Com’è andata a finire? Prosegue il viaggio tra le eccellenze protagoniste dei vari #SIOS. La startup che semplifica l’accesso alle valute virtuali è entrata tra le finaliste all’edizione del 2021. Intervista al Cfo e Co-Founder: “Oggi più che mai siamo concentrati sullo sviluppo di soluzioni che possano aiutare l’utente a sfruttare le potenzialità della blockchain, con la consapevolezza dei rischi connessi”
Quando si deve gestire la complessità si rischia di entrare dentro a un paradosso: complicare le cose è semplice, ma semplificarle è molto difficile. Un paradosso ancora più attuale quando si parla di criptovalute, crittografia e transazioni peer-to-peer, temi riservati a tecnici e addetti ai lavori, ma destinati all’utilizzo su larga scala. Una sfida che la fintech italiana Young Platform ha accettato e che sta vincendo, semplificando l’accesso al mondo delle valute virtuali. Una startup fondata nel 2018 da sei studenti di Informatica dell’Università di Torino accomunati sin dalle scuole superiori dalla passione per la tecnologia blockchain – Andrea Ferrero, Alexandru Stefan Gheban, Samuele Raimondo, Andrea Carollo, Marco Ciarmoli e Daniele Rinaldi – e incubata in I3P del Politecnico di Torino.
Young Platform si propone di semplificare l’accesso al mondo delle criptovalute attraverso un hub di prodotti digitali che rispondono alle esigenze di diversi segmenti di utenti, dal principiante all’esperto, offrendo un’intensa attività educativa e di divulgazione della tecnologia blockchain e delle sue applicazioni. Young Platform ha partecipato all’Open Summit di StartupItalia, nel 2021, entrando tra le finaliste. Un’esperienza che ha prodotto effetti positivi a diversi livelli, a partire dal rafforzamento della consapevolezza sul team. Ne abbiamo parlato con Alexandru Stefan Gheban, CFO & Co-Founder di Young Platform: “Dalla nostra partecipazione all’Open Summit di StartupItalia, è passato un anno molto intenso, ma è stata un’esperienza incredibile – racconta Alexandru Stefan Gheban -. L’emozione grandissima di essere su quel palco era moltiplicata dalla presenza, insieme a noi, di realtà affermate come ScalaPay. Riuscire a rientrare tra i finalisti ha avuto l’effetto benefico di renderci ancora più consapevoli dei risultati ottenuti in 4 anni. Questa soddisfazione ci ha sicuramente ricaricati di nuova motivazione per evolvere e crescere”.
Com’è nata Young Platform, in quale scenario?
L’idea di fondare una startup crypto è emersa in un contesto molto diverso da quello di oggi. Era la fine del 2017 e stavamo vivendo il primo boom crypto. Al tempo il trend del momento erano le ICO, ossia degli eventi di lancio di nuovi token che consistevano semplicemente in vendite a un prezzo iniziale riservato agli early adopter. Il problema in quel periodo era l’assenza totale di regolamentazione, ancora più di oggi, e quindi un problema era anche la frequenza delle truffe che si nascondevano dietro moltissime ICO. Lo stesso discorso si applicava ai pochi exchange che esistevano, spesso non compliant, senza KYC obbligatorio all’ingresso e soprattutto poco user-friendly. Il settore era ancora a uno stadio primordiale, quindi le informazioni erano poco accessibili, quasi esclusivamente in inglese e molto tecniche. Noi founder però seguivamo già il mercato da qualche anno, conoscevamo tutti i canali di nicchia e avevamo sperimentato qualche piattaforma. Quando lo raccontavamo ad amici e parenti, poi, venivano da noi a chiedere come potevano comprare su questi siti anche loro. Di fatto questo settore era una passione in comune tra amici, e il nostro gruppo aveva anche qualche competenza tecnica, per cui è venuta spontanea e quasi unanime l’idea di creare un’impresa in questo senso. In uno scenario simile, quindi, l’obbiettivo che avevamo per la startup era chiaro: aiutare le persone ad affacciarsi in un mondo completamente nuovo attraverso strumenti educativi e con un prodotto sicuro e semplice da usare.
“Entrare tra i finalisti di #SIOS21 ci ha resi ancora più consapevoli dei risultati ottenuti”
Round, finanziamenti o eventuali nuovi soci che hanno innescato una svolta?
I passaggi fondamentali sono stati due. Con la campagna di crowdfunding del 2019 su Seedrs abbiamo concluso il lancio del modello educativo di Young Platform Step. Il successo della raccolta, poi, ci ha permesso di sviluppare il secondo prodotto centrale, l’exchange. Non lo diciamo spesso, ma il crowdfunding è stato particolarmente significativo per noi perché qui abbiamo sentito chiaramente l’appoggio della nostra community per la prima volta. D’altra parte è stato una sorta di battesimo perché per la prima volta ci siamo esposti anche a livello internazionale, grazie alla piattaforma di crowdfunding che ci ha dato rilievo. La seconda fase è segnata dal Series A con uno dei principali fondi di venture capital italiani United Ventures. Un anno dopo si sono uniti a lei anche Azimut e Banca Sella in un Series B. Il loro appoggio, prima di tutto, ci ha aiutato a rafforzare ed espandere la nostra posizione sul mercato italiano. Ma ancora adesso il loro ruolo è fondamentale nel complesso e continuo dialogo con le istituzioni per promuovere la regolamentazione del settore e portare avanti i nostri valori di education e compliance.
Covid e turbolenze internazionali come hanno condizionato le vostre attività?
Ogni crisi ha avuto effetti specifici e in alcuni casi inaspettati. Il covid come sappiamo ha generato incertezza su qualunque mercato, e soprattutto all’inizio dei contagi si è creata una stasi completa. In questa situazione di forte paura naturalmente era molto difficile reperire capitali sul mercato. Quindi abbiamo dovuto rallentare la nostra roadmap di sviluppo per allungare il periodo di runway. La nostra luce di speranza durante il periodo di lockdown è stata l’accelerazione dell’adoption e il bull market. Nel 2020, infatti, la gente si è avvicinata alle criptovalute ed è nato il trend degli NFT e del metaverso, che oltretutto hanno fornito ulteriore ispirazione alla nostra vision. Attualmente, da un punto di vista macro, stiamo scontando le iniezioni di liquidità del periodo Covid. In questo momento le banche centrali stanno cercando di ridurre l’inflazione creata. Questo si ripercuote in maniera negativa sul mondo degli investimenti, data l’assenza di liquidità da destinare a queste attività. Nonostante gli ultimi anni di continue notizie negative, la visione di lungo periodo che abbiamo del mercato delle criptovalute non cambia. Lo dimostriamo con i fatti: in tutto questo Young Platform ha continuato a crescere sia in termini di team che di community, affinando e arricchendo la sua offerta.
“Nonostante le ultime notizie negative, la nostra visione di lungo periodo sulle criptovalute non cambia”
Prospettive future: i next step di breve e medio periodo sui quali state lavorando?
Le prospettive di espansione che stiamo esplorando e mettendo in atto sono su diversi fronti. Non lasciamo certamente da parte il nostro prodotto B2C, che continua la sua missione di semplificare a tutti l’accesso al mercato delle criptovalute. Oggi più che mai, siamo concentrati sullo sviluppo di soluzioni che possano aiutare l’utente a sfruttare le potenzialità insite nella blockchain attraverso le criptovalute, con la consapevolezza dei rischi connessi. La novità è che abbiamo fatto i primi passi di internazionalizzazione all’inizio di quest’anno, aprendoci al mercato francese con l’obiettivo di replicare quanto raggiunto in Italia. Una volta consolidata la nostra presenza anche qui, sicuramente guarderemo a nuovi paesi Europei. Nel frattempo stiamo lavorando sempre di più sul fronte B2B: è innegabile che negli ultimi mesi l’interesse da parte delle istituzioni finanziarie sia sempre più forte nei confronti del settore. Complici forse i dibattiti a livello governativo sulla regolamentazione, che stanno entrando nel vivo sia in America che in Europa. Per rispondere a questa richiesta che ci arriva dal fronte B2B stiamo lavorando ad una soluzione che permetta a questi soggetti di integrare le criptovalute nei propri servizi.