90 studenti dell’istituto “Guala” di Bra seguono un corso professionale sull’utilizzo dei droni
Le scuole italiane nel giro di qualche anno potrebbero prevedere dei corsi per piloti di droni o comunque delle attività propedeutiche all’esercizio di questa professione. Potrebbe sembrare una sortita, un azzardo ma qualcuno ha già messo le mani avanti: a Bra, all’istituto per geometri “Guala” è partito il primo corso per novanta studenti. Dall’altro canto la rivista “Focus” recentemente ha stilato una lista dei mestieri che si diffonderanno nei prossimi anni.
Al primo posto troviamo il pilota di droni. La Federal Aviation Agency americana stima che entro il 2018 ce ne saranno almeno 30 mila in giro per il mondo. Il che significa altrettante persone in grado di pilotarli. Nessuno pensi, infatti, di maneggiare i droni come se si usasse un aereo giocattolo telecomandato: abbiamo a che fare con apparecchiature robotiche che esigono competenze appropriate. Il pilota di droni per molti versi assomiglia al pilota di ultraleggeri, deve avere nozioni di meteorologia, comunicazioni Vfr e Atc Trasponder, nonché registrazioni macchina e logbook. In sostanza un percorso formativo interessante ma impegnativo. Il problema, oggi, è da dove cominciare. Esiste un censimento delle scuole italiane che offrono corsi riconosciuti da Enac ma la vera sfida sarà quella da parte del sistema d’istruzione: i droni potrebbero diventare presto uno strumento commerciale e potrebbero cambiare le nostre vite com’è accaduto con i telefoni cellulari.
Dobbiamo farci trovare preparati, avere chi si occuperà di gestire questa situazione in Italia e non solo. Al “Guala” di Bra, in provincia di Cuneo, gli insegnanti sono senz’altro profetici e hanno dato la possibilità a novanta studenti di seguire un corso tenuto dall’istruttore di volo, Paolo Omedei-Zorini che ha spiegato i fondamenti dell’utilizzo dei droni ricordando agli studenti che il pilota di questi apparecchi dev’essere un professionista addestrato: deve avere competenze in matematica, fisica, meteorologia, navigazione aerea, aerodinamica e diritto aeronautico. Materie che potrebbero essere insegnate in qualche liceo o istituto professionale che potrebbe puntare ad avere un corso specializzato.
Anche per i futuri geometri potrebbero esserci delle relazioni con questi professionisti del volo visto che serviranno rilievi aereo-fotogrammetrici, interventi di ricognizione in caso di calamità e altro. L’esperimento all’istituto di Bra è stato seguito con interesse ed entusiasmo dai ragazzi che hanno persino avuto la possibilità di pilotare alcuni modelli messi a disposizione a scuola. Uno sguardo verso il futuro dato da una Scuola che ha saputo andare oltre la programmazione odierna, che è stata capace di interpretare la realtà per mettere i propri ragazzi nella condizioni di apprendere competenze che possano essere utili a trovare un’occupazione quando usciranno dal percorso universitario.
Nei prossimi anni, è inevitabile che dovremo sempre più fare i conti con queste innovazioni e le nostre aule dovranno essere degli incubatori di sperimentazioni, dei luoghi dove mettersi alla prova, dove ricevere la formazione adeguata.