A Genova è nato il primo corso di “judo del web” per insegnare ai ragazzi a difendersi dagli aggressori
Contro i cyberbulli basta una mossa di Zanshin Tech: è l’arte marziale digitale nata per preparare i giovanissimi a combattere contro gli aggressori della Rete. Il primo corso è partito a Genova, al circolo Arci Zenzero, nel quartiere di San Fruttuoso. Gli allievi sono dieci ragazzi tra gli undici e i quindici anni: adolescenti abituati a stare davanti al personal computer, iscritti ai social network e spesso incapaci di gestire la prepotenza e la violenza di chi da dietro uno schermo cerca di schiacciare l’altro.
I maestri del primo corso in Italia di “judo del web” sono gli esperti dell’Associazione per le libertà informatiche e digitali, nata nella città ligure per diffondere e promuovere il software libero e per favorire la diffusione degli strumenti informatici mediante una corretta alfabetizzazione. Si tratta di un vero e proprio percorso che ha la finalità di creare un “esercito di difesa” pronto a risalire ad un profilo Facebook da un cellulare, a diventare piccoli informatici preparati a tutto.
Zanshin in giapponese indica lo stato di vigilanza, di quiete e di attenzione, che il vero maestro deve avere prima e durante il combattimento: lo scopo dello Zanshin Tech è di raggiungere questo traguardo durante l’uso delle tecnologie. Come ogni arte marziale lo Zanshin Tech è diviso in vari livelli. Nel primo si studiano i reali casi di cyberbullismo, si identificano le tecniche utilizzate per gli attacchi e si impara a gestire l’aggressione digitale. “Cyberbullismo vuol dire poco o niente: esistono tecniche specifiche, sempre uguali, che vengono usate per aggredire una persona. Studiando assieme – spiegano gli organizzatori del corso – queste strategie e le loro contromosse è possibile fermare un’aggressione sul nascere ed impedire che diventi un problema”.
Lo sa bene Claudio Canavese, presidente di Alid e docente nella palestra informatica all’Arci Zenzero con due studenti di informatica e altri preziosi collaboratori: sociologi, psicologi ed educatori con i quali c’è un confronto periodico per costruire un progetto che vada nella direzione comune di contrastare il cyberbullismo. La pratica dello Zanshin Tech prevede approfondimenti sulle tecnologie sia hardware sia software in modo da sapere usare le tecnologie prima e meglio di chi può farci del male.
Nei livelli successivi lo Zanshin Tech diventa Peer Education: gli allievi imparano ad insegnare ai più giovani e a collaborare con i maestri più grandi, responsabilizzandosi ed imparando da un lato a prendersi cura dei più piccoli, dall’altro ad insegnare ai grandi le tecnologie che potrebbero non conoscere. Una risposta concreta ad un problema che in questi anni ha coinvolto sempre più i ragazzi delle scuole secondarie: genitori ed insegnanti non hanno gli strumenti, spesso, per dare una mano ai loro figli o alunni.
Alid ha compreso che solo la formazione dei ragazzi stessi può essere una cura ed una soluzione. Per ora sono partiti con dieci allievi ma ben presto questo corso potrebbe arrivare nelle scuole e in altre città coinvolgendo le famiglie e le altre agenzie educative presenti sul territorio.