Che cosa rende un fallimento intelligente? Ecco i quattro attributi chiave: si verifica in un campo nuovo; il contesto presenta un’opportunità credibile di progredire verso un obiettivo desiderato (che si tratti di una scoperta scientifica o di una nuova amicizia); si basa sulle conoscenze disponibili (è «basato su ipotesi»); infine è il fallimento più piccolo possibile ma fornisce comunque spunti preziosi. Le dimensioni sono soggettive e il contesto è importante. Ciò che una grande azienda può permettersi di rischiare su un progetto pilota può superare per dimensioni ciò che voi potete permettervi di rischiare su una nuova impresa nella vostra vita privata. Il punto è usare il tempo e le risorse con saggezza. Un’ulteriore caratteristica è che il fallimento insegna qualcosa e questo qualcosa viene utilizzato per muovere i passi successivi.
Con questi criteri in mente chiunque può provare a fare qualcosa e sentirsi soddisfatto dei risultati anche quando rimangano a una certa distanza dal successo sperato. Il fallimento è intelligente perché è il risultato di un esperimento studiato, non casuale o approssimativo.
Thomas Edison è stato definito uno dei più grandi inventori della storia. Con 1093 brevetti all’attivo e padre di invenzioni che hanno lasciato un’impronta indelebile sul mondo moderno (luce elettrica, regi- strazione del suono, comunicazioni di massa, kinetoscopio, per citarne solo alcune), Edison creò anche il primo laboratorio di ricerca: Menlo Park nel New Jersey. È lì che è stata inventata la lampadina a incandescenza, e il laboratorio è stato preso a modello per costruire gli odierni dipartimenti di ricerca e sviluppo interni alle aziende: un posto dotato di un processo in cui progettisti, scienziati, ingegneri e altri professionisti collaborano per dar vita a nuove invenzioni. Su Edison sono stati versati fiumi di inchiostro, ma ciò che ammiro di più è il modo in cui egli celebrava l’ineluttabilità di sbagliare lungo il tragitto per chi aspira a compiere progressi in qualsiasi campo.
L’aneddoto su Edison che preferisco riguarda il benevolo disappunto espresso da un ex assistente di laboratorio per la serie apparentemente infinita di fallimenti nel tentativo dell’inventore di sviluppare un nuovo tipo di batteria ad accumulo. Non a caso la famosa frase di Edison apre questo capitolo. In una delle varie versioni dell’episodio Edison spiega con un ghigno al suo ex assistente che, no, in realtà aveva ottenuto migliaia di «risultati», ognuno dei quali era la preziosa scoperta di un’opzione che non avrebbe funzionato. Che Edison si muovesse in un terreno nuovo e perseguisse ogni opportunità è fuori di dubbio. È lecito dedurre che i suoi esperimenti erano informati e di dimensioni adeguate. Il suo non arrendersi mai, al punto da consentire ai suoi fallimenti intelligenti di arrivare al successo, è di per sé un momento «Eureka» per tutti noi.
Questi quattro criteri non vanno visti come un’inflessibile cartina al tornasole. Considerateli una guida utile per distinguere i fallimenti intelligenti da quelli di altro tipo. Certo, non si tratta di distinzioni nette sì/no, ma piuttosto di valutazioni. Per esempio, dipende da voi, non da me o da altri, scorgere un’opportunità che vale la pena cogliere. Quel che mi auguro è che possiate utilizzare questo schema di lavoro per pensare a quando e perché un insuccesso porta una scoperta – e quindi crea valore – nella vostra vita privata o professionale.
Un’opportunità significativa
Un fallimento intelligente si verifica in presenza di ciò che riteniamo essere un’opportunità significativa per progredire verso un obiettivo importante. Ma l’obiettivo non deve essere necessariamente stellare. Provare una nuova ricetta che ci fa venire l’acquolina in bocca si qualifica come fallimento intelligente una volta appurato che ha un pessimo sapore.
È da piccoli che impariamo a sperimentare il fallimento intelligente. Una bambina che muove i primi passi è sulla buona strada per riuscirci. Ma alle elementari molti bambini cominciano a pensare che l’unica cosa di valore sia fornire le risposte giuste. Ecco perché predisporre programmi di studio in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (le cosiddette materie STEM) in grado di consentire agli studenti di praticare il fallimento intelligente mentre imparano a padroneggiare la materia è importantissimo. Il Brighton College, una scuola indipendente per ragazzi e ragazze di Brighton, in Inghilterra, ha deciso di farlo sul serio. Nelle parole di Sam Harvey, direttore del piano formativo nelle discipline progettazione e tecnologia, la filosofia della scuola prevede che «la creatività degli alunni non venga frenata: li incoraggiamo a creare, sperimentare e testare le loro idee». In altre parole, a praticare il fallimento intelligente.
È così che cinque adolescenti britannici del Brighton College hanno intravisto l’opportunità non solo di scrivere la loro tesina finale ma anche di risolvere un problema reale: le ferite involontarie che ci au- toinfliggiamo quando cerchiamo di aprire un avocado, altrimenti note come «mano dell’avocado». Dopo che uno dei loro compagni di classe si è tagliato la mano con un coltello mentre affettava un avocado, i cinque tredicenni-quattordicenni, incoraggiati dalla loro insegnante Sarah Awbery, hanno creato un prototipo di affettatore per sbucciare e tagliare in sicurezza l’avocado rimuovendo il nocciolo. Nel 2017 Avogo (questo il nome che i ragazzi hanno dato alla loro invenzione) ha vinto il concorso Design Ventura del London Design Museum nella categoria Independent Schools, tra le oltre duemila proposte pervenute. Successivamente gli studenti hanno raccolto i fondi per la produzione dell’Avogo attraverso il sito web di crowdfunding Kickstarter. Acque inesplorate. Opportunità significativa.
Il Brighton College è solo un esempio di come sia possibile insegnare ai giovani le prassi e la mentalità del fallimento intelligente. Le mostre interattive nei musei per bambini, che consentono ai piccoli di infilare una palla in uno scivolo e ipotizzare in quale direzione potrebbe cadere, offrono un modo precoce di sperimentare il giusto tipo di errore. Il gioco è parte integrante dello spirito del fallimento intelligente, che non sempre deve essere doloroso.
Fate i compiti a casa
I fallimenti intelligenti cominciano dalla giusta preparazione. Nessuno scienziato vuole sprecare tempo e materiali su esperimenti già svolti e falliti in precedenza. Fate i compiti a casa. Il classico fallimento intelligente è basato su ipotesi: avete dedicato il giusto tempo a riflettere su ciò che potrebbe accadere e al perché sia ragionevole credere che potreste avere ragione su ciò che accadrà.
Thomas Eisenmann, il mio collega di Harvard, è un esperto di imprenditorialità. Secondo Tom molti fallimenti di startup sono causati dal non aver svolto i compiti a casa più basilari. Prendiamo Triangulate. Questa startup di incontri online si è affrettata a lanciare offerte pienamente funzionali che non rispondevano a nessuna esigenza degli utenti. Desiderosi di uscire rapidamente sul mercato, i fondatori hanno saltato a piè pari la ricerca basata sulle interviste ai clienti per sondare i bisogni insoddisfatti. L’azienda ha pagato a caro prezzo la scelta di prestare poca attenzione a questo lavoro preparatorio fondamentale. Tom attribuisce questo fallimento molto diffuso al «mantra del “fail fast”», che enfatizza eccessivamente l’azione sacrificando la preparazione. Inoltre, benché possa sembrare ovvio, dopo aver fatto i compiti a casa dovrete tenere conto di ciò che vi dicono.
Prendiamo la storia della Crystal Pepsi, una bibita lanciata in fretta e furia nel 1992 in risposta a una tendenza del mercato che privilegiava bevande chiare e senza caffeina. Perché non lanciare una bevanda che fosse entrambe le cose e in una bottiglia trasparente per esaltarne l’attrattiva? La nuova proposta ha subito messo gli scienziati di Pepsi dinanzi a un problema notevole e irrisolvibile: le bevande trasparenti in bottiglie trasparenti si deteriorano facilmente e acquistano presto un sapore orrendo. I primi resoconti degli imbottigliatori hanno confermato la presenza di tale problema. Nella smania di far arrivare il prodotto sugli scaffali i responsabili del marketing hanno ignorato queste indicazioni. Non c’è da stupirsi se non avete mai sentito parlare di questa bibita. La Crystal Pepsi è entrata nella storia dello sviluppo prodotti come uno dei peggiori fallimenti di tutti i tempi.
Altrettanto importante è il desiderio di capire, come ha spiegato Jocelyn Bell, perché si è verificato l’imprevisto, o di prevedere che cosa accadrà in un nuovo esperimento. I giardinieri, per esempio, vogliono capire perché una stessa piantina può crescere meglio in un luogo piuttosto che in un altro. È il terreno? Il numero di ore di soleggiamento? Il programma di irrigazione? O qualcosa di totalmente diverso? Gli insegnanti si chiedono perché alcuni studenti abbiano più difficoltà di altri ad apprendere. Potreste essere curiosi di sapere quali sfide, opportunità ed esperienze vi aspettano quando accettate un nuovo lavoro o vi trasferite in un’altra città. Gli esseri umani sono curiosi per natura, ma con il tempo rischiamo di perdere la voglia di capire cose nuove. Ed è difficile imparare quando già sappiamo. Ecco perché le persone esterne ai sistemi esistenti (che siano famiglie, imprese o nazioni) apportano uno sguardo così nuovo e prezioso. Sanno di non sapere!
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Quali sfide attendono la società di domani? Quali sono i rischi e quali le possibilità offerte dallo sviluppo tecnologico? Per la rubrica “Futuro da sfogliare”, Amy Edmondson ci spiega come sostituire la vergogna e il senso di colpa legati al fallimento con la passione per la vulnerabilità, la curiosità e la crescita personale. Per la rubrica Futuro da sfogliare un estratto del suo libro Il Giusto errore, edito da Egea.
© 2023 Amy C. Edmondson