Per la nostra rubrica del martedì dedicata alle startup a impatto sociale la storia di una B-Corp che da Milano ha innescato un circolo virtuoso per la distribuzione della risorsa idrica in Africa, America del Sud e Asia. Il co-founder Michele Fenoglio: «Io e Giacomo Stefanini lavoravamo in multinazionali all’estero. Abbiamo deciso di tornare in Italia per creare la startup che oggi vale più di 2 milioni di euro»
acqua potabile
A soffrire la sete e il “peso” dell’assenza di servizi idrici soprattutto le donne. In futuro l’oro blu diverrà un bene sempre più prezioso, anche a causa dei cambiamenti climatici
Robot marini, ma anche bucce d’arance, costumi smart e persino le pecore. Per contrastare l’inquinamento dei nostri mari insomma, ognuno deve fare la sua parte. Ma la tecnologia ci viene in soccorso.
I ricercatori svedesi dell’Università di Lund insieme al premio Nobel per la pace Muhammad Yunus hanno messo a punto un sistema di depuratori a celle solari per le comunità non raggiunte dalla rete elettrica. Utilizza un sistema di led ultravioletti per eliminare i batteri dall’acqua.
Un progetto che potrebbe rivoluzionare il mondo delle energie rinnovabili e dare un prezioso contributo ai Paesi in via di sviluppo. Watly purifica fino a 3 milioni di litri di acqua all’anno e funziona ad energia solare: offre, inoltre, copertura Internet via Wi-Fi.
Si chiama Drinkable Book, letteralmente “libro bevibile”. Arriva dall’America e servirà a rendere potabile l’acqua nei paesi in via di sviluppo, grazie a dei particolari fogli di carta composti da ioni d’argento e agenti antibatterici.
Sacchetti speciali per purificare l’acqua grazie al sole. Il progetto SOL Water, lanciato su Kickstarter l’11 agosto, in meno di due mesi ha raccolto più di 31.000 dollari sui 23.000 richiesti
L’innovazione, sviluppata con l’Università di Pavia, può portare l’acqua potabile dove non c’è. Il tutto senza aver bisogno di alcuna fonte e senza inquinare. È già in uso in molte nazioni e sta dando ottimi risultati.