto rispetto ai Ceo delle Big Tech, anche a lui è stato definito un ragazzo prodigio. Si è laureato in informatica presso l’Università dell’Illinois e da matricola ha frequentato la sede di IBM ad Austin, in Texas. Ha lavorato poi al National Center for Supercomputing Applications (NCSA) dell’ateneo, dove ha iniziato a far pratica con gli standard di Tim Berners-Lee, il padre del World Wide Web.
Erano i periodi dei vagiti di internet, primi anni Novanta. Insieme a Eric Bina ha sviluppato la sua prima idea, Mosaic. Si trattava di un browser per navigare sul web, pensato per essere molto più intuitivo rispetto a quel che all’epoca circolava, ossia sistemi tecnici non adatti a chi non fosse esperto di informatica. Dopo la laurea, Marc Andreessen si è trasferito in California, dove grazie ai finanziamenti di un imprenditore, Jim Clark (fondatore Silicon Graphics), ha preso la decisione di fondare la società: la Mosaic Communications Corporation.
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Dal lanciare startup al finanziarle
L’azienda sarebbe diventata famosa però con un altro nome: Netscape. Nel giro di qualche anno il 70% delle persone che utilizzava internet (meno di 40 milioni all’epoca) si collegava a quel browser per le proprie ricerche online. Il successo è stato rapido: l’IPO è datata 1995, con il TIME che l’anno successivo ha iniziato a occuparsi di questi primi imprenditori dell’internet economy, anni prima dello scoppio della bolla. La società sarebbe stata poi venduta ad Aol per oltre 4 miliardi di dollari.
Marc Andreessen ha fondato poi LoudCloud alla fine del secolo scorso, società che sarebbe stata ceduta a Hewlett-Packard alla cifra di 1,6 miliardi di dollari. Tecnologo e geek, ha dunque fatto esperienza con startup poi divenute grandi aziende nel mondo del web. Con qualche capitale da parte e la visione sulle innovazioni future, nel 2009 Andreessen ha deciso di mettere in piedi il fondo Andreessen Horowitz.
Come Sequoia Capital e altri colossi della Silicon Valley, Andreessen Horowitz ha investito in ex startup divenute grandi. Diamo una rapida occhiata alle società che ha in portfolio: Airbnb, Facebook, Github, Roblox, Skype, Asana. Sono nomi di multinazionali che da anni hanno rivoluzionato il modo in cui lavoriamo e stiamo online.
In una recente e lunga intervista al podcaster Lex Fridman (l’abbiamo inserita in cima all’articolo) ha spiegato cosa pensa di Elon Musk, l’imprenditore a capo di alcune delle aziende più importanti del pianeta, che ha lanciato nell’estate del 2023 xAI per competere con OpenAI sulla frontiera dell’intelligenza artificiale generativa. «Per trovare una figura paragonabile a Elon – ha commentato – devi andare indietro a imprenditori come Henry Ford».