Tra le priorità indicate per l’esercito ci sono «quelle sull’integrazione delle capacità collegate al dominio cibernetico e alle gestione dello spettro elettromagnetico per consentire alle nostre unità di essere protette dalla minaccia proveniente dalla terza dimensione, con droni e munizioni intelligenti: noi la chiamiamo bolla tattica». In un’intervista pubblicata sul Corriere della Sera, il Generale di Corpo d’Armata Carmine Masiello, che ricopre anche il ruolo di Capo di Stato Maggiore, ha delineato i piani in ambito defence tech per l’esercito italiano.
Il piano di Carmine Masiello per il futuro dell’esercito
Carmine Masiello ha parlato di quanto il conflitto in corso in Ucraina abbia cambiato i «paradigmi sul campo». Droni, guerra cibernetica e disinformazioni sono armi che si basano su capacità tecnologiche sfruttate sia al fronte sia per influenzare l’opinione pubblica. «Per troppo tempo l’esercito non è stato considerato una forza armata tecnologica. Bisogna invece stare al passo con i mezzi a disposizione di eventuali avversari».
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In un contesto geopolitico globale caratterizzato da conflitti diffusi – sempre più attuale l’espressione di terza guerra mondiale a pezzi coniata da Papa Francesco – gli investimenti nella Difesa sono un tema centrale e dibattuto all’interno dei Paesi. Le spese militari a livello globale sono peraltro in crescita: nel 2023 la cifra è stata di 2mila e 200 miliardi (+9% rispetto al 2022, stando ai dati dell’International Institute for Strategic Studies).
Il ruolo delle startup defence tech
Gli investimenti nella Difesa assistono da tempo all’emergere di soggetti innovativi e startup che, come accaduto nella space economy vent’anni fa, stanno guadagnando spazio. Castelion, ad esempio, è una startup USA che di recente ha testato il suo prototipo di arma ipersonica con il lancio di un missile nel deserto del Mojave, in California. Da mesi si discute poi di Iron Dome, il sistema di tecnologie anti missile che protegge i cieli di Israele da anni.