Notizie attorno al mondo, con l’innovazione come denominatore comune. Sono quelle raccolte tutti i mercoledì sui profili social di Paola Pisano, tra questi LinkedIn e Instagram, nel tentativo di comprendere dove ci porterà la tecnologia e qual è il suo ruolo nella vita di istituzioni, aziende e semplici cittadini.
Un team di agenti al nostro servizio
Altman “e gli altri” credono che ognuno di noi avrà un team di assistenti di AI personali che lavoreranno per noi 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Siamo passati rapidamente da una AI di livello elementare ad una AI di livello universitario/master in grado di gestire domande complesse, riassumere ricerche e assisterci in molti campi. Non siamo ancora arrivati ad una AI in grado di innovare o pensare a fondo su determinate tematiche. AI di livello “dottorando”(in arrivo) genererà nuove idee, prenderà decisioni strategiche e applicherà competenze in diversi campi. Questa AI potrebbe fare di più che assisterci, potrebbe guidare il progresso. Immaginate di svegliarvi e di avere il vostro assistente AI che vi informa sulle ultime ricerche, sintetizza i dati e pianifica la vostra giornata – il tutto tenendo d’occhio le opportunità nel vostro campo di azione e scrutando le novità professionali e personali che vi possono interessare. Stiamo andando verso un mondo in cui gli agenti saranno così evoluti che non importerà più se saremo andati ad Harvard o avremo una laurea? In futuro l’AI potrebbe risolvere problemi, aiutarci in un apprendimento personalizzato, suggerire soluzioni innovative in tempo reale, arrivando ad agire come un consulente o un ricercatore. Gli scettici dicono che non sarà possibile perché la creatività implica vedere dietro gli angoli della storia e fare salti fuori dal contesto. I modelli di AI sono intrappolati nel loro contesto di formazione. Il progresso scientifico è spesso frutto di singoli ricercatori dotati di coraggio e pronti a sostenere punti di vista alternativi. Oltre alla capacità di ragionamento bisognerà dotare l’AI anche di coraggio.
Dove l’AI non è ancora brava abbastanza
Molte aziende stanno sviluppando assistenti di laboratorio AI per aiutare i ricercatori a pianificare gli esperimenti scientifici e a prevedere meglio i risultati. Google, sta sviluppare un modello AI con il ruolo di assistente di ricerca, aiutando gli scienziati a collaborare tra le varie discipline e a creare più facilmente connessioni inaspettate. BioNTech ha già progettato un assistente AI specializzato, Laila, con una conoscenza dettagliata della biologia, costruito utilizzando Llama 3.1 di Meta. Laila può connettersi ai dispositivi di laboratorio e monitorare gli esperimenti in corso, automatizzare le attività scientifiche di routine come l’analisi e la segmentazione delle sequenze di DNA e la visualizzazione dei risultati sperimentali, le attività svolte dai robot. Un assistente AI potrebbe semplificare il processo di sperimentazione di farmaci e cure rendendolo più efficace? L’ondata di innovazione dell’AI nella scienza si è finora concentrata sulla previsione di nuovi e utili candidati farmaci. Tuttavia, il collo di bottiglia nel portare nuovi trattamenti sul mercato rimane l’esecuzione di esperimenti nel mondo reale, che è lo standard ricerca scientifica. L’obiettivo di un assistente di ricerca AI sarebbe quello di semplificare questo processo pianificando in modo più efficace gli esperimenti, ad esempio selezionando i più promettenti tra una serie di esperimenti possibili.
Big Tech: l’opzione nucleare
Molti giganti tecnologici stanno esplorando il nucleare come una nuova forma di energia. Il Dipartimento dell’Energia Americano ha annunciato di aver finalizzato un prestito di 1,5 miliardi di dollari per finanziare il rilancio della centrale nucleare Holtec Palisades nel Michigan. Sarebbe il primo impianto nucleare americano ad essere riavviato. La notizia arriva una settimana dopo che il gigante tecnologico Microsoft e Constellation Energy hanno presentato un accordo per l’acquisto di energia da 1,6 miliardi di dollari per riavviare il reattore inattivo della centrale di Three Mile Island in Pennsylvania nel 2028. Alla Settimana del clima di New York, 14 tra le maggiori banche e istituzioni finanziarie del mondo si sono impegnate a sostenere l’obiettivo climatico della COP28 di triplicare la capacità energetica nucleare globale entro il 2050. Anche Google sta orientando la sua richiesta di energia verso il nucleare. Dopo anni di false partenze e di speranze deluse, potrebbe aprirsi una nuova era per l’energia nucleare negli Stati Uniti? Il consumo di energia elettrica negli Stati Uniti è in aumento dopo essere rimasto piatto per 15 anni, a causa di nuove fabbriche, data center, veicoli elettrici, estati più calde e altro Entro il 2030 potrebbero arrivare sulle reti statunitensi fino a 25 gigawatt di nuova domanda da parte di data center. I nuovi sussidi previsti dall’Inflation Reduction Act del Presidente Biden e dalla legge bipartisan sulle infrastrutture sono ulteriori spinte all’espansione del nucleare. Oltre ai giganti dell’energia che rilanciano i grandi impianti esistenti, le startup stanno cercando di implementare nuove tecnologie nucleari.
Quando l’acceleratore è l’asso nella manica
L’Università di Cambridge chiede al Governo 15 milioni di sterline per dare il via a un nuovo polo di innovazione scientifica. Il polo dovrà competere con i programmi di successo di Francia e Stati Uniti, come la Station F di Parigi o l’ecosistema di Kendall Square a Cambridge nel Massachusetts. Questi progetti hanno attirato miliardi di dollari di investimenti nelle aziende in fase iniziale. La richiesta da parte di Cambridge di un finanziamento arriva dopo l’avvertimento da parte di alti esponenti del mondo scientifico e industriale che il Regno Unito rischia di non riuscire a capitalizzare a sufficienza le sue prodezze scientifiche. Gli acceleratori e incubatori possono aumentare l’innovazione di un paese? L’incubatore di scienze biologiche LabCentral nel quartiere Kendall Square di Boston ha catturare il 21% di tutti i finanziamenti di Serie A nel mercato biofarmaceutico statunitense lo scorso anno. In Europa, l’acceleratore Station F, inaugurato dal presidente francese Emmanuel Macron nel 2017, ha spazio per mille startup ed è accreditato per aver reinventato l’approccio francese all’imprenditorialità. L’hub di Cambridge UK combinerà spazi di laboratorio per le aziende in fase iniziale, disponibili in affitto su base mensile, con l’accesso agli investitori e ai talenti manageriali necessari per far crescere le imprese. Le aziende di successo sarebbero poi in grado di sfruttare il crescente numero di parchi scientifici presenti in città.