Da luglio a settembre ci si può iscrivere alla summer school targata StartupItalia: 8 appuntamenti dedicati alle tematiche più rilevanti per gli startupper, da seguire quando e dove si vuole, raccogliendo nuovi stimoli in vista di settembre
L’estate, oltre ad essere tempo di relax, è anche il momento giusto per pianificare progetti futuri ed approfondire tematiche a cui durante l’anno non si ha tempo da dedicare. Certo, non si ha molta voglia di seguire una videoconferenza dalla spiaggia o tardare a un aperitivo vista mare per finire un webinar di due ore, ma esistono anche corsi brevi e flessibili, pensati per aumentare le competenze proprie e della propria azienda durante le vacanze.
“Summer is Magic”: formazione (anche) sotto l’ombrellone
Nasce così “Summer is Magic”, la summer school per startup promossa dalla StartupItalia Academy, piattaforma di formazione sull’innovazione attiva dal novembre 2022, che aiuta le imprese a creare con successo le giuste skills e la cultura dell’apprendimento continuo: oltre 10.000 i professionisti finora iscritti, 160 le ore di formazione erogate, 3.000 gli esperti coinvolti, 300 i contenuti disponibili.
Dalle strategie per trovare investitori ai consigli per sfruttare l’IA nel proprio business, passando per marketing e vendita, sviluppo prodotto, people management e best practice in ambito legal: sono 8 gli appuntamenti bite-size content, basati su video della durata massima di 10 minuti, da seguire quando e dove si vuole (QUI tutte le informazioni e il modulo per iscriversi). L’obiettivo? Dare un boost alla propria idea insieme ai professionisti delle più importanti startup e scaleup italiane.
Disponibile nei mesi di luglio, agosto e settembre, il corso è pratico e mirato: nasce infatti dalle domande più frequenti che startupper ed imprenditori hanno posto a StartupItalia nel corso del tempo, a cui esperti, consulenti e professionisti hanno dato una risposta, fornendo la soluzione ai problemi più comuni.
Con “Summer is Magic” anche networking e coaching
Le otto lezioni, che saranno pubblicate una volta a settimana e rimarranno disponibili fino al 30 settembre, sono completate da una cassetta degli attrezzi con tool, template e materiali di approfondimento, nonché da un quiz per mettersi alla prova.
Grazie alla community di Summer is Magic, sarà anche possibile conoscere gli altri partecipanti, confrontandosi sui temi che interessano di più. Inoltre, iscrivendosi a questo corso si riceverà un invito esclusivo allo StartupItalia Open Summit, che si terrà a Milano a dicembre, e la propria startup sarà automaticamente candidata per il Community Award 2023.
Dal 31 luglio il modulo “Investimenti e fundraising”
Da lunedì 31 luglio sarà disponibile online il terzo modulo, dedicato a “Investimenti e fundraising”, un tema fondamentale e delicato per chi decide di avviare una startup, a cura di Dikensa Nurka, CFO del Gruppo StartupItalia: «Analizzeremo quali sono le principali tipologie di finanziamento possibili, quali i tempi e le modalità giuste per attivarle, quali i settori al centro dell’innovazione, in primis quello della sostenibilità».
Nella fase di avvio di un’attività bisogna mettere in conto un investimento iniziale di tasca propria: non è semplice trovare finanziamenti, sia privati che pubblici, per una nuova idea imprenditoriale, a meno che non si abbia un parente o un amico disposto a dare fiducia. «Il primo step consiste nel costituire la società e costruire un “business plan di successo”, fare comunicazione e curare il networking nei mercati di interesse: in sostanza bisogna darsi un po’ di tempo per farsi conoscere e dimostrare di avere un progetto che può funzionare».
Incubatori, crowdfunding, venture capital, business angel
In Italia il numero di startup è quasi raddoppiato negli ultimi anni, dalle 7.000 del 2017 alle quasi 15.000 del 2022, ma il tasso di mortalità in fase iniziale resta elevato, pari al 95%, quindi è fondamentale dimostrare di avere un’idea vincente: quando il business inizia ad avere una forma, si può partecipare a un progetto di accelerazione attraverso un incubatore, oppure organizzare una campagna di crowdfunding o, ancora, chiedere un prestito alle banche, oltre alla possibilità cosiddetta ‘family&friends’, che rimane sempre valida.
Una volta che l’attività si trova in una fase più strutturata, si può entrare nel mercato del venture capital o del private equity, due forme di investimento ad alto potenziale, ma anche ad alto rischio, che coinvolgono soggetti pubblici e privati. «Un’altra strada – continua Dikensa Nurka – è quella di cercare un partner industriale, cioè un’azienda interessata ad entrare nel capitale per ottenere servizi affini o complementari al proprio business: una strada difficile da percorrere, perché richiede il giusto incastro di numerosi fattori, ma che può portare a uno sviluppo e una crescita notevole della startup, che si ritrova così inserita in una realtà più grande e affermata all’interno del proprio settore di appartenenza».
Molto più diffusi all’estero che in Italia sono poi i business angel, o angel investor, soggetti privati che investono capitali personali in un’impresa nascente, condividendo anche il loro know-how e la loro rete di relazioni.
Finanziamenti in calo: serve vera innovazione
Nel nostro Paese, come nel resto del mondo, questo non è comunque un momento facile per trovare capitali. Come racconta il report di StartupItalia sul primo semestre 2023, dopo anni di crescita dei finanziamenti, si registra un calo evidente: sono 487 milioni circa i capitali raccolti da gennaio a giugno, poco più della metà rispetto al miliardo del 2022 (-51,17%). Una decrescita che riguarda tutti i mercati: il Regno Unito segna -57%, la Francia -55%, la Germania -44%, gli Stati Uniti e la Cina -49%.
«Considerato questo scenario, bisogna trovare il modo di avere un business profittevole, rendendo il proprio Ebitda il meno negativo possibile», conclude Dikensa Nurka. «L’ideale è affidarsi a una struttura snella con pochi costi fissi, ma ancora più importante è investire sulla ricerca di prodotti realmente innovativi, che siano in grado di rivoluzionare la realtà. L’Italia da questo punto di vista sta migliorando, ma deve ancora fare parecchia strada: nel 2022 abbiamo avuto 6 unicorni, mentre la Spagna ne ha avuti 12, la Francia 30, la Germania 60».