Nel 2016 l’exchange Bitfinex aveva subìto un furto di 119.754 Bitcoin. Nelle scorse ore il Dipartimento di Giustizia ha comunicato il sequestro di 3,6 miliardi di dollari in Bitcoin e arrestato una coppia – Ilya Lichtenstein, 34, e Heather Morgan, 31 – ritenuta responsabile di quell’operazione criminale e di riciclaggio di quegli stessi soldi sottratti sei anni fa (nel 2016 gli stessi Bitcoin valevano 72 milioni di dollari). Come si legge sulle principali testate internazionali, il sequestro finanziario è il più grande mai eseguito negli Stati Uniti. Il vice procuratore generale degli USA, Lisa Monaco, ha dichiarato che quanto accaduto dimostra che il mondo delle criptovalute non è «un rifugio sicuro per i criminali». I due rischiano una pena massima di 20 anni.
Tra i primi a esprimersi sulla vicenda è stata la stessa Bitfinex, con un comunicato pubblicato sul sito ufficiale. «Siamo felici che il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti abbia annunciato oggi di aver recuperato una parte significativa dei Bitcoin rubati durante la violazione dell’agosto 2016». La notizia è di quelle che faranno sicuramente discutere l’ecosistema crypto e, come stiamo notando sui social, in molti evidenziano un particolare non indifferente della vicenda. Come si legge anche su Milano Finanza, sono state circa 2mila le transazioni sospette che avrebbero portato i Bitcoin rubati in un wallet online, un portafoglio digitale gestito da Lichtenstein. Le autorità, con un mandato di perquisizione, sono riuscite a recuperare i Bitcoin sottratti ottenendo la chiave privata (una serie di parole che, una volta inserite, danno accesso ai Bitcoin).
Sui social non sono pochi gli utenti esperti di Bitcoin che evidenziano un fatto bizzarro: come è possibile che hacker esperti abbiano potuto pensare di tenere online le chiavi private per accedere a quel portafoglio e non utilizzare invece strumenti meno rischiosi (come un hardware wallet)? Lo stesso Michael Saylor, alla guida di MicroStrategy e uno dei volti più noti del mondo Bitcoin, ha espresso tutte le sue riserve. Sulla vicenda è comunque intervenuto anche il Ceo di Binance, un altro exchange crypto molto noto nel settore, Changpeng Zhao con un tweet: «Crypto is easier to track than fiat». Ovvero le crypto sono più facile tra tracciare rispetto al denaro contante.
La notizia del sequestro può senz’altro giovare all’ecosistema crypto che mano a mano va sempre di più a istituzionalizzarsi e ad essere riconosciuto anche dagli attori tradizionali della finanza, dell’economia e della politica. Le notizie su truffe e attacchi informatici a sfondo crypto sono tra le più lette sulla stampa: nel 2021, secondo Chainalysis il giro d’affari criminale è stato di 14 miliardi di dollari.