Con l’idea di favorire un nuovo approccio negli investimenti destinati alle startup, accrescere la competitività dell’Italia in Europa e dell’Ue sulla scena globale, oltre ad adottare condizioni di investimento vantaggiose per i nuovi imprenditori, ha preso il via il nuovo Scaleup Act. Ma a chi si rivolgono i nuovi incentivi?
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Il nuovo Scaleup Act
A dodici anni dall’emanazione dello Startup Act, oggi il nuovo Scaleup Act, fortemente voluto dal ministro Urso, riscrive il perimetro di azione e definisce le regole e le condizioni, in linea con le pratiche internazionali più mature, che le startup devo soddisfare per essere supportate. «Grazie alla legge annuale sulla Concorrenza abbiamo creato un meccanismo importante e significativo per incentivare gli interventi finanziari dei fondi pensione e delle casse previdenziali private nel sostegno al venture capital e alle startup affinché possano diventare, poi, delle imprese innovative e sempre più dei campioni europei. E’ una vera svolta riconosciuta da tutti gli attori e a cui la stessa Europa guarda con grande attenzione. Finalmente l’Italia è all’avanguardia sulla crescita delle startup», ha affermato il ministro Urso.
Cosa contiene il nuovo DDL Concorrenza per le startup?
«Con l’approvazione del DDL Concorrenza, abbiamo avviato una revisione che segna una svolta per le imprese emergenti: lo Startup Act 2.0. Si tratta di un passo decisivo verso la creazione di un ecosistema innovativo e competitivo a livello internazionale. L’Italia ha tutte le carte in regola per diventare un hub strategico per startup e scaleup, offrendo strumenti efficaci per attrarre capitali e promuovere il talento imprenditoriale del nostro Paese. Tra le priorità della riforma spiccano la semplificazione burocratica, un più facile accesso al mercato e nuove forme di sostegno economico, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo delle imprese innovative e valorizzare le eccellenze tecnologiche italiane. La collaborazione tra pubblico e privato sarà determinante per favorire questa trasformazione e condurre le nostre realtà imprenditoriali all’internazionalizzazione», spiega il sottosegretario Bitonci.
I nuovi investimenti di Cassa Depositi e Prestiti
Intanto, da Cassa Depositi e Prestiti arrivano 170 miliardi di investimenti nel nuovo Piano Strategico 2025-2027. In una nota diffusa da Cdp si legge su che cosa converge il nuovo Piano: “competitività del Paese, coesione sociale e territoriale, sicurezza economica e ‘Just Transition’”, le quattro priorità che guideranno l’attività di Cdp nei prossimi anni. «Con il nuovo Piano Strategico ‘Oggi, per l’Italia del futuro’, Cassa Depositi e Prestiti pone solide basi per svolgere un ruolo cruciale come piattaforma di finanza e competenze a sostegno della crescita del Paese», ha detto l’amministratore delegato di Cdp, Dario Scannapieco. L’azione del Gruppo si muoverà lungo cinque pilastri, con un’evoluzione del modello operativo che vede la creazione di Hub macroregionali, volta ad accrescere la vicinanza al territorio e consolidare il ruolo di Cdp quale banca promozionale per lo sviluppo sostenibile: Business, Advisory, Equity, Real Asset e Internazionale. Nel dettaglio, oltre 70 miliardi di euro saranno destinati alle attività di Business: di questi circa 9 miliardi a sostegno dello sviluppo infrastrutturale del Paese e circa 11 miliardi a beneficio della Pubblica Amministrazione, attraverso attività di finanziamento e gestione di risorse pubbliche. Per quanto riguarda le Imprese, l’obiettivo è fissato a 52 miliardi di volumi, potendo far leva, a partire da questo Piano, sulle sinergie con Simest, la società del Gruppo CDP che sostiene la crescita delle imprese italiane nel mondo. Nel settore dell’Equity si prevede un programma di investimenti di circa 4 miliardi per sostenere le imprese in portafoglio e realizzare nuove operazioni in aziende strategiche e fondi. Sul fronte Real Asset sarà impegnato circa 1 miliardo nella riqualificazione degli asset in portafoglio anche per interventi di rigenerazione urbana, nel sostegno al settore turistico e, in collaborazione con le fondazioni bancarie, per l’ampliamento dell’offerta sul fronte dell’abitare sociale, con il debutto nel nuovo segmento del ‘Service Housing’ a favore dei lavoratori del settore privato e dei servizi pubblici essenziali. Sul fronte della Cooperazione Internazionale, attraverso l’impiego di circa 5 miliardi di euro di risorse. In stretta collaborazione con il Sistema italiano della Cooperazione, verrà rafforzata ulteriormente l’attività di finanziamento e di assistenza tecnica, con focus soprattutto sull’Africa e in linea con gli impegni assunti dal Paese, grazie anche alla piena attivazione di fonti e strumenti disponibili.