Non è la prima volta che scriviamo di Aptera Motors, startup americana fondata nel 2006 da Chris Anthony e Steve Fambro. Si tratta di una società impegnata nello sviluppo e realizzazione di un futuristico veicolo a tre ruote alimentato a energia solare, grazie ai pannelli disposti sul tettuccio. Con sede a San Diego, in California, l’azienda è uscita allo scoperto con un piano di investimenti in Italia da 100 milioni di euro: l’obiettivo è produrre 20mila veicoli l’anno e generare fino a 500 nuovi posti di lavoro in un impianto nel Sud Italia. Vediamo qual è stato il suo percorso.
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Quanto ha raccolto Aptera?
Come si legge su Crunchbase, ha raccolto complessivamente più di 134 milioni di dollari. A distanza di quasi vent’anni dalla fondazione la società non è però ancora riuscita a mettere sul mercato questo mezzo a energia solare: come si legge sul sito, l’ipotesi è che il veicolo venga distribuito a partire dal 2025. Nel frattempo la startup ha annunciato anche il progetto di portare il proprio mezzo negli Emirati Arabi Uniti.
Perché Aptera ha scelto il sud?
Le prospettive per l’azienda sono ambiziose: 1 milione di veicoli prodotti entro il 2030. Ma perché puntare sul nostro Paese? «Il veicolo – sono le parole del Ceo Steve Fambro– ha una forte “anima” italiana ed è fortemente integrato nella motor valley nazionale, con circa il 60% delle sue componenti e forniture provenienti da fornitori italiani, tra cui CPC GROUP, COSTAMP, oltre a una stretta collaborazione in ambito R&D con il gruppo Pininfarina per l’ottimizzazione degli aspetti aerodinamici del veicolo».
La presenza dunque di fornitori nazionali potrebbe favorire una catena logistica più corta. Al momento non si sa di preciso dove sarà situata questa fabbrica nel Mezzogiorno, ma dalle parole del Ceo sembra chiara l’intenzione di investire nel Paese. «Questo legame con l’Italia ha spinto il management team di Aptera a impegnarsi fortemente nel Paese, con il supporto del Governo e in particolare del Mimit, con l’obiettivo di stabilire un impianto produttivo ad alta efficienza e tecnologia al Sud».
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La storia di questa realtà testimonia da una parte il crescente interesse da parte degli investitori nei confronti delle società automotive in ambito mobilità elettrica; dall’altra ha evidenziato le difficoltà di queste aziende nell’arrivare in tempi rapidi il mercato. Sono infine soggetti innovativi che hanno bisogno di ingenti risorse, non sempre facili da reperire. Come ricorda The Verge, nel 2011 la società non è riuscita ad assicurarsi un prestito da 150 milioni di dollari per sviluppare Aptera 2e.