3DRap, supporta Innova e il fablab di Brescia nella conversione di maschere da sub in respiratori
L’Italia della stampa 3D sempre più unita per supportare gli ospedali del Nord, in emergenza per la mancanza di respiratori in terapia intensiva.
Dopo la (bella notizia) della collaborazione tra la startup Isinnova di Cristian Fracassi e l’Ospedale di Chiari a Brescia per trasformare maschere da sub in respiratori, grazie a valvole stampate in 3D, raccontiamo un’iniziativa correlata, della campana 3DRap.
La startup di Avellino, guidata da Beniamino Izzo, ha risposto alla “chiamata all’azione” di Isinnova e del fablab di Brescia, che hanno chiesto supporto nella realizzazione delle valvole necessarie per la conversione delle maschere da sub in respiratori:
«Per produrre un kit completo servono dalle sei alle otto ore di stampa. Da soli, Isinnova e il fablab di Brescia non sono in grado di soddisfare la richiesta. Allora, abbiamo deciso di mettere a disposizione le nostre stampanti 3D, ne abbiamo una trentina, per creare degli adattatori», spiega Beniamino che abbiamo raggiunto telefonicamente.
Gli adattatori creati in tempi record
Beniamino ci racconta anche tutte le difficoltà nel realizzare gli adattatori, nel rispetto delle normative vigenti in termini di sicurezza e salute:
«Gli adattatori servono per poter collegare il ventilatore alla maschera, sia per l’ingresso che per l’espulsione dell’ossigeno. Abbiamo realizzato una cinquantina di kit, organizzandoci sulla base di quattro turni al giorno, con una sola persona in laboratorio per volta. In totale 230 ore di stampa».
Il Ceo, durante la nostra intervista, fa anche un appello agli ospedali campani: se hanno bisogno di convertire le maschere da sub in adattatori, loro si renderanno disponibili.
Storia di 3DRap
La startup nasce a Mercogliano in provincia di Avellino, grazie all’idea di quattro studenti di ingegneria meccanica, con la passione di inventare nuovi oggetti e un occhio alla sostenibilità: il 90% dei prodotti che utilizzano sono biodegradabili, ottenuti da scarti agricoli e ortaggi.
Una prima svolta per loro è la collaborazione con il centro di ricerca biomedica, Ananke, specializzato nell’ortotraumatologia medica, ovvero la cura di fratture e distorsioni.
Con i fondi di questa prima attività, realizzano il loro laboratorio in 3D che oggi è diventato un punto di eccellenza soprattutto nel campo delle simulazioni automobilistiche: «Abbiamo venduto i nostri simulatori in circa 90 Paesi nel mondo», conclude Beniamino.