La società spiega che il servizio non intende competere con ChatGPT o Bard
Basterà dire: “Alexa, il pavimento è sporco”. E il robot spazzino domestico riceverà l’ordine per attivarsi e dare una lucidata. Tutto grazie all’intuizione di Alexa, che avrà capito come reagire di fronte a una affermazione simile. Questo è soltanto uno degli esempi raccolti da The Verge, che ha intervistato Dave Limp, vicepresidente senior di dispositivi e servizi di Amazon. Nelle scorse ore la multinazionale di Seattle ha presentato alcune novità che riguardano la nota assistente virtuale Alexa, che alberga in milioni di smart speaker della società in tutto il mondo. In un periodo nel quale si discute di intelligenza artificiale generativa, pure Amazon ha deciso di puntare sul large language model per far sì che Alexa diventi più umana e soprattutto più intuitiva.
La demo – come ha ricordato TechCrunch – della prossima Alexa si è tenuta a Arlington, in Virgina, in una delle sedi di Amazon. Per il momento le novità riguarderanno gradualmente i dispositivi Echo negli Stati Uniti e non è chiara la tempistica per l’estensione ad altri Paesi. Con l’AI generativa Alexa dovrebbe assumere un atteggiamento ancora più aperto alla conversazione, rispondendo perfino con cambi di tono. Limp ha spiegato che non si tratta di qualcosa di simile a ChatGPT o a Bard, ma è evidente quanto tra le Big Tech si sia palesata una sfida sul campo dell’intelligenza artificiale.
In Italia Alexa è presente dal 2018 e, come riportato da Agi, da allora sarebbero stato circa 17 miliardi le richieste fatte all’assistente virtuale. Nel 2024 il servizio di Amazon spegnerà le 10 candeline. Un prodotto molto apprezzato dai clienti, ma che in alcuni casi ha attirato critiche. Una delle più clamorose è stata quella scoppiata dopo che Alexa ha suggerito a una bambina di dieci anni di fare una pericolosa challenge che prevedeva di inserire una biro nella presa di corrente.