Cupertino entra a gamba tesa nello spatial computing. Ma quanti potranno permettersi questo visore?
Nelle scorse ore si è mosso qualcosa a Cupertino, nella sede di Apple. Dopo sette anni di sviluppo il Ceo Tim Cook ha svelato al mondo un nuovo prodotto, un wearable che consentirà alla Big Tech di esplorare un settore come quello dell’AR e della VR. Si chiama Apple Vision Pro ed è un visore che consente all’utente di godere di una sorta di realtà mista. A differenza del Quest, l’ex visore Oculus acquisito da Meta, è molto più simile a un occhiale da sci: consente infatti di vedere quel che sta intorno grazie alla tecnologia EyeSight.
Al momento non è ancora disponibile sul mercato, ma sappiamo già il prezzo di Apple Vision Pro: 3499 dollari. Le vendite negli USA dovrebbero cominciare dal 2024. L’altra differenza rispetto a prodotti competitor è che il visore di Apple non monta la batteria nel dispositivo, elemento che ha un impatto non indifferente sul peso. Ci si può invece collegare con un cavo che garantisce l’alimentazione tramite un battery pack. Secondo TechCrunch si è trattata della demo più convincente mai fatta su un visore. Considerazione condivisa anche da The Verge.
Apple ha utilizzato un nuovo chip proprietario per il Vision Pro: l’R1 dovrebbe garantire una fluidità dell’immagine otto volte superiore rispetto alla media secondo quanto comunicato dall’azienda. Ma la Big Tech di Cupertino ha innovato anche per quanto riguarda il sistema operativo: visionOS è pensato per lo spatial computing.
L’Apple Vision Pro è soltanto un visore. Non ha pad o controller con cui l’utente può selezionare le varie funzioni tra VR e AR. Bastano le mani con cui selezionare un’app, ad esempio. Il fatto che l’utente possa vedere il mondo attorno a lui dovrebbe rendere meno alienanti l’AR, la VR e in generale quel metaverso su cui le aziende hanno speso miliardi di dollari.
Nel corso della presentazione, come sottolinea VentureBeat, Tim Cook non ha però mai fatto cenno alla parola metaverso, buzzword fino a pochi anni fa e sulla quale non brilla più la polvere magica. «Così come il Mac ci ha introdotto al personal computing e l’iPhone al mobile computing, Apple Vision Pro ci introduce allo spatial computing», ha detto il Ceo Cook. Il prezzo sarà sicuramente un ostacolo per una diffusione di massa del Vision Pro, ma le intenzioni di Apple potrebbero puntare al mercato dei professionisti e dei creativi.