Con 16mila realtà, per un fatturato complessivo sui 7,6 miliardi di euro, il Nord-Ovest è la zona geografica d’Italia con una percentuale più alta di team innovativi
Il Nord-Ovest d’Italia è l’area con il maggior numero di realtà innovative (34,7%) secondo l’ultimo report che mappa le startup innovative redatto da Cribis, società di analisi del gruppo CRIF. Alla fine del 2023 l’Italia contava 16mila startup e PMI innovative, per un fatturato complessivo che si aggirava sui 7,6 miliardi di euro. Scopriamo insieme i risultati nel dettaglio.
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I dati del report di Cribis
Secondo l’analisi di Cribis, alla fine del 2023 l’Italia contava circa 16mila startup e PMI innovative, per un fatturato complessivo che si aggirava sui 7,6 miliardi di euro. Prevalentemente, la svolta dalle realtà innovative italiane è la produzione di software di base (31,9%), a seguire quelle che si occupano di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria (10,9%), i portali web (6,2%) e le realtà che svolgono consulenze nel settore delle tecnologie dell’informatica (4,8%). In fondo alla graduatoria troviamo, invece, le startup innovative legate al manifatturiero come quelle che costruiscono robot industriali (0,4%) o che fabbricano apparecchi elettromedicali (0,4%). La popolazione delle startup innovative è composta esclusivamente da società di capitali. In particolare, tra quest’ultime è da segnalare la percentuale delle società a responsabilità limitata (93,3%) e delle società per azioni (0,8%). Per lo più si tratta di realtà giovani, l’età media dei soci e degli amministratori è inferiore a 35 anni e rappresenta il 24,6%.
La geografia delle startup innovative
La distribuzione sul territorio italiano a dicembre 2023 vedeva il Nord-Ovest della penisola contare la maggiore concentrazione di realtà innovative (34,7%), seguita dal Sud Italia (21,1%), il Centro (20,6%), il Nord-Est (17%) e le Isole (6,6%). In cima alla graduatoria permane la Lombardia, con circa il 27,4% delle startup innovative italiane. Completano le prime dieci posizioni il Lazio (12,3%), la Campania (10,7%), l’Emilia-Romagna (7%), il Veneto (6,4%), il Piemonte (5,5%), la Sicilia (5,2%), la Puglia (4,6%), la Toscana (4,5%) e l’Abruzzo (2,2%). Passando al dato relativo alla distribuzione provinciale delle startup, Milano si conferma in prima posizione (19,7%). Seguono le province di Roma (11,1%), Napoli (5,6%), Torino (4%), Bari (2,3%), Bologna (2,2%), Salerno (2,1%), Padova (1,8%), Brescia (1,8%), Catania (1,8%), Bergamo (1,8%), Firenze (1,7), Palermo (1,6%) e Verona (1,5%). Il tessuto imprenditoriale è formato per oltre tre quarti, il 77,8%, da microimprese (realtà imprenditoriali innovative con meno di dieci dipendenti), il 77,4% addirittura ne ha meno di due, e con un fatturato o totale di bilancio annuo inferiore a due milioni di euro. Il fatturato si aggira intorno a 1,8 miliardi di euro (+66,6% rispetto al 2021) e le startup innovative si attestano per il 14,4% nella fascia 10.000 – 49.999 €, per l’8,1% nella fascia 50.000 – 99.999 €, per il 16.5% nella fascia 100.000 – 499.999 € e per il 3,8% nella fascia 500.000 – 999.999 €. Agli estremi della distribuzione troviamo le imprese innovative con un fatturato inferiore ai 10.000 € (34,5%) e quelle con un fatturato superiore a un 1.000.000 € (3,2%).
Startup innovative al femminile
Per quanto riguarda le startup innovative a conduzione femminile o a partecipazione femminile prevalente, sono il 12,7% del totale della popolazione. Nello specifico, le startup innovative guidate in maniera esclusiva da donne sono il 3,9%, quelle con una partecipazione forte il 6,6% e le realtà con una presenza maggioritaria il 2,2%. Le realtà innovative femminili si trovano prevalentemente nella parte nord-occidentale della penisola (30,2%, di cui il 24,6% in Lombardia). La Campania (12,6%) è la seconda regione del ranking, nonché la prima del Sud Italia (25,2%). Completano la classifica il Lazio (12,5%), la Sicilia (6,8%), l’Emilia-Romagna (6,8%), il Veneto (5,6%), la Toscana (4,7%), la Puglia (4,4%), il Piemonte (4,2%), l’Abruzzo (3%), le Marche (2,7%), la Calabria (2,4%), la Sardegna (1,6%), la Basilicata (1,5%), l’Umbria (1,5%), la Liguria (1,4%), il Molise (1,3%), il Trentino-Alto Adige (1,1%), il Friuli-Venezia Giulia (1,1%) e la Valle d’Aosta (0,2%). Le realtà innovative femminili negli ultimi tre anni hanno visto crescere il numero delle persone occupate: a dicembre 2022 si contavano quasi 1400 addette (+40,3% rispetto al 2021 e addirittura +136% rispetto al 2020). Nello specifico, circa quattro aziende su cinque impiegano meno di due lavoratrici, mentre il numero medio delle persone occupate si aggira intorno alle 1,5 unità. Anche il fatturato delle realtà innovative femminili è in forte aumento: 116 milioni di euro a fine 2021 (+80,3% rispetto al 2020). Le imprese di cui si conosce il fatturato, l’84,9% del totale, si attestano in prevalenza nelle fasce medio-basse: il 38,4% nella fascia inferiore ai 10.000 €, il 17,1% nella fascia 10.000 – 49.999 €, l’8,3% nella fascia 50.000 – 99.999 € e il 16,3% nella fascia 100.000 – 499.999 €. Sono poche, invece, le realtà innovative al femminile che dichiarano un fatturato tra 1.000.000 – 4.999.999 € (2,2%) o superiore ai 5.000.000 € (0,1%).