Il 30 marzo il Collegio aveva spiegato le ragioni del blocco. La società di Sam Altman ha scelto la via del dialogo
Nelle scorse settimane l’impossibilità di accedere a ChatGPT in Italia – a meno di non disporre di una VPN – aveva costretto per la prima volta la società USA proprietaria della tecnologia OpenAI a un confronto con i regolatori. Secondo infatti il Garante della Privacy il software non rispettava tutta una serie di questioni legate al metodo di raccolta dei dati e alla trasparenza, come ci ha spiegato in un articolo pubblicato su StartupItalia il membro del Collegio Guido Scorza. Così si era deciso per il blocco, senza precedenti in uno Stato occidentale. Nelle scorse ore la questione si è però risolta: ChatGPT è di nuovo disponibile in Italia. Sam Altman, il Ceo di OpenAI, lo ha festeggiato con un post su Twitter.
we’re excited chatgpt is available in 🇮🇹 again!
— Sam Altman (@sama) April 28, 2023
Chi volesse tornare su ChatGPT si ritroverà un pop up che titola “Welcome back, Italy”, nel quale si chiede all’utente di confermare la maggiore età o di aver il consenso di un genitore nel caso in cui si abbiano più di 13 anni. Inoltre la società spiega che si può leggere la Privacy policy per capire come raccoglie e utilizza i dati.
La notizia di ChatGPT di nuovo disponibile in Italia segna un passaggio di non poco conto: una realtà tra le più innovative del globo – sulla quale Microsoft ha deciso di investire 10 miliardi di dollari – ha scelto la via del confronto e del dialogo con il regolatore, accogliendone in blocco le istanze. Un precedente che potrebbe essere preso a modello da altri paesi dell’UE, dove peraltro i dubbi italiani erano stati condivisi e accolti dalle autorità omologhe. Su ChatGPT abbiamo scritto molto: dal dicembre 2022 è il tema di dibattito più discusso nel panorama tech. OpenAI è riuscita a ottemperare alle richieste del Garante della Privacy appena in tempo: la scadenza per metterle in pratica era fissata per il 30 aprile.