A StartupItalia Open Summit potrete conoscere il team di Trytaly e tante altre realtà imprenditoriali. Fissatelo in agenda: lunedì 16 dicembre torna SIOS!
É una piattaforma di social eating che offre la possibilità di provare la vera cucina italiana in un ambiente familiare, è rivolta a cuochi dilettanti e turisti e permette di offrire e prenotare esperienze culinarie autentiche, da privato a privato. Si chiama Trytaly, ed è un’app sviluppata da Asternomic, startup fondata nel 2017, che sarà tra i progetti innovativi presenti il 16 dicembre allo StartupItalia Village e protagonista allo StartupItalia Open Summit 2019.
Lunedì 16 dicembre torna protagonista #SIOS19 in collaborazione con Università Bocconi. Persone, progetti, idee, percorsi visti con gli occhi di chi sorride al futuro: quest’anno incentrato sui segnali del futuro. Una giornata di networking per riunire tutto l’ecosistema dell’innovazione italiano con una plenaria, workshop e uno StartupItalia Village, un luogo dove le startup incontrano gli esperti del settore, investitori e un pubblico interessato, per presentare le proprie idee di business e stringere le giuste connessioni per portare i propri progetti verso il futuro.
Il team di Trytaly è composto da Adalberto Fontana, founder e CEO, Christian Celsi, co-founder e CTO, Marcello Fontana, Marketing and Social Media, Andrea Cogliati, advisor (US Market). Abbiamo chiesto ad Adalberto di raccontarci qualcosa in più di questo progetto.
Cinque domande al team di Trytaly
Cosa fa Asternomic?
Più che di Asternomic io parlerei di Trytaly. Asternomic è in realtà la ragione sociale della startup innovativa proprietaria dal marchio registrato Trytaly. Trytaly è un servizio online di “social eating”. Viaggiatori e turisti stranieri vengono ospitati da cuochi dilettanti italiani e possono così gustare le prelibatezze della nostra cucina tradizionale e farsi nuovi amici. Sapendo dove ti trovi (si chiama geolocalizzazione), Trytaly mostrerà sul tuo smartphone gli inviti a cena in quel momento accessibili in città. Guarda i vari menu, scegline uno e prenotalo al prezzo che dici tu.
Com’è nata l’idea? Vi siete ispirati a qualcosa di esistente, da un vostro bisogno o altro?
É una lunga storia. Parecchi anni fa io avevo concepito un network dove i viaggiatori entravano in contatto tra loro e con i locali per socializzare e scambiarsi esperienze. Esperti locali – chiamati “Chironi” – si mettevano gratuitamente a disposizione per condividere in tempo reale i loro consigli con “Pilgrims” in giro per il mondo. Il modello di business, basato unicamente sugli introiti pubblicitari, non ha funzionato. Di qui l’idea di passare dai Chironi (gratis) a cuochi dilettanti e dai Pilgrim a turisti desiderosi di provare (a pagamento) la vera cucina tradizionale italiana in un ambiente casalingo.
Qual è il vostro più grande successo? Quello che vi distingue dagli altri?
La startup è stata costituita a fine 2017 e ad oggi non è ancora pienamente operativa. Quindi non possiamo vantare successi di carattere commerciale. Diciamo che trovo particolarmente significativo il fatto che più di 100 cuochi dilettanti abbiano aderito all’iniziativa al buio, semplicemente sposando un’idea tutta ancora da realizzare.
L’ospite al centro. I tratti distintivi di Trytaly sono essenzialmente due. Primo, Trytaly è ospite-centrica e non evento-centrica. Noi geolocalizziamo l’ospite e mostriamo in tempo reale sul suo smartphone tutti i cuochi intorno a lui pronti ad aggiungere un posto a tavola per fargli assaggiare la vera cucina italiana, quella tradizionale. Nessun bisogno di selezionare prima una destinazione per poter entrare in contatto con i cuochi disponibili in zona. Quello che a noi interessa è concentrarci sul brand Italia, senza rivali nel settore food. Secondo, il prezzo è nelle mani dell’ospite, nessuna sorpresa.
Qual è lo stato attuale del progetto e quali sono gli obiettivi futuri?
Ci stiamo lavorando! Battute a parte, allo stato attuale il funzionamento del progetto è affidato al sito web https://trytaly.com/, dove più di 100 cuochi dilettanti sono già pronti ad ospitare turisti e viaggiatori ansiosi di provare la cucina tradizionale italiana. Non ci sono automatismi, ma il meccanismo permette di stabilire un contatto via email tra ospite e cuoco. Il prototipo dell’app (Android e iOS) è in via di sviluppo e sarà pronto per i primi del prossimo dicembre, giusto in tempo per il Sios 2019.
Al prossimo CES di Las Vegas. Trytaly è stata selezionata, insieme con un’altra cinquantina di startup, per rappresentare l’Italia al prossimo CES (Consumer Electronic Show), che si terrà a Las Vegas dal 7 al 10 gennaio 2020. Il CES è la più importante fiera di elettronica di consumo e tecnologia al mondo e noi ci saremo con il prototipo dell’app.
Tre passi per crescere. Il piano di sviluppo passa attraverso tre fasi. Nella prima, quella attuale, attiveremo il servizio nelle 10 località italiane predilette dal turismo americano: Venezia, Firenze e Toscana, Roma, Costiera Amalfitana e Cinque Terre in primis. Nella seconda fase copriremo l’intero territorio italiano e includeremo Germania, Regno Unito e Francia come Paesi di provenienza, con un pensiero all’Asia. La terza fase sarà quella che vedrà la trasformazione di Trytaly in piattaforma in grado di offrire, oltre ai Trytaly Chef, più servizi dedicati al turista, come ad esempio Trytaly Gude, Trytaly Personal Assistant e via dicendo. Parallelamente a questo percorso per così dire tradizionale, abbiamo allo studio l’applicazione di tecnologie di auto-apprendimento e Intelligenza Artificiale al settore turistico.
Che cosa ti aspetti dall’esperienza allo StartupItalia Village?
Soprattutto visibilità. Il nostro modello di business è B2B2C, ossia intendiamo raggiungere il consumatore e parlargli tramite altre imprese, nello specifico grandi tour operator, catene alberghiere, linee aeree, guide e piattaforme di viaggio. Naturalmente conservando la nostra identità.