Nuova puntata della rubrica di Franz Russo sui social media. Stavolta si ragiona del debutto da cento milioni di user per la nuova piattaforma di Meta. Fuoco di paglia o rivoluzione imminente?
L’ultima settimana, nel panorama dei social media, è stata particolarmente movimentata, a dimostrazione del fatto che questi strumenti, oggi, sono alla ricerca di una nuova identità, come ormai accade da un anno a questa parte. Chiunque, in questi ultimi giorni, ha sentito parlare di Threads, la nuova app di Meta che, grazie soprattutto alla spinta che arriva da Instagram, a cui è strettamente collegata, ha fatto segnare un record che sarò difficile da raggiungere: 100 milioni di utenti in una settimana. In 5 giorni, per essere precisi. Come detto, la spinta di Instagram è stata fondamentale, ci si registra, infatti, collegando il proprio account Instagram. Ma, nonostante questo aspetto, raggiungere 100 milioni di utenti non è cosa da poco. Un risultato che si può spiegare mettendolo in relazione a Twitter. Questo perché l’app si presenta, nella veste grafica, come una vera alternativa a Twitter, con una modalità testuale, di 500 caratteri massimo, che richiama quella caratteristica di sintesi che, almeno in parte, su Twitter si è persa. Si possono condividere immagini e anche video fino a 5 minuti di durata. Ma, soprattutto, questo successo è legato anche ad un momento temporale preciso, ad indicare il grande momento di difficoltà di Twitter. Infatti, Threads viene lanciato in 100 paesi nel mondo, ad eccezione dei paesi UE (per l’aspetto che riguarda la privacy che vedremo un po’ più avanti), quando Twitter deve fri i conti con una grande disservizio che verrà poi spiegato da Elon Musk come conseguenza di un massiccio “data scraping” da parte dei sistemi di AI generativa, portando come conseguenza dei limiti alla visualizzazione dei tweet, avvantaggiando gli account abbonati a Twitter Blue. Una situazione che ha alimentato quella sensazione di inadeguatezza su Twitter da parte degli utenti, associato ad un senso di smarrimento e frustrazione, che incentivato la curiosità verso nuovi luoghi da scoprire. Threads, appunto.
Intanto, è il caso di dire che Threads non è Twitter, almeno per il momento visto che mancano ancora diverse caratteristiche. Manca, ad esempio, quella che aveva attirato l’attenzione di tutti (e per questo si era parlato come alternativa a Twitter) ed è la compatibilità con ActivityPub, un protocollo di social networking decentralizzato, lo stesso utilizzato da Mastodon per intenderci. Che cosa significa questo? Significa che Threads si è sempre annunciato come “decentralizzato” ma nei fatti, in questa prima fase non lo è. Si dice “decentralizzato” perché l’hosting degli account, inclusi i follower delle persone, può essere effettuato su server indipendenti, piuttosto che su quelli gestiti privatamente da una singola azienda. E questa è la modalità con cui Meta gestisce attualmente Facebook e Instagram. Tutto questo potrebbe offrire agli utenti maggiore libertà di prendere e portare con sè i propri follower e informazioni quando lasciano il servizio e consente di visualizzare i post di altri social network che supportano il protocollo. Ma, al momento, non esiste una data specifica in cui la compatibilità con ActivityPub verrà lanciata. E intanto Threads, app che va scaricata a parte per iOS e Android, viaggia a velocità sostenuta grazie alla spinta di Instagram.
Threads in sintesi
Ecco come, in sinesi, si presenta Threads:
Cos’è Threads? Threads è un’app social media che consente agli utenti di condividere brevi frammenti di testo, fino a 500 caratteri, o video fino a cinque minuti. È possibile accedervi tramite il proprio account Instagram.
Come differisce da Twitter? Una differenza chiave è l’integrazione con Instagram, che facilita il passaggio per gli utenti esistenti. Inoltre, Threads dovrebbe supportare ActivityPub, un protocollo di social networking decentralizzato che offre agli utenti maggiore libertà di portare con sé follower e informazioni quando lasciano il servizio.
Limiti di Threads: Al momento del lancio, Threads non ha funzionalità come un feed dei follower, un pulsante di modifica per i post, un conteggio dei caratteri, la possibilità di cercare parole nei post, supporto per gli hashtag o messaggistica diretta. Inoltre, non ci sono annunci pubblicitari, ma ciò potrebbe cambiare in futuro.
Privacy: Threads può raccogliere un’ampia varietà di dati, inclusi quelli relativi a salute e fitness, acquisti, informazioni finanziarie, posizione e contatti. Questo solleva questioni sulla privacy dell’utente, simili a quelle esistenti su altre piattaforme di Meta. Ed è questo il motivo per cui l’app non è stata lanciata in UE. Da tenere in considerazione che non esiste un divieto, ma Meta, resasi conto che l’app non risponde ai requisiti richiesti da Digital Markets Act in vigore nei 27 paesi dell’UE, ha preferito rinviare il lancio a data da destinarsi. Probabile che il lancio possa avvenire nei prossimi mesi.
Adozione: Nonostante i suoi limiti, Threads ha visto un’adozione rapida, già nelle prime ore dal suo lancio, fino ad arrivare ai 100 milioni di utenti in 5 giorni, come ricordavamo prima. Questo risultato è dovuto in gran parte al fatto che gli utenti esistenti di Instagram possono utilizzare i loro account per accedere facilmente a Threads.
In pratica, Threads con questi numeri dimostra che è una app che vuole provare a crearsi un posto all’interno del panorama dei social media, ormai affollato di meteore che appaiono e poi nel giro di poco scompaiono. Tutte queste meteore hanno sempre fallito su più punti. Spesso le funzionalità non hanno raggiunto l’interesse degli utenti; spesso gli utenti non hanno trovato incentivo a continuare per il fatto di dover ripartire da zero nella costruzione della propria community.
Ecco, possiamo dire che stavolta Meta, o meglio Mark Zuckerberg, sceglie di muoversi come ha sempre fatto, del resto. Provare ad osare, implementando funzionalità già viste altrove, magari migliorandole dove è possibile, sfruttando la grande community che solo una realtà come Meta può offrire agli utenti.
Ed è quello che sta accadendo con Threads. I grandi numeri che si registrano sono frutto della spinta di Instagram e sono possibili solo grazie a questo. Diversamente, non sarebbe stato possibile raggiungere 100 milioni di utenti in meno di 1 settimana.
Tanto per dare uno sguardo indietro nel tempo, altre realtà hanno impiegato mesi, o anni, prima di arrivare a 100 milioni di utenti.
Per esempio:
LinkedIn, ha impiegato 7 anni e 11 mesi per raggiungere 100 milioni di utenti; Pinterest ha impiegato 5 anni e 11 mesi prima di superare la soglia dei 100 milioni di utenti attivi mensili; Twitter ha raggiunto i 100 milioni di utenti attivi mensili nel settembre 2011, impiegando 5 anni e 2 mesi per raggiungere questo traguardo; Facebook ha raggiunto quota 100 milioni in 4 anni e 7 mesi; YouTube ha raggiunto 100 milioni di utenti in 4 anni e 1 mese; Snapchat ha impiegato 3 anni e 9 mesi per raggiungere 100 milioni di utenti; WhatsApp, l’app di messaggistica più usata al mondo, ha superato i 100 milioni di utenti in 3 anni e 4 mesi; Instagram, l’altra app di casa Meta, ha impiegato 2 anni e 4 mesi per ottenere 100 milioni di utenti; Tiktok, l’app per la condivisione di video che consente agli utenti di creare e condividere brevi video su qualsiasi tema, ha impiegato solo 9 mesi per raggiungere i 100 milioni; ChatGPT, il chatbot di intelligenza artificiale (AI), ha raggiunto i 100 milioni di utenti in soli due mesi e ha superato piattaforme di social media come Instagram e TikTok.
E adesso Threads, con l’aiutino di Instagram. Ma c’è un altro aspetto che ha permesso questo risultato, che abbiamo toccato solo in parte, ed è rappresentato dalla forza di Meta. Creare una nuova piattaforma social media di successo è una sfida enorme, non solo per le startup, ma anche per le aziende consolidate come Google e Meta, per citare due colossi. I motivi di questa difficoltà sono molteplici che proviamo ad elencare qui:
Presenza globale: Aziende come Google e Meta hanno la capacità di raggiungere un vasto pubblico su scala globale. Hanno stabilito relazioni con gli utenti in tutto il mondo attraverso i loro servizi esistenti e possono sfruttare queste relazioni per introdurre nuovi prodotti. Tuttavia, per una piattaforma nuova arrivato, costruire tale presenza richiede tempo e investimenti significativi.
Forza finanziaria: Google e Meta dispongono di enormi risorse finanziarie che possono investire nel lancio di nuovi prodotti. Possono permettersi di assumere talenti di alto livello, investire in ricerca e sviluppo, marketing e supporto. Una startup o un concorrente più piccolo potrebbe non avere le risorse per competere su questo fronte.
Base utenti esistente: Le piattaforme social sono di natura network. Questo significa che il loro valore per un utente singolo aumenta con il numero di altri utenti sulla piattaforma. Aziende come Google e Meta possono sfruttare le loro enormi basi utenti già esistenti per dare ai nuovi prodotti un vantaggio di partenza. Per una nuova piattaforma che si presenta nel panorama social media, raggiungere una massa critica di utenti può essere una sfida complicata.
Adattabilità e innovazione: Google e Meta hanno dimostrato nel corso degli anni la capacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato e di innovare i loro prodotti in risposta. Questo richiede una comprensione profonda del comportamento degli utenti, della tecnologia e delle tendenze del settore, e la capacità di reagire rapidamente ai cambiamenti. Ancora una volta, una nuova piattaforma potrebbe non avere le risorse o l’esperienza per fare altrettanto.
Costruzione della community: I social network prosperano sulla creazione di comunità di utenti. Questo richiede non solo la creazione di un prodotto attraente, ma anche l’abilità nell’alimentaree far crescere queste comunità nel tempo. Google e Meta hanno anni di esperienza in questo campo, mentre un nuovo arrivato dovrebbe imparare da zero.
Questi sono solo alcuni dei fattori che rendono estremamente difficile la creazione di una nuova piattaforma social media di successo. Nonostante queste sfide, ci sono sempre possibilità per innovazioni rivoluzionarie o per sfruttare nicchie non soddisfatte dai giganti social esistenti. Ma queste opportunità sono poche e distanti, e richiedono un mix unico di visione, risorse, talento e, anche, un po’ di fortuna.
Per Threads, dunque, la sfida sarà convincere gli utenti ad adottare un’altra piattaforma social media nel loro già affollato panorama digitale. Sarà fondamentale offrire qualcosa di unico che attiri gli utenti e li faccia rimanere. Ecco, questa è la sfida, attrarre utenti e farli rimanere.
Certo che se Twitter va avanti così, con Elon Musk ormai capace anche di sfruttare la propria influenza per insultare e dare vita cause legali, Mark Zuckerberg potrebbe pensare di continuare sogni tranquilli. Il difficile, perché quello è il vero obiettivo e punto di svolta, è riuscire a superare il miliardo di utenti. A quel punto, forse, Twitter, per come lo abbiamo conosciuto, non esisterà più.
Anche se la CEO di Twitter, Linda Yaccarino, in carica da giugno di quest’anno, si lancia a dire che c’è solo “UN Twitter”. Come a dire, “noi andiamo avanti per la nostra strada e gli altri non esistono”.
Ma siamo davvero convinti che i social media debbano essere in mano ad un solo soggetto? Meta, appunto? Siamo davvero convinti che la frammentazione attuale vada a confluire e a ricomporsi tutta verso Meta? Pur sapendo che questo porterà rischi enormi?
Ecco, forse il tema vero che bisognerà affrontare, nei prossimi mesi, è se davvero vogliamo che il panorama social media si riduca ad essere tutto a trazione Meta, tranne poche eccezioni.