La piattaforma di matching tra aziende innovative e investor protagonista all’appuntamento di Startupitalia a Bocconi
Quando parliamo di speed date utilizziamo esattamente il concetto e le parole giuste per descrivere Upbase. Solo che i protagonisti non sono amanti o aspiranti tali, ma investitori e startup. Fuori di metafora, UpBase è la piattaforma di Startupitalia che favorisce l’incontro tra startup e investitori. UpBase è parte della Startup Alliance, che già coinvolge alcune delle realtà più importanti dell’ecosistema italiano dell’innovazione. «Lo sviluppo di UpBase costituisce un’altra tappa fondamentale nella crescita dell’Alliance, che va sempre più a configurarsi come hub per la competitività e l’innovazione del Paese – ha spiegato Filippo Satolli, CEO di StartupItalia e coordinatore del Gruppo – facilita l’incontro tra startup, investitori e aziende, per diffondere la cultura dell’open innovation e stimolare la crescita di tutto l’ecosistema».
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UpBase è stato tra i protagonisti di SIOS21 Winter Edition, l’evento di StartupItalia in collaborazione con Università Bocconi. Mentre in Aula Magna startupper, imprenditori, Amministratori Delegati, sportivi e personaggi del mondo dello spettacolo facevano il punto innovazione, sostenibilità, Digital Tech, Made in Italy, formazione e tanto altro, nel corner di UpBase startup e imprenditori si incontravano. Due i momenti forti della giornata: alle 12 e alle 15. Ecco le impressioni di chi c’era.
Trovare la startup giusta
Al corner di UpBase c’erano Eleonora Gargiulo product manager del progetto con Luca Cerroni. «Le startup erano interessate in prevalenza al funzionamento della piattaforma – ha spiegato Eleonora – quali opportunità prevede per loro e come si svolge il matching. Gli investitori si sono focalizzati in prevalenza su come trovare la startup più adatta, come funziona il sistema dei tag, il settore». Sì, insomma, trovare la startup giusta. «UpBase serve proprio a questo e a rispondere a domande come: il team è completo? A che stadio di sviluppo è la startup? Quanti round ha completato? Sono informazioni che non si trovano con facilità».
I numeri
Una giornata speciale per UpBase, che ha ospitato «250 startup» che hanno incontrato «15 investitori», come ha spiegato Eleonora Gargiulo. «Sono stati investitori di diverso tipo. Una diversità che ha consentito di avere una copertura molto ampia delle esigenze: si andava dai business angel ai fondi VC. Abbiamo coperto anche le scale-up». Già, una piattaforma per fare incontrare investitori e startup. «Non esisteva, posso dirlo». Secondo Gargiulo «siamo arrivati finalmente ad avere una cultura dell’investimento» che sì è diversa e caratteristica del nostro Paese con «un tessuto aziendale specifico e che con un modo di investire che pure sta cambiando e sta accelerando». E il futuro della piattaforma? «Pensiamo ad aumentare i servizi sia lato startup che lato investitori. Penso per esempio ai bandi e ad un academy con corsi di formazione».
Focus, stage, team e prototipo
Tra gli ospiti del corner, c’è anche chi riveste il doppio ruolo di investitore e startupper. «L’incontro con un investitore è una cosa molto importante. Avere un marketplace che ti aiuta in questo genere di attività è sicuramente utile». Lato startup, di cosa bisogno? «Un match deve essere fatto su elementi chiari. Da un lato una startup deve potersi spiegare in maniera chiara, focus, obiettivi e stage (team, prototipo, mercato). Questo sì, lato investitore, può essere un primo punto di contatto».
Upbase? Una piattaforma utile. Io investo in imprenditoria femminile e innovativa. Faccio fatica a trovare startup al femminile e soluzioni come questa che mi portano a contatto con queste realtà sono per me oro. Con la startup che ho incontrato ho parlato della necessità di rendere scalabile il progetto e di appropriarsi il più possibile del valore tramite lo sviluppo continuo di brevetti e di prodotti esclusivi (Lorenza Morandini, managing director di Angels4Women)
La piattaforma è utile. Dobbiamo fare in modo che le startup abbiano più materiale possibile. Per fare matchmaking ne abbiamo bisogno. Ci servono CV, magari anche con una video presentazione in cui le persone si raccontano. Abbiamo bisogno di uno studio approfondito dei competitor e un business model all’altezza (Edmondo Sparano, Digital Magics)
Lo speed date di AmaliaCare
Al corner di Upbase abbiamo incontrato anche Sonia, giovanissima founder e CEO di AmaliaCare, una startup che si occupa di caregiver, o meglio utilizza sistemi di Intelligenza Artificiale per la selezione di queste figure. «Lo speed date? Sì, mi hanno spiegato che è un po’ la versione analogica di quello che abbiamo sviluppato in digitale – ha raccontato dopo aver incontrato un’investitore». La sua startup è nata nel 2020 ed è basata a Brescia. «Individuiamo il caregiver ideale per fare assistenza in contesto familiare». E la piattaforma? «Estremamente utile. Noi cerchiamo un investitore specifico che conosca il nostro settore. Siamo già attivi sul mercato e con buoni risultati, abbiamo bisogno di chi ci aiuti per sviluppare maggiormente la piattaforma e l’algoritmo e avere visibilità sul mercato. Un investitore che però condivida anche la nostra visione e i nostri principi». Sonia ha incontrato Fabiana Saad, un business angel. «Era molto interessata».