«Il Venture Capital è una leva indispensabile per la creazione di nuove aziende. L’Italia ha fatto sempre impresa, con grande crescita industriale nel secolo scorso. Poi, per una serie di ragioni, si è fermata. Per di più il panorama delle aziende tende a invecchiare». StartupItalia ha raccolto le dichiarazioni di Agostino Scornajenchi, Ceo e direttore generale di CDP Venture Capital al termine del suo intervento a SIOS24 Summer, tenutosi la scorsa settimana a Roma, negli spazi del Gazometro.
L’intervista ad Agostino Scornajenchi (CDP Venture Capital)
«Ora è il momento di reinserire nuove imprese – ha aggiunto – e il Venture Capital è un’infrastruttura per far sì che capitali oggi presenti in forma abbondante possano essere indirizzati sulle imprese di domani».
In un contesto globale che vede gli Stati Uniti dominare lo scenario economico e tecnologico, con un ricambio aziendale importante che non ne ha però intaccato il primato (Google&Co hanno preso il posto di altri colossi a stelle e strisce), c’è una questione anagrafica che va analizzata e a cui bisogna trovare una soluzione. «Se non lavoriamo sulle aziende innovative non potremo sostituire quelle esistenti che inevitabilmente devono scontare il loro processo di invecchiamento».
«Industria è una parola chiave – ci ha spiegato al termine del suo intervento il Ceo di CDP Venture Capital -. Significa che dobbiamo ricominciare a fare le cose: lo sappiamo fare con alta qualità e tecnologia». In seguito riassumiamo i passaggi principali del panel con l’intervista di Chiara Trombetta, Head of Media & Events di StartupItalia, ad Agostino Scornajenchi.
Come rendere l’Italia più competitiva?
Come è emerso nel corso di SIOS24 Summer, l’ecosistema sta attraversando una fase tanto di maturazione quanto di incertezza, con la raccolta di capitali in calo. «Se guardiamo a come è composto il nostro listino scopriamo che l’età delle imprese varia tra i 70 e i 100 anni. Se ci spostiamo negli USA notiamo che le aziende sono più giovani».
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Per quale motivo dunque gli Stati Uniti sono riusciti ad assicurarsi un ricambio generazionale dei propri attori economici, senza perdere il primato? «A quell’ecosistema è stato applicato un supporto, un‘infrastruttura partita negli anni Cinquanta». Si tratta del Venture Capital, che ha cominciato a investire capitali in team, università e laboratori d’eccellenza.
«In questo momento siamo dove si trovava il VC americano negli anni Cinquanta. Altrove in Europa, come Francia e Germania, si sono accorti prima di queste potenzialità». A pochi mesi dalla presentazione del Piano Industriale 2024-2028, Scornajenchi ha riepilogato il lavoro finora svolto da CDP Venture Capital.
CDP Venture Capital: il nuovo Piano Industriale
«L’SGR è stata costituita nel 2020: abbiamo investito in tutti i settori, perché bisognava farlo. Poi ci siamo domandati: come restare competitivi in un numero infinito di comparti?». Ecco allora che nei prossimi cinque anni – arco di tempo in cui questo attore punta a gestire 8 miliardi di euro in investimenti in startup – il focus verterà su verticali chiave. Come ha sottolineato il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, il Venture Capital è un asset class su cui casse previdenziali e assicurazioni potrebbero giocare un importante ruolo, indirizzandovi ingenti risorse.
«Servono investitori privati, che ci sono, ma bisogna dargli una business proposition molto chiara, spiegare cosa facciamo». Quello che Scornajenchi ha descritto è dunque una situazione in cui i fondi non possono attendere che cose cambino da sole: è l’ecosistema, e in primis CDP Venture Capital, che deve farsi promotore di un cambiamento.
Immancabile il riferimento all’intelligenza artificiale, con l’aggancio al fondo da 1 miliardo di euro. «Significa che saremo presenti in quel che si sta muovendo sull’AI da qui ai prossimi quattro anni». Scornajenchi ha spiegato inoltre che il settore è in una fase di crescita e «ogni nuovo prodotto è tre volte migliore del precedente». Entusiasmo dunque, ma anche studio del mercato per individuare i veri progetti di valore.
Dove si trova il prossimo campione?
A SIOS24 si è parlato di futuro, e di come costruirlo con nuove imprese. Secondo il Ceo di CDP Venture Capital, «c’è stato un momento in cui in Italia ci siamo detti che forse non era più necessario far cose nuove. Abbiamo cominciato a delocalizzare e a trasformare un Paese manifatturiero in un Paese di consumo». Lo choc della pandemia e i successivi, con la guerra in Ucraina, l’inflazione e la crisi energetica, hanno drammaticamente alzato il sipario su un mondo molto meno globalizzato e comodo di quanto si pensasse.
«Il mondo è tornato a essere diviso in blocchi, con la lotta per l’accesso alle risorse». Ecco perché dobbiamo proteggere e trattenere le eccellenze che sbocciano in Italia. Da quasi due anni si parla di AI, termine affiancato più volte dal palco di SIOS24 al rischio di una bolla pronta a esplodere. Nel frattempo startup e scaelup europee crescono e sviluppano prodotti e servizi. Lato VC il lavoro da fare è rimanere impegnati in uno sforzo costante di scouting. «Il campione di cui si molto si parla – ha concluso Scornajenchi – magari è ancora alle scuole superiori».