«Ad oggi i più grandi calcolatori quantistici non riescono a competere con quelli tradizionali. Ma rispetto a qualche anno fa ci sono novità: Google ha in mano il primo Qubit logico: ovvero un Qubit che non sbaglia, è robusto come un bit tradizione». Claudio Cicconetti, ricercatore del CNR dove guida il quantum lab, è un esperto di quantum computing, un ambito di ricerca di frontiera su cui sono al lavoro istituti e Big Tech in tutto il mondo.
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Intervistato in passato da StartupItalia per approfondire il tema del quantum internet, siamo tornati da lui in vista della sua partecipazione come speaker all’Agorà del Futuro, in programma al Salone del Pagamenti 2024 dal 27 al 29 novembre a Milano. Online sono disponibili il programma, nomi di relatori e partner. Per iscriverti all’evento è disponibile qui il link.
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Sembrano due mondi distanti: fintech da una parte e quantum computing dall’altra. Ci sono punti di contatto per sinergie future?
Il calcolo quantistico è in continua evoluzione e i calcolatori si avviano a poter risolvere problemi impossibili per quelli classici. È un percorso non completo. Ad oggi i calcolatori quantistici non riescono a competere con quelli tradizionali. Ogni Qubit potrebbe tuttavia rappresentare in futuro una variabile di un problema finanziario.
Nella passata intervista ci aveva spiegato che «se i bit rappresentano o il valore 0 o il valore 1, i Qubit possono rappresentare nello stesso istante tutti i possibili valori tra 0 e 1. Questo perché si sfrutta la sovrapposizione, proprietà della fisica quantistica». Nel pratico una banca o un istituto finanziario perché dovrebbe interessarsene?
Già oggi le banche devono decidere riguardo ai fattori di rischio associati ai mutui, per esempio. Lo fanno sulla base di algoritmi. Un domani i computer quantistici potranno essere più affidabili di quelli classici. Si stimeranno i rischi in maniera più robusta ed efficace. In sintesi, risolveranno problemi più grandi e più complessi.
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Ci si possono attendere anche miglioramenti sul fronte della cybersicurezza?
Senz’altro, è possibile avere una distribuzione di chiavi quantistiche. Significa garantire una cifratura tra due interlocutori che non consente di carpire il contenuto. E non solo non lo consente oggi, ma non lo consentirà mai. La sicurezza della distribuzione di chiavi quantistiche è incondizionata: sono le leggi della fisica. Mettiamo il caso di un mercato finanziario, le informazioni non potrebbero essere né decodificate, né manipolate.
Tutto sarà eseguito più velocemente?
Quando il quantum internet sarà disponibile si avranno protocolli più sofisticati. Faccio l’esempio della blockchain: si basa su fatto che la maggioranza dei computer si accorda sulla correttezza di una operazione. Questo però rallenta molte transazioni, come gli smart contract. I protocolli devono giustamente essere complessi, ma con l’internet quantistica si definiranno protocolli di consenso distribuiti in maniera semplice, sfruttando le proprietà dei quantum bit.
Ci avevi spiegato che questa ondata tecnologica necessita almeno di dieci anni prima di diventare mainstrem. Cos’è che ne complica di più lo sviluppo?
Se dovessi pensare a un ostacolo direi che quel che limita molto è la assenza di un traduttore di Qubit da calcolatore a comunicazione. I nostri calcolatori trasformano i bit, anche se non ce ne accorgiamo. Ad oggi però la tecnologia quantistica non garantisce lo stesso livello di possibilità. Un Qubit codificato come fotone rimane fotone, manca la traduzione, ovvero la conversazione tra una tipologia di Qubit e l’altra.
Quando si parla di tecnologia ormai l'”elefante nella stanza” è l’AI. Un computer quantistico può essere utile per l’Intelligenza artificiale?
Devo dire che c’è un grande fermento nel mondo della ricerca: l’obiettivo è capire se e come sarà possibile per un calcolatore quantistico far compiere un salto di qualità all’addestramento delle reti neurali. A volte la matematica ci viene incontro con le risposte, ma in questo caso non lo sappiamo ancora. Non ci sono al momento garanzie che sia fattibile.Dal mio punto di vista sarebbe un’ottima notizia perché garantirebbe grandi investimenti.