Cantante di successo nei Lacuna Coil, volto TV e ora anche attiva e seguitissima sui social. Per mostrare al pubblico un lato in più di sé. Ci sarà anche lei a StartupItalia Open Summit
Ai social media c’è arrivata come tappa ulteriore di un percorso professionale: ha sentito il bisogno di aggiungere qualcosa a una carriera già solida e che l’ha portata a calcare i palchi più importanti del pianeta, e come nel suo stile (lo dice lei) “quando faccio le cose, le faccio bene”. Così oggi Cristina Scabbia, che è e resta cantante dei Lacuna Coil, è diventata anche una streamer attiva su Twitch per mostrare sé stessa in tutte le sue sfaccettature: ovvero quello di appassionata di videogiochi, di action figure, di fumetti, di giochi da tavolo e di tutto quello che ricade nel cosiddetto universo nerd. E lo fa con successo, “Non mi aspettavo un’attenzione simile” racconta a StartupItalia: nel frattempo ha accumulato oltre 450.000 follower su Instagram e le sue dirette live sono sempre commentatissime da fan provenienti da tutto il mondo.
Non è (solo) questione di fortuna
Tra gli speaker di SIOS21 Winter Edition, Cristina Scabbia sarà sul palco dell’Università Bocconi proprio per raccontare questa sorta di seconda carriera che ha abbinato a quella di cantante. “Quando è scoppiata la pandemia, mi sono ritrovata come tanti artisti nella impossibilità di fare ciò che faccio abitualmente”: con all’improvviso tanto tempo libero a disposizione, Scabbia ha deciso quindi di dedicarsi alle sue passioni e pure di “Imparare qualcosa di nuovo: invece di piangermi addosso, ne ho approfittato e ho aperto un canale Twitch. Ho detto: inizio a giocare un po’ di più, visto che ho tempo. Da lì le cose sono cresciute esponenzialmente, mi sono sorpresa anche io di come è andata: non mi aspettavo un’attenzione simile, non mi aspettavo si aprisse un percorso parallelo alla mia carriera nella musica”.
Una carriera che costituisce la base del suo stare online, anzi Scabbia ci tiene a precisare che i Lacuna Coil sono sempre in attività (hanno appena annunciato un tour mondiale che partirà in primavera dagli USA e toccherà poi Europa e Asia), e che le ha permesso di sentirsi libera di esprimere pienamente sé stessa in Rete: “Sento di non dover provare più niente a nessuno: chiunque si pone sempre il problema di essere giudicato in qualsiasi contesto, personale o lavorativo. Cosa penseranno gli altri di noi? Oggi questo non è più un mio problema: so perfettamente chi sono, non me ne frega niente del giudizio degli altri – mi spiega – So che quando faccio le cose le faccio bene, e a me basta questo”.
C’è poi il modo in cui Scabbia si pone sui social: diretto, senza intermediazioni. Lo potremmo definire dal vivo e unplugged, per mutuare un gergo musicale: “In un momento in cui si tende sempre a voler mostrare un’immagine di sé fatta di perfezione, mostrare una vita personale sempre raffinata, io voglio essere il contrario: voglio mostrare il lato umano, voglio mostrare anche come si è al mattino struccati “. Per questo sui suoi social si trova un mix di molte cose: immagini glam provenienti dai set per le copertine di un giornale, foto di vita quotidiana magari scattate durante una fiera del fumetto (a Lucca Comics i Lacuna Coil hanno anche annunciato un gioco da tavolo a loro ispirato), foto nel backstage di un palco durante un concerto o foto delle vacanze. Tutto scelto e gestito da Cristina in prima persona.
Un approccio analitico
“Sui social – continua Scabbia nel corso della nostra chiacchierata in vista di SIOS21 – a me più che il numero assoluto di follower interessano altre metriche: mi interessa capire come funzionano gli algoritmi delle piattaforme e come determinano l’interazione tra utenti e creator. Soprattutto, mi interessa capire cosa piace e cosa vuole vedere chi mi segue”. Così la costruzione dei contenuti, il piano editoriale su Instagram e su Twitch, è il risultato del mescolare i gusti dei fan con quelli personali mediante un’analisi minuziosa: “Sui miei social metto quello che mi piace, non metterei mai contenuti in cui non mi ritrovo: ho detto di no a tante proposte, a sponsorizzazioni, perché non mi ci rispecchiavo. Posso decidere liberamente di taggare un’azienda perché mi piace un loro prodotto: perché è bello, non perché voglio che mi paghino”.
Scabbia rifugge insomma la definizione di influencer, non per una questione di principio ma semplicemente perché vede nella sua figura pubblica qualcosa di differente: “Sicuramente lo sono in qualche modo, un influencer, ma non mi sento tale: non è mia intenzione influenzare persone a fare qualcosa o acquistare qualcosa”. Piuttosto, la cifra della comunicazione resta quella della assoluta sincerità e trasparenza: “Io mi definisco la migliore giocatrice mediocre di videogiochi [ride, ndr]: perché proprio a proposito dei social media, è incredibile quanto tu possa influenzare l’idea che la gente ha di te. Inizio a postare qualcosa sui videogiochi? La gente dà per scontato che io sia una pro-gamer, quando invece io la maggior parte delle volte mi metto davanti alla console e muoio subito una cinquantina di volte”.
La conversazione finisce per spostarsi sul tema dell’uso dei social e su come questo possa alterare la percezione che gli altri hanno di noi: persino quella che abbiamo di noi stessi. “Io odio allenarmi: però quando ogni tanto lo faccio magari metto una foto sui social, per stimolare gli altri e me stessa a continuare a farlo. Succede quindi che faccio una intervista con una rivista inglese – ricorda – e la prima domanda è stata: allora tu, non solo da musicista, ma da esperta di fitness e pro-gamer… Quella situazione mi ha colpito moltissimo, mi sono resa conto che potrei convincere il mondo di essere una scienziata o qualsiasi altra cosa a mezzo social: un po’ mi spaventa, perché finché trovi persone oneste come me è un conto. Ma c’è chi vivrebbe nella menzogna, pur di vendersi”.
Uno sguardo al futuro
Proseguendo su questa linea, il ragionamento si allarga: finiamo a parlare di come diverse generazioni utilizzino e interpretino ciò che trovano in Rete, che tipo di società si sta costruendo sulla base di quanto vediamo scorrere sugli schermi dei nostri smartphone. “Temo che in molti delle nuove generazioni vivano nell’illusione di quello che vedono – spiega Scabbia a StartupItalia – Forse conoscono un po’ meno delle generazioni precedenti la differenza tra finzione e vita vera. Non voglio fare retorica spicciola: ma se cresci guardando il cellulare, pensando che siano tutti migliori di te, più famosi di te, più felici di te, più ricchi di te, è difficile che tu possa sviluppare quel senso di sicurezza che ti permetta di andare avanti. Temo ci siano troppe persone che si facciano influenzare in questo senso e vivano male di conseguenza”.
Però ci sono anche i ragazzi del Fridays for Future che si organizzano, che sanno farsi sentire, che hanno a cuore temi importanti come il cambiamento climatico e che sono riusciti a farsi ascoltare dai potenti della Terra: “Questo mi dà speranza, anche se quello che vedo io in giro in generale non rappresenta quella forza: sicuramente ci sarà un gruppo di persone motivato che concluderà qualcosa, altrimenti come umanità saremmo fregati. Non voglio aver ragione a tutti i costi, penso che il futuro sia nel confronto: anzi spero che sempre di più si possa parlare, ragionare, anche essere in disaccordo, spero che il confronto non venga mai negato e che nessuno abbia paura di dire quello che pensa”.
In pochi minuti di conversazione abbiamo toccato tantissimi temi, e l’impressione è che abbiamo scalfito la punta di un iceberg bello grosso. Le chiedo se il suo impegno in streaming continuerà anche quando riprenderanno i tour con i Lacuna Coil: “Sicuramente i contenuti saranno diversi, ma voglio continuare: anche solo col cellulare, ma se riuscirò a mettere insieme un setup da portarmi dietro voglio continuare anche a giocare”. Ci diamo appuntamento il 13 dicembre nell’aula magna dell’Università Bocconi, e mi sorprende spiegandomi di essere emozionata in vista dell’evento: “Grazie mille per l’invito, mi emozionerà tantissimo parlare davanti al pubblico: ma verrò lì per raccontare me stessa e la mia esperienza”.