Com’è andata a finire? Prosegue il viaggio tra le eccellenze protagoniste dei vari StartupItalia Open Summit. È la volta di WeSchool, finalista dell’edizione 2020, che proprio in quell’anno è stata scelta dal Governo tra le piattaforme per la didattica a distanza
“La scuola è molto simile a quella che hanno frequentato i nostri nonni: lezioni frontali unidirezionali, ripasso sul libro e interrogazione. La nostra missione è il rinnovamento della didattica nelle scuole, nelle università e nelle aziende perché crediamo che una didattica cooperativa, multidisciplinare, digitale e challenge-based – qualsiasi sia la disciplina insegnata! – sviluppi le competenze del nuovo millennio e il pensiero critico, rendendo ragazze e ragazzi cittadini più liberi, felici e pronti a qualsiasi sfida lavorativa”, è questa lo logica su cui si basa WeSchool, startup nata nel 2016 dall’esperienza di Marco De Rossi che, forte dei successi e dei fallimenti vissuti con la sua prima startup, Oilproject, che ha fondato a 13 anni, è riuscito a creare una realtà che ora conta due milioni di studenti e 230mila docenti.
“All’inizio abbiamo preso una cantonata: pensavamo che la piattaforma fosse la soluzione, che la tecnologia fosse tutto”
“Ero un ragazzino quando fondai Oilproject – racconta – all’epoca pensavamo che gli insegnanti non servissero a nulla e che la scuola potesse essere fatta dagli studenti. Oilproject era una scuola gratuita online fondata da un gruppo di studenti. Chiunque poteva proporre contenuti. Il mio sogno era che entro dieci anni tutte le lezioni tenute nelle scuole e nelle università pubbliche venissero condivise online a beneficio, ad esempio, di chi vive in zone con una scarsa offerta didattica, combattendo così il digital divide culturale italiano. In una cosa ci sbagliavamo: la scuola è fatta dai docenti”.
“All’inizio – ammette De Rossi – abbiamo preso una cantonata: pensavamo che la piattaforma fosse la soluzione, che la tecnologia fosse tutto – commenta l’imprenditore -. I learning management system sono il nostro nemico numero uno, ma pensavamo che la nostra piattaforma, più collaborativa e simile a un social network, fosse la soluzione. Invece la parte umana è fondamentale. Dal 2018 abbiamo cominciato a educare gli educator e a mettere in pratica strategie collaborative. Oltre a formare su e con contenuti disciplinari, occorre stimolare lo spirito critico e la collaborazione, dare a ogni studente la possibilità di far emergere la propria creatività, le competenze soft, i propri sogni. È così che possiamo pensare alla scuola, e dunque al futuro, come a uno spazio vivo, equo e inclusivo, che getta le basi dell’autodeterminazione e dunque della cittadinanza attiva”.
La pandemia, boost di crescita per WeSchool
Il boom di WeSchool è arrivato con la pandemia nel 2020, anno in cui l’azienda è stata selezionata tra le dieci finaliste di Sios e anno nel quale il Governo ha inserito la piattaforma ideata da De Rossi nel novero di quelle adottate dalle scuole per la didattica a distanza, con le piattaforme di Microsoft e Google: “La pandemia ha portato il sistema a immergersi nel digitale e pochi erano pronti – racconta il fondatore – WeSchool è stata la piattaforma per l’home schooling per 1,1 milioni di utenti attivi al giorno, servivamo un terzo di tutte le scuole secondarie in Italia”.
È qui che WeSchool raccoglie un round di investimento series A da 6,4 milioni di euro sottoscritto da P101, lead investor con i fondi P102 e ITA 500 – Azimut, Tim Ventures, CDP Venture Capital Sgr – Fondo Nazionale Innovazione, Club Digitale e Club Italia Investimenti 2. “A inizio 2020 eravamo in otto – sottolinea De Rossi -. Ora siamo 62 e siamo in continua crescita”.
Il presente e il futuro
Oggi WeSchool ha 2 milioni di studenti e 230 mila docenti registrati si appresta a varcare i confini per iniziare a lavorare in tutti i paesi dell’area Ocse. I progetti in campo sono molti. Degli esempi? “Abbiamo in pipeline un progetto che insegna ai ragazzi a farsi un’idea e un’opinione sulla transizione energetica che partirà in Uk, Italia e Francia all’inizio del 2023”, racconta il ceo.
Il progetto sociale
Tra gli altri progetti recenti c’è il Tutoring Online Program, un percorso di accompagnamento scolastico per studenti in difficoltà attivo in Repubblica Dominicana e Brasile e Italia, che offre loro sessioni on line di sostegno sulle principali materie di studio. I tutor sono studenti universitari volontari e formati per poterli supportare al meglio.
“La pandemia ha portato il sistema scolastico a immergersi nel digitale e pochi erano pronti”
WeSchool, attraverso l’omonima piattaforma, permette anche la creazione di community digitali per i tutor: qui consultano le risorse formative e possono entrare in contatto con altri volontari per scambiare consigli e buone pratiche. La piattaforma inoltre ospita le sessioni di tutoring, sia le sessioni sincrone online, sia i materiali di approfondimento condivisi. Gli strumenti di reportistica disponibili permettono inoltre il monitoraggio dell’iniziativa e la valutazione del suo impatto.
Gli altri progetti
In collaborazione con Nike e Bebe Vio Academy, WeSchool ha partecipato a Sport4Change, progetto che coinvolge 3000 studenti e ha l’obiettivo di diffondere la cultura dell’inclusione nelle scuole di tutti i gradi attraverso lo sport di squadra e gli sport paralimpici. Grazie alla metodologia innovativa dello Universal Design for Learning i docenti scoprono come usare al meglio nuove attività sportive per rendere le ore di Educazione Civica e di Educazione Fisica un momento di riflessione attivo, pratico e divertente.
Una scuola per sentirsi a casa, in collaborazione con Ikea è in partenza il prossimo gennaio e coinvolge le classi IV e V delle scuole superiori per sfidarle a progettare insieme una scuola più accogliente per tutti. Dal public speaking all’argomentazione di una tesi, da lavori di gruppo a confronti live con professionisti: il percorso prevede tre lezioni e un progetto finale per aiutare gli studenti a scoprire ciò che li rende unici, allenare nuove competenze e capire come valorizzare le proprie idee e trasformarle in azione attraverso il design thinking.
Con Intesa Sanpaolo WeSchool ha appena concluso il progetto Futurità, il progetto di educazione civica e digitale di Intesa Sanpaolo. L’iniziativa ha l’obiettivo di coinvolgere i giovani su temi legati all’economia sostenibile, ai cambiamenti del mondo del lavoro e alle nuove professioni legate alla sostenibilità. L’edizione 2022, la prima in cui è stato possibile unire con continuità la didattica in presenza e gli strumenti digitali e interattivi dopo la pandemia, ha visto la partecipazione di 2300 studenti e studentesse delle scuole secondarie superiori, 130 classi da 42 scuole in tutta Italia.