Un centro di ricerca militare Usa sta lavorando a un sistema in grado di sfornare (in 3D) pietanze scientificamente cucite sul fabbisogno nutrizionale dei soldati
NASA
Due anni fa visitai la sede di Argotec, la startup torinese che ha conquistato la NASA con il suo micro-satellite. Ma dietro c’è molto di più. Ecco perché è un modello vincente.
Tra i CubeSat scelti dalla NASA per l’esplorazione dello spazio profondo c’è ArgoMoon, nano-satellite realizzato da Argotec e coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana
La NASA ha appena rilanciato un video che mostra, in 30 secondi, l’esponenziale aumento della temperatura sulla Terra dal 1880 al 2015. Dobbiamo preoccuparci? Sì, perché gli ultimi dodici mesi hanno registrato numeri da record.
L’acqua che arriva sulla Iss (12mila litri dal 2008 a oggi) parte da Torino. E’ la stessa che (studiata e trattata) esce dai rubinetti. E la Smat sta già pensando a quella che finirà su Marte. Ecco come
Il robot chef supera la prova zuppa di granchio: nel 2017 sarà sul mercato (a 15mila dollari). Ma ci sono anche smart frigo (schermo Full HD) e un social piano cottura (touch-screen)
Il progresso avanza, alcune malattie vengono debellate, la chirurgia supera ostacoli e limiti, nuovi pianeti appaiono all’orizzonte. L’umanità, seppur minacciata, continua a camminare; più velocemente di quello che possiamo pensare. Ecco i principali traguardi raggiunti dalla scienza nel 2015.
Le due big company americane hanno unito le forze per creare il computer più potente che sia mai stato realizzato, D-Wave. Dalle teorie alle pratiche con gli obiettivi per il futuro: ecco come i quanti possono cambiare tutto.
Si chiama Katherine Johnson, ha 97 anni ed è una delle scienziate più importanti della Storia. Ha calcolato la traiettoria di volo dell’Apollo 11 nel suo primo volo nel 1969. Quest’anno è stata premiata da Barack Obama con la Presidential Medal of Freedom. Ecco cosa possiamo imparare dalla sua splendida storia.
Lasagne della tradizione, insalate di quinoa, zuppe di legumi: il cibo degli astronauti (sulla stazione ISS) è made in Italy e arriva da Torino. E a studiarlo è lo chef Stefano Polato. Ecco come lo prepara