L’elettrico soffre in questo periodo e bisognerà capire che cosa succederà da oggi in poi ai marchi cinesi, costretti a pagare i dazi imposti dall’UE per rispondere ai corposi aiuti di Stato di Pechino. Dall’altra parte dell’Atlantico intanto, là dove la guida autonoma viene testata in varie città, l’ex startup Aurora Innovation ha comunicato lo slittamento ad aprile 2025 del lancio sul mercato dei propri camion senza pilota. Come si legge su TechCrunch i primi modelli avrebbero dovuto essere consegnati entro la fine del 2024.
Gli obiettivi di Aurora con i camion a guida autonoma
«Questa tempistica rimane all’interno del margine di errore che abbiamo anticipato e trasmesso per tutto il 2024» ha scritto il CEO e cofondatore di Aurora Chris Urmson in una lettera agli azionisti in cui giustifica il ritardo del lancio sul mercato dei camion. L’obiettivo dell’azienda – che pochi mesi fa ha raccolto quasi mezzo miliardo di dollari – non è tanto quella di proporsi come costruttore, bensì come società tecnologica driver as a service. In sostanza è il software installato sui veicoli pesanti che potrebbe trasformarli.
Se le cose vanno secondo i piani, la primavera prossima saranno consegnati i primi dieci camion a guida autonoma di Aurora e il 2025 dovrebbe chiudersi con decine di modelli su strada. La società è ancora alla ricerca della sostenibilità finanziaria e finora ha condotto test con società come FedEx e Uber, avendo però sempre una persona al volante, pronta a intervenire in caso di rischi. Nel frattempo è dovuta intervenire Continental per aiutare la società quotata in Borsa.
Chi domina il settore della guida autonoma?
Nelle scorse settimane Elon Musk ha svelato i modelli di robotaxi e bus a guida autonoma di Tesla, anche se il miliardario sembra più concentrato a girare gli USA per sostenere la candidatura di Donald Trump. Nel frattempo un competitor come Waymo (Google) ha raccolto una cifra considerevole – 5,6 miliardi di dollari – per espandere il proprio servizio di taxi a guida autonoma in varie città USA. E che dire di Cruise? Dopo lo stop forzato a San Francisco nel 2023 l’azienda parte del gruppo General Motors non se la sta passando bene.