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StartupItalia ha partecipato al Demo Day a Roma, dove 5 aziende innovative hanno incontrato potenziali investitori. La nostra intervista a Anastasiya Markvarde, Senior Program Manager
Lo sguardo non può che essere proiettato al mondo. Founder e Ceo di startup innovative tengono per forza quella rotta. Ancora di più in certi ambiti di business. Prendiamo il caso della salute e diamo qualche numero per inquadrare l’ecosistema globale. Nel suo complesso le startup del settore health hanno raccolto 23,3 miliardi di dollari nel 2022, registrando un -50% rispetto al 2021, quando si era toccato un record dopo anni di crescita (44,8 miliardi).
VITA Accelerator: la nuova call
Cosa ci dice questo crollo? Senz’altro che stiamo vivendo periodi di incertezza. Ma anche che il trend è piuttosto chiaro: dieci anni fa l’innovazione nella salute ricevette finanziamenti complessivi per poco più di 2 miliardi. È un «global game», così lo hanno più volte definito i rappresentanti di VITA, l’Acceleratore Digital Health della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital, che ha celebrato da poco il suo Demo Day a Roma, annunciando l’apertura del programma 2023 al quale tutte le startup digital health italiane e internazionali possono spedire l’application (rimarranno aperte fino al 17 aprile).
«In questo primo batch abbiamo svolto un gran lavoro con l’ecosistema: uno dei nostri obiettivi è stato coinvolgere mentor ed esperti da paesi come USA, Olanda e UK, che incontrassero le startup, dando loro feedback. Ad esempio su come ricevere la certificazione medica, come sviluppare la strategia di IP o lo studio clinico». Anastasiya Markvarde, Senior Program Manager di VITA Accelerator, le ha conosciute tutte e cinque nei quattro mesi di percorso, sia da remoto sia in presenza. «Vediamo tantissimo potenziale in Italia – ci ha spiegato – ed è per questo che puntiamo a coinvolgere università e ricercatori».
Nella macro categoria del Life Science, le startup biotech e della digital health spesso hanno un background accademico. Per far crescere l’ecosistema bisogna dunque attivare quei meccanismi necessari per cui, dai laboratori, le innovazioni tentano poi la strada del mercato. «L’Italia è bravissima nella ricerca, ma ancora indietro nel convertirla in startup – ha aggiunto Markvarde -. Per questo motivo il nostro programma d’accelerazione facilita e favorisce processi di co-creation e open innovation tra startup emergenti e partner leader del settore. In questo modo le startup possono strutturare meglio il proprio business in base all’esigenza del mercato, avendo già partner affermati e con esperienza».
Al Demo Day trascorso a Casa Angelini a Roma, abbiamo avvertito il passo avanti che un acceleratore come VITA ha garantito al nostro ecosistema, dovuto al fatto che CDP Venture Capital è ad oggi il principale operatore, impegnato con un piano a lungo termine. Nel corso del primo batch, VITA ha messo a terra il proprio framework: prendere spunto dalle best practices europee per attivare percorsi di trasferimento tecnologico in Italia.
Le cinque startup di VITA
Ce lo hanno detto all’unisono i membri dei cinque team selezionati, ciascuno con prodotti e servizi differenti: VITA ha dato voce a una nicchia di innovazione che in Italia vuole crescere. Le startup della prima edizione sono Evotion, HuCare, InGeno, Linari Medical e Paperbox Health. Dai wearable per neonati alla diagnosi della dislessia attraverso i videogiochi, buona parte delle startup è pronta ad accedere al mercato o ha già un parco clienti attivo. In fase early stage, sono tutte alla ricerca di investitori e opportunità per scalare il proprio business.
In un settore complesso e regolamentato come quello della salute, le startup hanno bisogno di cooperare e collaborare con soggetti più strutturati, per capirne le esigenze e attivare percorsi di open innovation. Ecco perché VITA si è fatta affiancare da attori di primo piano: il percorso di accelerazione è stato infatti realizzato insieme ai founding partner Healthware Group e Accelerace; in qualità di Innovation Partner Zcube – Zambon Research Venture e di Corporate Partner SIFI Group e Petrone Group supportano il programma e lavorano con le startup per risolvere alcune Innovation Challenge nelle loro specifiche aree terapeutiche e di mercato. A completare i partner c’è il Technical Partner Orrick.
Il contesto globale
Trattandosi di una competizione globale è anche importante conoscere la situazione negli altri paesi. L’Italia, come spiegato da Anastasiya Markvarde, non è tra quelli di testa per l’ambito health e digital health. Nella top 10 a livello mondiale per opportunità riservate alle startup digital health troviamo paesi di cui spesso si sente parlare come USA, Germania, UK, Francia, Cina e Israele.
«Se guardiamo al mercato italiano delle startup digital health, non ha senso in questa fase parlare di unicorni in Italia. È importante raggiungere la sostenibilità – ha commentato Markvarde -. Un acceleratore come il nostro ha il compito di sviluppare l’ecosistema per generare più startup di valore che possano migliorare con le loro soluzioni il sistema sanitario nazionale. Nel settore salute infatti è importante che le soluzioni innovative rispondano a bisogni specifici di medici e pazienti: le startup possono diventare realtà di successo nel lungo periodo. Questo ci ha spinto durante i quattro mesi del programma a organizzare workshop e sessioni di mentorship molto pratiche in cui le nostre startup potessero davvero imparare come migliorare il proprio prodotto e capire il mercato della salute digitale in Italia e all’estero».
I numeri di VITA
Nel corso del Demo Day, l’intera community del programma VITA si è data appuntamento per fare un bilancio sui numeri. Nel 2022 sono state raccolte oltre 120 candidature, da 20 paesi diversi; le cinque startup hanno ricevuto un primo investimento di 110 mila euro con un potenziale follow-on sino a 400mila. «Questo primo batch d’accelerazione ha dimostrato come attraverso processi di co-creazione e open innovation sia possibile sviluppare progetti di digital health in grado di migliorare la vita dei pazienti con soluzioni innovative», ha aggiunto Paolo Borella, Managing Partner di VITA Accelerator. VITA è sostenuto da un network di Ecosystem Partner istituzionali, scientifici e del mondo venture partner tra cui Angelini Ventures, Italian Tech Alliance, Vento, Prana Ventures, Indaco Venture Partner e Frontiers Health.
Presente e futuro della salute
Il dibattito sulla salute si è evoluto negli ultimi anni. Questo anche grazie a diverse startup che hanno reso e stanno ancora rendendo più facile la vita a pazienti e dottori. Su StartupItalia le raccontiamo sempre più spesso: digitalizzano i percorsi di cura, ad esempio con percorsi di psicoterapia online; sfruttano piattaforme stile CRM per mettere in contatto medici e pazienti, organizzando agende in modo rapido; usano la tecnologia per diagnosi e cure di malattie poco note; si occupano di beauty&wellness grazie a strumenti di telemedicina. Tutto questo attirando l’attenzione dei fondi di Venture Capital, che in Italia si stanno raggruppando per farle crescere.