A Cesena e a Rimini i primi esempi di questo modello di scuola che diventa un’esperienza utile al territorio grazie ai FabLab
Aprire le scuole di pomeriggio o di sera è possibile grazie ai FabLab, termine in inglese che significa “fabricatio laboratory”. In Italia la discussione su questo tema si è arenata quest’estate con un’intervista a “La Repubblica” dell’ex sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi che sognava una scuola aperta fino alle 22. Dobbiamo guardare ancora una volta oltre oceano per capire com’è possibile coniugare il mondo dell’istruzione con quello dell’impresa facendo in modo che la scuola diventi un’esperienza.
FabLab nelle scuole americane
Negli Usa i FabLab a scuola sono una realtà diffusa e puntano molto sulla tecnologia delle stampanti 3D. Un esempio è il “FabLab@School” creato nel 2009 dal professor Paulo Bilkstein presso la Stanford University: si tratta di una rete di laboratori didattici per fabbricazioni digitali che usano la tecnologia all’avanguardia per la progettazione e la realizzazione di oggetti. Stiamo parlando di progetti con stampanti 3D realizzati da studenti delle scuole superiori.
FabLab nelle scuole italiane
In Italia qualcuno ha provato: è il caso di citare il FabLab dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Blaise Pascal” di Cesena che ha realizzato dei laboratori per la produzione di energie alternative. Il Makers Space è il luogo del fare tecnologico dove realizzare le proprie idee, dalle più semplici alle più complesse, un luogo dove condividere capacità e conoscenze per realizzare qualcosa, un posto aperto a tutti dove non si trova un insegnante in cattedra ma l’impegno comune a dare corpo e gambe alle idee. Il Makers Space di Cesena fa parte della rete FabLab Romagna che include anche il MakerSpace di Rimini presso l’Itis “Leonardo Da Vinci”:
Proprio oggi si vede in modo chiaro che i nostri ragazzi non devono ripetere le lezioni costruite da noi ma dobbiamo insieme lavorare mettendo in gioco la nostra creatività. E’ tempo di inventare
Scuole aperte e FabLab
Siamo di fronte alla necessità di un progetto di “open scuola”. Oltre ai FabLab della Romagna va segnalato il tentativo del Forum nazionale delle scuole aperte creato dall’Anci con il mensile “Vita” per condividere le esperienze delle scuole aperte in varie parti d’Italia. Una per tutte quella dell’istituto “Cadorna” di Milano che con l’aiuto dei genitori ha ampliato l’offerta formativa con laboratori pomeridiani rivolti agli studenti consentendo alla scuola l’apertura dalle 8,15 alle 23. Nei prossimi anni dovremo guardare alla Scuola sempre più in quest’ottica: non solo come ad un luogo dove parcheggiare i nostri figli ma ad una culla di creatività, ad un posto che possa essere laboratorio di idee, incubatore d’imprese, ventre di progetti.
Sono ancora poche, in Italia, le realtà che guardano in questo modo all’istruzione, che sanno fare in modo che si crei una rete necessaria a realizzare sinergia tra mondo dell’istruzione e mondo economico.