Missili compatibili con i lanciatori odierni, dieci volte più piccoli e dieci volte più economici. Ares Industries, la prima startup defense tech in cui l’acceleratore Y Combinator ha deciso di investire, li consegnerà nel 2025 come si legge su TechCrunch.
Non è la prima volta che un’azienda innovativa del comparto militare raccoglie fondi da parte di VC e grandi player del settore. A far notizia è però il fatto che Y Combinator – culla di ex startup come Airbnb, Twitch, Dropbox e moltissime altre – abbia deciso di interessarsi all’ambito militare proprio nel 2024. Ares ha testato i prototipi dei missili nel deserto del Mojave.
Y Combinator investirà sempre di più in ambito bellico?
Sul Financial Times si legge della crescente attenzione della società confondata da Paul Graham nei confronti dell’ambito defense tech. Questo anche perché Oltreoceano unicorni stanno raccogliendo centinaia di milioni di dollari per sviluppare soluzioni, armamenti e software militari. Anduril, per citare il caso più eclatante, ha chiuso un round da 1,5 miliardi di dollari quest’estate (con valutazione da 14 miliardi). Il suo obiettivo è ambizioso: aggiornare l’arsenale statunitense.
Il sostegno americano sul fronte ucraino e su quello mediorientale avrebbe dimostrato secondo gli esperti che le armi di Washington sono troppo pesanti e costose per la guerra odierna. Una produzione più rapida ed economica rafforzerebbe dunque la deterrenza USA?
Perché la startup Ares Industries costruisce missili?
«Una guerra con la Cina nello Stretto di Taiwan non assomiglierebbe per niente a quella che abbiamo visto in Ucraina o in Medio Oriente. Gli esperti militari sono d’accordo sul fatto che le armi più utili in un tale conflitto sarebbero le armi anti-nave a lungo raggio o i missili da crociera». Così Ares descrive il contesto dal proprio punto di vista. I fondatori sono Devan Plantamura e Alex Tseng ed entrambi sembrano preoccupati della (im)preparazione americana rispetto alle guerre del futuro.
L’esercito USA ha bisogno davvero delle startup?
Come si legge sulla stampa di settore, nel 2023 gli Stati Uniti hanno destinato complessivamente un budget da 851 miliardi di dollari per la Difesa. Pur essendo la prima potenza militare al mondo, gli Stati Uniti avrebbero comunque bisogno di aiuto? «Gli Stati Uniti non sono adeguatamente preparati – spiegano da Ares -. In un potenziale conflitto, le nostre scorte si esauriranno in settimane, e attualmente non abbiamo la capacità industriale per costruire a un ritmo tale da vincere una guerra».
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E l’Europa? In Europa ci sono scaleup come la tedesca Helsing e resta forte l’impegno della NATO con il fondo da 1 miliardo di euro. Con la guerra in Ucraina e le incertezze globali, il Vecchio continente discute da decenni in merito all’opportunità di una maggiore cooperazione e della necessità o meno di un esercito europeo.