L’Osservatorio di Cottarelli avverte: “le 42 condizioni” per avere i soldi del Recovery “sono molte” e “sorge qualche dubbio che possano essere completate entro l’anno”
Quante volte abbiamo sentito dire dai politici di casa nostra “ce lo impone l’Europa”? Solitamente non era nemmeno vero, ma un modo per deresponsabilizzarsi di fronte a una novella legislativa poco gradita al proprio elettorato di riferimento. Ecco, col PNRR, il piano nazionale di ripresa e resilienza, l’Europa ci sta davvero imponendo una serie di modifiche epocali. Soldi in cambio di riforme, potremmo dire. Nessuna ingerenza di Bruxelles, che è meno matrigna di quanto non venga dipinta dai sovranisti di casa nostra (ci chiede di fare le riforme con la medesima cattiveria con cui le nostre mamme ci obbligavano a fare i compiti: per il nostro bene), visto che le riforme dovrebbero servire a irrobustire il nostro Paese e a farlo arrivare più preparato alla prossima crisi economica, che presto o tardi comunque arriverà.
Resta allora da chiedersi se il governo stia procedendo col PNRR, il documento redatto dall’esecutivo di Mario Draghi e approvato dalla Commissione europea che vincola il legislatore a procedere con le riforme necessarie per avere le altre tranches del Recovery Fund, con l’attesa e la dovuta puntualità. L’Osservatorio Conti pubblici di Carlo Cottarelli ha deciso di fare le pulci a quanto fatto dal nostro esecutivo, per comprendere a che punto sia e quanto resti da fare e ha concluso che: “delle 51 condizioni per il 2021, 5 erano previste per il secondo trimestre (tutte realizzate ad eccezione di una) e 4 per il terzo (ancora tutte da realizzare)”. Insomma, siamo di colpo diventati svizzeri?
Non proprio, perché “le 42 condizioni rimanenti, da completare entro il quarto trimestre, sono molte, soprattutto se paragonate a quelle dei trimestri successivi (in media 24 per ciascun trimestre). Tra queste una sfida particolare sarà soddisfare le condizioni relative alle riforme, sia per la loro numerosità (24 da completare entro dicembre) sia per la complessità di alcune di esse (come, ad esempio, le condizioni relative alle riforme del processo penale e civile)”.
Per la precisione, rileva l’Osservatorio dell’Università Cattolica di Milano, “Le 42 condizioni da attuare tra ottobre e dicembre includono 2 obiettivi e 40 traguardi. I due obiettivi da realizzare sembrano facilmente raggiungibili. Il primo prevede che almeno 4.000 PMI ricevano finanziamenti, a partire dal primo gennaio 2021, dal fondo 394/81 gestito da SIMEST (società del gruppo CDP). Fra l’altro, già in primavera, con il rifinanziamento del fondo stabilito dal decreto “Sostegni Bis” (DL 73/2021), circa 3.000 imprese hanno presentato domanda per ricevere i finanziamenti già il giorno seguente il rifinanziamento del fondo”.
“Il secondo obiettivo – si legge nel report -prevede invece il completamento delle procedure di assunzione di 1.000 esperti per l’attuazione del PNRR. Anche questo appare un obiettivo fattibile, visto il numero contenuto di assunzioni da fare. Tuttavia, il suo raggiungimento presenta due insidie: primo, un’eventuale recrudescenza dell’epidemia in autunno potrebbe rallentare l’espletamento dei concorsi; secondo, le procedure di assunzione potrebbero non portare all’individuazione dei profili professionali richiesti, come avvenuto la scorsa primavera con il “Concorso Sud”.
E, ancora: “Dei 40 traguardi previsti per il quarto trimestre, 16 si riferiscono a investimenti e 24 a riforme. I traguardi relativi agli investimenti, seppur numerosi, appaiono tutto sommato raggiungibili, visto che si tratta perlopiù di interventi di natura progettuale piuttosto che esecutiva. Basti pensare che, tra i 16 traguardi relativi agli investimenti, ben 10 prevedono l’adozione di atti legislativi propedeutici alla realizzazione degli investimenti stessi, e 4 la definizione di politiche d’investimento di fondi dedicati al turismo”.
“Discorso diverso – viene sottolineato dall’Osservatorio – vale per i traguardi associati alle riforme, sui quali sorge qualche dubbio che possano essere tutti completati entro l’anno vista la numerosità e la complessità di alcuni. In particolare, dei 24 traguardi previsti per dicembre, 5 si riferiscono a riforme orizzontali, 3 a riforme abilitanti e 16 a riforme settoriali”. Insomma, sarà pur vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, ma per arrivare all’altra metà dovremo comunque correre e non poco.