“Trovare un intreccio virtuoso tra digitalizzazione e transizione ecologica”. Con queste parole il sindaco Sala apre la Milano Digital Week
Città equa e sostenibile. I due temi al centro di questa nuova edizione della Milano Digital Week, che, anche quest’anno, si tiene esclusivamente in via telematica, hanno a che fare con storie e persone che stanno dietro al mare magnum dei big data. “La pandemia ha dimostrato che il digitale è essenziale per la costruzione di una città equa e sostenibile”: con queste parole, l’editorialista del Corriere della Sera e direttore di Corriere Innovazione, Massimo Sideri, ha inaugurato l’evento. “Dobbiamo trovare un intreccio virtuoso tra digitalizzazione e transizione ecologica – ha affermato il sindaco di Milano, Beppe Sala, in apertura della #MDW2021 – Credo che le città abbiamo un ruolo importantissimo in questo perché sono il territorio perfetto per la sperimentazione; un punto di snodo e condivisione di risorse. E gli esseri umani sono la prima risorsa”.
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Digitale: Quali priorità in Italia
La pandemia e la fortissima spinta al digitale che ha visto l’Italia protagonista a livello internazionale nello slancio verso un mondo sempre più smart ha portato alla luce non solo vantaggi e svantaggi ma anche priorità che questo nuovo Governo è chiamato ad affrontare. “I Comuni e le città sono stati molto reattivi, con una forte spinta dal basso verso la digitalizzazione – ha affermato il ministro per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione digitale, Vittorio Colao – Tra le priorità del digitale in Italia ci sono: la banda larga e l’accesso alla rete per tutti; il potenziamento e il rinnovamento delle infrastrutture, che devono essere aperte e rappresentare un terreno su cui anche i privati possono inserirsi; l’implementazione dell’area dei servizi e la gestione delle comunicazioni tra il cittadino e la pubblica amministrazione; nuove figure professionali e competenze. Questa spinta dal basso porta energia ma anche divergenze sull’accesso ai dati, che non permettono a tutti di sfruttare a pieno il potenziale tecnologico messo in campo”.
Big data: a chi servono e come incidono nelle nostre vite
Si parla tanto di big data, machine learning, algoritmi, ma, praticamente, quanto incidono nella quotidianità di ognuno di noi? A chi e a cosa servono? Ne ha parlato Carlo Vercellis, professore di Machine Learning al Politecnico di Milano: “Il machine learning permette di usare algoritmi attraverso i quali fare previsioni accurate. Immettendo un input nel sistema, gli algoritmi di machine learning sono in grado di prevedere in modo molto preciso e accurato, ad esempio, le vendite di un prodotto. Ad oggi questo strumento rappresenta il metodo più efficace in via predittiva”. Ma da dove vengono i big data? “Principalmente, dai social network, dove si immettono una grande mole di informazioni che si possono analizzare – continua il professore – L’ultimo decennio ha fatto emergere l’Internet of Things, immergendoci in una realtà fatta di 30 milioni di sensori che raccolgono informazioni a grande velocità. Io credo che vivremo in felice simbiosi con questo tipo di tecnologie, ormai fanno parte della nostra quotidianità”.
Si parla anche di Analytics Divide: quel fenomeno per cui chi non riesce a stare al passo coi tempi viene escluso dal mercato. “Temo che le somme che arriveranno dal Recovery Fund e saranno impiegate nella digitalizzazione rischino di essere inutilizzate da parte di quelle aziende che non si sono ancora organizzate e digitalizzate. I processi di analisi dei dati oggi sono fondamentali”, conclude il professore.
Persone oltre i dati alla Milano Digital Week
Ma dietro a tutti questi sistemi così tecnologicamente avanzati, chi c’è? Ha trattato l’argomento l’information designer e co-fondatrice di Accurat, Giorgia Lupi: “Avere in mano i dati è molto importante ma, allo stesso tempo, includere le qualità umane è fondamentale. Tutti i dati che quotidianamente immettiamo sono soggetti a un’interpretazione, vanno analizzati e pensati all’interno di un determinato contesto. E’ sempre opportuno, ad esempio, citare le fonti dalle quali le informazioni vengono estrapolate e studiarle sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo”.
La dottoressa Lupi di dati ne sa qualcosa, dato che con questi ci lavora tutti i giorni, ma oltre i dati ci sono le storie. «Mi sono posta la domanda: “E’ possibile conoscere qualcun altro solo attraverso i dati?”. E sulla base di questo quesito ho strutturato un progetto di ricerca, Dear Data, in collaborazione con Stefanie Posavec, da cui ne è nato un libro. Inoltre, grazie al supporto di Samantha Cristoforetti, abbiamo progettato l’app “Friends in Space“, che permette di restare sempre aggiornati sulla posizione e le attività della Stazione Spaziale Internazionale in orbita con la geolocalizzazione sulla mappa”. Un’app interattiva che permette anche a coloro che la installano di geolocalizzarsi e lasciare una traccia di se stessi cosicché l’astronauta italiana, al passaggio, possa ricambiare i saluti dallo spazio. “Con numeri e dati riusciamo a tracciare degli scenari – conclude Giorgia – Se, infatti, i dati vengono trattati come storie personali, questi assumono molta rilevanza”. E su questo piano torna in ballo il tanto discusso tema della privacy, di cui ha parlato lo stesso ministro Colao: “Un’interpretazione tempestiva e accurata dei dati è fondamentale ma, allo stesso tempo, lo è il rispetto per la privacy. Stiamo lavorando anche su questo punto affinché si possa essere sempre più protetti”.
La digitalizzazione nel Comune di Milano
La realtà milanese rappresenta un’eccellenza in tema di smart city e digitalizzazione della pubblica amministrazione in Italia. L’assessore alla Trasformazione digitale del Comune di Milano, Roberta Cocco, in questa Milano Digital Week ha tracciato lo scenario che oggi si presenta all’interno del Comune: “A Milano il digitale è visto come strumento al servizio del cittadino. Tra le azioni che abbiamo messo in campo c’è il piano di interoperabilità, per far confluire tutti i dati del comune di Milano in un unico bacino, e il lavoro che da anni stiamo portando avanti al fine di legare sempre più il tema del digitale all’inclusione e quello dell’inclusione alla sostenibilità, che passa sempre più dall’innovazione. Digitale è sinonimo di trasparenza intesa come valore e diritto dei cittadini e, dal 2016, il Comune di Milano lavora ad un cambiamento di paradigma nel tema della smart city, con il quale si identificano le tecnologie per le città, al fine di rendere il cittadino stesso smart, permettendogli di sfruttare al meglio le tecnologie. In questo anno stiamo anche lavorando al data driven. Fanno da leve per questo importante cambiamento le numerose partnership strette tra il settore pubblico e quello privato; gli scambi di progetti tra le città italiane che portano avanti percorsi digitali; la collaborazione messa in atto con il team per la Trasformazione Digitale e con il ministro Colao. La strategia è stata quella di lavorare sulla componente tecnologica e sviluppare nuovi servizi digitali prestando attenzione allo sviluppo e all’allargamento della cultura digitale. Abbiamo usato il machine learning per realizzare strumenti che all’interno avessero azioni predittive. Dall’inizio della pandemia, ad esempio, con la geolocalizzazione il cittadino può sapere quali sono i servizi di cui può usufruire in prossimità della sua abitazione, tramite l’app Milano Aiuta“.
Tre sono i progetti che lo stesso Comune porta avanti verso una sempre più ampia digitalizzazione: lo sviluppo di dashboard interne di monitoraggio che permettono di avere sempre sotto controllo numeri, percentuali e individuare necessità e criticità; la dashboard della città, realizzata in collaborazione con A2A; e le control room della città che serviranno per monitorare in tempo reale il territorio e prevedere situazioni di emergenza. “Lo sviluppo di un un portale unico del dato sarà una porta di accesso a tutti cittadini e permetterà a questi di approcciarsi in modo semplice a tutti i servizi offerti dalla città”, afferma Giuseppe Sindoni, direttore dell’Area Gestione ed Integrazione Dati Comune di Milano. “Anche dal portale Milano Partecipa, opensource, si possono consultare tutte le informazioni e dare continuità alla cittadinanza democratica“, dice Lorenzo Lipparini, assessore alla Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data del Comune di Milano.
“Digitale è trasparenza. Se i cittadini imparano a verificare il lavoro dell’amministrazione, questi acquisiscono fiducia nella p.a. – conclude l’assessore Cocco – Senza il digitale, oggi, non è più possibile affrontare la vita e tutti dobbiamo collaborare per ridurre il digital gap”.