Il primo tour di concerti nelle piazze è iniziato nell’isola d’Elba con tre date ad agosto. Il prossimo appuntamento della “Si può fare Band”, un’orchestra composta per la maggior parte da persone disabili, sarà al primo G7 dedicato all’inclusione e alla disabilità, in programma dal 14 al 16 ottobre ad Assisi e al Castello di Solfagnano. La storia della “Si può fare Band” inizia nella bassa Bresciana quando Davide Zubani, oggi legale rappresentante dell’orchestra, incontra un ragazzo con sindrome di Down. «Mi a fatto capire la differenza tra libertà e capacità», racconta Davide a StartupItalia. Questa nuova puntata con le startup a impatto sociale parla di una storia fatta di piccole grandi ambizioni che vogliono fare la differenza.
Come è nata la “Si può fare Band”
«Un giorno sono stato invitato da un centro diurno dedicato alle disabilità – racconta Davide – Ho visto un ragazzo che danzava e mi sono commosso. Per quel ragazzo ballare era sinonimo di libertà. E la prima cosa che ho pensato è stata che io, che sono anche pilota di aerei, non mi sono mai sentito libero come lui. Questo episodio mi ha fatto cambiare atteggiamento verso la vita e in quel momento ho capito che nel futuro avrei voluto approcciarmi al mondo della disabilità non in modo accademico». Così ha iniziato a prendere forma la “Si può fare Band”. «Inizialmente siamo partiti in pochi. Oggi siamo un’orchestra di una 40ina di persone, per la maggior parte disabili, che sanno far divertire, sorridere e riflettere con i concerti inclusivi che portiamo in giro per l’Italia. È molto più di una semplice performance musicale: siamo una dimostrazione di come la musica possa abbattere barriere e creare un senso di comunità, appartenenza ed inclusione».
Dal Conservatorio alla band
“Si può fare Band” oggi è una associazione di promozione sociale itinerante che guarda al futuro con speranza e tanta ambizione. «Sono un musicista professionista, ho studiato al Conservatorio – continua Davide – E insegno nelle scuole della bassa Bresciana. Da quando è nata l’associazione no-profit, stiamo non solo facendo divertire i ragazzi che fanno parte della band e chi li ascolta, ma stiamo dando anche una serie di servizi a persone e famiglie che vogliono far sperimentare un’attività sana e divertente al proprio figlio. Il nostro fine è quello di creare un circolo virtuoso e un’economia sociale». Così Davide è uscito dalla veste di insegnante per cambiare abito. «Ci autososteniamo esclusivamente con la vendita dei biglietti dei concerti – racconta – Tutti gli spettacoli sono diversi e spaziamo tra più generi musicali. Sul palco ci sono musicisti con disabilità e non. Semplicemente, anche ragazzi che hanno voglia di cimentarsi in questa esperienza». L’anno scorso solo con i nostri concerti esclusivi e la vittoria di alcuni bandi abbiamo chiuso il bilancio a 107mila euro.
La “Si può fare Band” al G7
«In occasione del G7 spazieremo dalla musica moderna alla musica classica, in una realtà corale», racconta Davide. La band ha saputo arrivare al cuore della gente nelle esibizioni degli ultimi due anni e, dopo il tour estivo elbano, a ottobre suonerà sul palco del ‘G7 Inclusione e Disabilità’ ad Assisi, ideato dalla Ministra per le Disabilità italiana, Alessandra Locatelli che su Facebook ha salutato così l’orchestra:
E far parte di questa realtà non è poi così difficile, come spiega Davide: «Ci possono contattare sui nostri canali social come Instagram e Facebook, poi si avvia la selezione per capire se l’ambiente è quello giusto per la persona – spiega – Per esempio, praticare attività musicale per qualcuno può essere un potenziamento, per altri no. In ogni caso, non c’è un target di età: con noi ci sono bambini di 10 anni fino a persone di 55-60 anni».
Le ambizioni della “Si può fare Band”
«Vogliamo crescere a 360 gradi, cercando di strutturare sempre di più il servizio anche affrontando temi diversi, come quello del lavoro mirato – spiega Davide – In questa direzione, puntiamo ad aiutare le aziende a creare materiali e prodotti in compartecipazione e dando la possibilità ai nostri ragazzi – più e meno giovani – di avere uno stipendio».
Ma nei sogni della “Si può fare Band” non c’è soltanto questo: «Andremo a New York a esibirci – continua Davide – Vogliamo ingrandire sempre di più la nostra rete guardando anche molto oltre come alla Grande Mela». Davide ha già pensato a tutto per il viaggio: «Alloggeremo da un nostro amico a 40 minuti da Manhattan e vorremmo anche contattare l’Ambasciata Italiana per fargli conoscere la nostra realtà. Per noi sarebbe un grande onore». Intanto, a supportare questa orchestra unica sono anche le amministrazioni comunali. «Sono entusiasti di averci sul territorio e vogliamo lavorare anche nelle scuole per portare avanti la cultura dell’inclusione – conclude il legale rappresentante – Probabilmente a dicembre suoneremo anche a Milano, alla Regione, non è la prima volta che lo facciamo. Ormai siamo un ecosistema e dove ci chiamano andiamo anche se per noi viaggiare significa sostenere costi non indifferenti ma sono fiducioso: sicuramente arriveremo lontano».